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B12 Ssnv

La vitamina B12 nelle diete vegetariane 1 La vitamina B12 nelle diete vegetariane dr.ssa Luciana Baroni Cominciamo con quello che è il concetto di maggiore importanza e che dà senso a tutto quello che leggerete in seguito: la vitamina B12 è un nutriente essenziale per l'organismo di tutti gli animali, uomo compreso, ma nessun animale è in grado di produrla. La vitamina B12 deve quindi essere ricavata da fonti esterne all'organismo. Mentre la fonte naturale di tutte le altre vitamine (eccetto

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  1La vitamina B12 nelle diete vegetariane16 marzo 2012 11.15.34http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/b12_approfondimenti.html La vitamina B12 nelledietevegetariane dr.ssa Luciana Baroni Cominciamo con quello che è il concetto di maggiore importanza e che dà senso a tutto quello che leggerete in seguito: lavitamina B12 è un nutriente essenziale per l'organismo di tutti gli animali, uomo compreso, ma nessun animale è in grado diprodurla.La vitamina B12 deve quindi essere ricavata da fonti esterne all'organismo. Mentre la fonte naturale di tutte le altre vitamine(eccetto la vitamina D) sono i cibi vegetali, per la vitamina B12 non è così, perché le piante non la utilizzano per il lorometabolismo (anche se viene riportato in letteratura che alcune piante ne conterrebbero).La fonte naturale di vitamina B12 sono solo alcuni microrganismi: batteri, funghi e alghe. Mentre i batteri producono moltavitamina B12 attiva, funghi e alghe producono soprattutto analoghi inattivi, che possono esercitare effetti negativi sulmetabolismo della vitamina B12 attiva. La struttura chimica della vitamina B12 Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/54/Formula_vitB12.gif   Esistono infatti svariate forme di vitamina B12, ma quelle dotate di attività metabolica sono solo due: ladeossiadenosilcobalamina e la meticobalamina. Tutte le altre forme, chiamate analoghi inattivi, non possono essere utilizzatidall'organismo umano. Esse, oltre ad essere prive di attività metabolica, possono competere con l'assorbimento intestinaledella forma attiva e accelerare una situazione carenziale.Le azioni metaboliche della vitamina B12 comprendono il trasporto di gruppi metilici e l'attività enzimatica: più precisamente,la vitamina B12 è un coenzima, il che significa che la sua presenza è indispensabile per il funzionamento di due enzimi: ilprimo, la metilmalonil-CoA-mutasi, interviene nel metabolismo degli acidi grassi mentre il secondo, l'omocisteina-metiltransferasi, interviene nella sintesi di metionina, uno degli aminoacidi essenziali.Questo implica che la vitamina B12 è indispensabile per il corretto svolgimento di importanti tappe metaboliche: la sintesidegli acidi nucleici che permette tra l'altro la formazione dei Globuli Rossi, il metabolismo di proteine e lipidi, che assicural'integrità del Sistema Nervoso centrale e periferico.Da tutto quanto premesso, è facilmente intuibile come la carenza di vitamina B12 si traduca in un malfunzionamento diqueste vie, con gravi conseguenze sull'integrità del sistema emopoietico e del Sistema Nervoso. Volendo dare un nome aqueste situazioni, la carenza di vitamina B12 può provocare una forma tipica di anemia, definita anemia megaloblastica, masoprattutto alterazioni a carico del Sistema Nervoso Centrale, con depressione, disturbi delle memoria fino alla demenza,sofferenza del midollo spinale fino alla tetraparesi, e Periferico (neuropatie).  2La vitamina B12 nelle diete vegetariane16 marzo 2012 11.15.34http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/b12_approfondimenti.html Quadro di anemia megaloblastica Fonte: http://www.anamerino.com/educacional3.jpg  Nel bambino, la carenza può provocare inoltre un ritardo dell'accrescimento, e questo dato è stato verificato propriorecentemente anche su dati ottenutinell'ambulatorio vegetariano pediatrico di Verona.Le azioni della vitamina B12 sul sangue, ma non quelle sul sistema nervoso, possono essere vicariate dall'acido folico, di cui èricca una dieta vegetariana. Questo comporta una variazione rispetto a quanto descritto nei libri di medicina, che riportano isintomi della carenza di vitamina B12 negli individui onnivori: infatti, mentre negli onnivori il primo segno di carenza divitamina B12 è rappresentato dall'anemia megaloblastica, nei vegetariani questo segno precoce può mancare o essere pocorilevante e, se la carenza non viene riconosciuta e trattata, possono svilupparsi danni neurologici che possono diventarepermanenti. Non basta quindi, come vedremo poi, un emocromo normale per escludere lo stato di carenza.Inoltre, la mancanza di vitamina B12 compromette l'attività dell'enzima omocisteina-metiltransferasi. Un suo funzionamentoal di sotto delle necessità dell'organismo provoca un aumento dei livelli ematici di omocisteina, un aminoacido che è statomesso in relazione con un aumentato rischio di malattie cardiovascolari.Tuttavia, questa ipotesi è stata smentita da una vasta metanalisi pubblicata nel 2012, che include anche i risultati di studiscientifici non pubblicati, ricavando dunque dati decisamente più significativi, visto che raddoppia la casistica che avevaportato alla conclusione precedente. Il nuovo studio dimostra che non vi è alcuna evidenza del fatto che moderati rialzi deilivelli di omocisteina rappresentino un fattore di rischio di malattia coronarica.La diagnosi di carenza si basa pertanto sul dosaggio dei livelli di vitamina B12, acido folico e omocisteina nel sangue. Anchese un'elevazione di quest'ultimo parametro non è specifica di carenza nella popolazione generale, nei vegetariani è un indiceindiretto ma abbastanza sensibile di carenza di vitamina B12, dal momento che le altre 2 vitamine coinvolte nel metabolismodell'omocisteina sono ben rappresentate nella dieta vegetariana.Il dosaggio dell'acido metilmalonico ematico e urinario e di olotranscobalamina II (vitamina B12 attiva) è ancora riservato adambiti di ricerca e solitamente non rientra nella routine dei laboratori convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale. Siribadisce che il dosaggio isolato dei livelli ematici della vitamina è poco affidabile, sia perché fino il 30% della B12 circolantepuò essere costituito da analoghi inattivi, sia perché sotto integrazione il valore ematico non rispecchia lo stato dei depositi.Inoltre in alcuni laboratori i livelli inferiori di normalità possono in realtà essere troppo bassi.Per quanto riguarda l'aumento dei livelli di omocisteina, anche a prescindere dalle conclusioni della recente metanalisiprecedentemente citata, non ci sarebbero comunque dati per affermare che questa alterazione possa costituire un fattore dirischio cardiovascolare anche nei vegetariani. Infatti i vegetariani hanno un rischio cadiovascolare ridotto di circa il 25%rispetto ai non vegetariani, e gli studi (sempre condotti su soggetti non-vegetariani) in cui i valori di omocisteina sono statifatti ridurre-normalizzare attraverso la somministrazione vitaminica, non hanno ottenuto una modificazione di questo rischio.L'importanza di elevati valori di omocisteina, nei vegetariani, ad oggi è quella di rappresentare una red flag  (un indicatore) dicarenza di vitamina B12.La possibilità di una carenza, viste le gravi conseguenze che questa comporta, va quindi sempre sospettata nei soggetti arischio. Va tuttavia ricordato che il deficit di vitamina B12, assieme a quello di ferro, è la causa principale delle anemiecarenziali nei paesi in via di sviluppo. Esso è comunque presente anche nei paesi ricchi, dal momento che le condizioni che necompromettono l'assorbimento sono molto diffuse. Vediamo quindi quali sono le situazioni a rischio , e avremo delle soprese: infatti non basta che la vitamina B12 siaintrodotta con la dieta per essere immuni da questo rischio, tuttaltro.  3La vitamina B12 nelle diete vegetariane16 marzo 2012 11.15.34http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/b12_approfondimenti.html La vitamina B12 è virtualmente assente nei cibi vegetali, a meno che non siano addizionati con questa vitamina: in Italia,ancora pochi sono gli alimenti che hanno queste caratteristiche, e oltrettutto la fonte della vitamina non sempre vieneriportata.E' vero che, poiché è prodotta dai batteri del terreno, se ne possono trovare piccole quantità nei cibi vegetali contaminati, masi tratta di una fonte non affidabile per due motivi:-perché non ne conosciamo le quantità, che comunque sarebbero molto variabili a seconda dell'ambiente di crescita dellapianta e delle modalità di raccolta e conservazione;-perché non in sintonia con le norme di igiene degli alimenti.Nemmeno alghe e lieviti, ricchi di analoghi, rappresentano una fonte affidabile di vitamina B12. Perciò, i soggetti che seguonouna dieta vegetariana possono sviluppare un deficit di questa vitamina. Tuttavia, come già anticipato, la presenza di questavitamina nella dieta non è sufficiente a proteggere dal rischio di carenza.Le condizioni in grado di provocare una carenza di vitamina B12 sono infatti essenzialmente legate a due situazioni, che tral'altro possono anche coesistere:- la sua disponibilità dietetica : è chiaramente correlata al tipo di alimentazione. Poiché la vitamina B12 non si trova inquantità affidabili nei cibi vegetali, a meno che non siano addizionati, essi non sono in grado di apportare all'organismo lequantità necessarie di questo nutriente quando la dieta si basi prevalentemente o esclusivamente su questi alimenti: pertantotutti i vegani e molti latto-ovo-vegetariani possono sviluppare la carenza.- la capacità dell'organismo di assimilarla dagli alimenti che la contengono : una volta che la vitamina B12 è stataassunta, deve sottostare a una serie di processi che iniziano già al contatto con la saliva e che, dopo averla resa libera daicibi che la contengono, ne rendono possibile l'assorbimento a livello dell'ultima parte dell'intestino tenue (ileo terminale),dopo la sua unione al Fattore Intrinseco gastrico. Se qualcuna di questa tappe non funziona, la vitamina non potrà essereassorbita e quindi utilizzata dall'organismo.Per l'assorbimento delle vitamina B12 è fondamentale quindi l'acidità gastrica, l'integrità della mucosa dello stomaco doveviene prodotto il Fattore Intrinseco, e la presenza dell'ultima parte dell'intestino tenue (ileo), dove la vitamina viene assorbita.1- La compromissione della secrezione acida e della produzione del Fattore Intrinseco sono tra le principali cause di carenza,e dipendono da patologie gastriche (gastriti, ulcera peptica), che danneggiano direttamente la mucosa gastrica masoprattutto che spesso richiedono l'assunzione di farmaci che hanno un'azione antiacida (gli antiacidi a base di Sali dialluminio e gli inibitori di pompa protonica). Va inoltre ricordata l'anemia perniciosa, una malattia autoimmune relativamenterara, nella quale l'organismo produce autoanticorpi che distruggono le della parete intestinale e il Fattore Intrinseco.2- Le resezioni intestinali (per tumori o per altri tipi di chirurgia) e le malattie dell'ileo terminale (es. Malattia di Crohn)causano malassorbimento di molti nutrienti, tra i quali anche di B12.3- Il Dipartimento dell'Agricoltura USA ha stimato che dopo i 50 anni fino al 30% dei soggetti perde fisiologicamente lacapacità di liberare la vitamina dal cibo che la contiene, e di renderla quindi disponibile per il successivo assorbimento.4- Tra i farmaci che possono causare carenza, oltre ai già menzionati antiacidi, c'è anche la metformina, un antidiabeticoorale usato soprattutto quando il diabete, come spesso avviene, è associato a sovrappeso, ma anche in altre condizionicaratterizzate da insulino-resistenza.I soggetti a rischio di carenza sono quindi quelli che si trovano nelle condizioni elencate: alcuni vegetariani, in particolare ivegani e i latto-ovo-vegetariani che, coerentemente con i principi di una sana alimentazione, assumano limitate quantità dilatticini e uova e non assumano integratori o cibi addizionati; i soggetti gastropatici o comunque tutti i soggetti che, anche peraltri motivi (es. assunzione di FANS o cortisonici) assumano farmaci in grado di alterare l'acidità gastrica (inibitori di pompaprotonica, H2-antagonisti, altri antiacidi con effetto topico); i diabetici e altri soggetti in terapia con metformina; gli alcolisti; ipazienti che abbiano subito resezioni gastriche o intestinali; i soggetti di età superiore ai 50 anni. Non tutti i nutrizionisti sonoa conoscenza delle condizioni che causano la carenza negli onnivori, e ritengono che essi non siano a rischio: supposizioneestremamente pericolosa.Nel momento in cui si instaurino una o più di queste condizioni, c'è tuttavia sufficiente tempo per mettere in atto le strategiein grado di prevenirla, intervenendo prima che la carenza si sviluppi.Il fegato può infatti accumulare nel corso della vita un quantitativo rilevante rispetto al fabbisogno quotidiano di vitamina B12(circa 2-3 mg). Inoltre la flora batterica intestinale può contribuire, in alcuni individui, alla sintesi endogena della vitamina.Pertanto una carenza di vitamina B12 può svilupparsi anche dopo 2-3 anni, ma ci sono soggetti che possono svilupparla entropochi mesi.Infatti, i fabbisogni di vitamina B12 sono estremamente variabili tra i diversi individui, e i Livelli di Assunzione Raccomandatiper la popolazione italiana (LARN) assicurano che, pur all'interno di questa variabilità, le dosi stabilite come necessariegarantiscano le richieste della maggioranza della popolazione (il 97,5%).  4La vitamina B12 nelle diete vegetariane16 marzo 2012 11.15.34http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/b12_approfondimenti.html Questo può spiegare perché ci siano individui che, pur non assumendo per molto tempo fonti affidabili di vitamina B12,riescano a mantenere uno stato adeguato di questa vitamina: si tratta di quella picola quota di soggetti i cui fabbisogni sonoevidentemente bassissimi.Purtroppo però non è possibile sapere a priori qual è il reale fabbisogno individuale di vitamina B12. Si può scoprire solo aposteriori, valutando se l'individuosviluppa o meno segni di carenza in condizioni di ridotti/assenti introiti. Poiché però quandovengono emanate delle raccomandazioni dietetiche per una popolazione, queste devono considerare le necessità dellamaggior parte degli individui, tutte le Linee Guida dietetiche rivolte ai vegetariani raccomandano l'utilizzo di una fonteaffidabile di vitamina B12 in condizioni di ridotti/assenti introiti dietetici.Come già precedentemente sottolineato, è importante soprattutto prevenire carenza di vitamina B12, o almeno individuarnela presenza prima che i danni da carenza si siano instaurati: a tal fine, nelle condizioni sopra elencate, non bisogna attenderela comparsa di sintomi clinici, ma valutare alcuni esami di laboratorio in modo da poter identificare la situazione prima che lacarenza faccia danni.Questo significa valutare con alcuni esami del sangue lo stato della B12: questi esami sono 4: emocromo e dosaggio dei livellidi vitamina B12, acido folico e omocisteina nel sangue. Sulla base dei risultati, andrà considerato l'eventuale ma probabileinserimento di un integratore, a dose di mantenimento se lo stato della B12 è normale, oppure a dose di attacco in presenzadi una carenza subclinica. Ma da dove i vegetariani possono ricavarela vitamina B12? Poiché i cibi addizionati con vitamina B12 presenti sul mercato italiano costituiscono al momento ancora un prodotto dinicchia, e la fonte della vitamina spesso non è specificata, è sicuramente più pratico e più affidabile ricorrere all'uso diintegratori. Gli integratori contrassegnati come adatti ai vegani (suitable for vegans) non contengono alcun elemento diderivazione animale nemmeno tra gli eccipienti.In commercio la forma più comunemente utilizzata è la cianocobalamina, una provitamina che viene attivata dopo rimozionedella molecola di cianuro, ma sono disponibili anche preparati con le forme attive, che però possono essere meno stabili.Notizie terroristiche sui possibili danni del cianuro contenutoin questa forma di vitamina B12 non hanno alcun fondamento. Va inoltre ricordato che tutti gli integratori di vitamina B12 possono derivare da sintesi chimica o sintesi batterica: per gliintegratori ad uso umano è possibile scegliere quelli che derivano dalla sintesi batterica che si ottengono, su terreno dicoltura, da batteri produttori della vitamina rossa, che andrà poi utilizzata per l'integratore.La vitamina B12 che si trova in tutti i cibi animali (carni, latticini e uova) non viene prodotta dall'animale, ma rappresenta laquota che l'animale non utilizza, cioè quella in più rispetto alle richieste del suo organismo. Essa viene ottenuta parte dallacontaminazione microbica del cibo e parte dalla sintesi dei batteri intestinali. Tuttavia, queste fonti non sono consideratesufficienti al giorno d'oggi, dal momento che negli allevamenti gli animali ricevono mangimi addizionati, che contengonoanche vitamina B12 che, quasi sicuramente, deriva sempre da sintesi chimica, più economica.La tanto propagandata naturalità dell'assunzione di vitamina B12 dai cibi animali (e la conseguente supposta innaturalità dellediete che non ne contengono) appare quindi in tutta la sua paradossale, ridicola, inconsistenza, perché:- sia gli animali che l'uomo non producono vitamina B12 ma la ricavano naturalmente dai batteri. Si ricorda che la florabatterica intestinale, che ne produce piccole quantità, viene pesantemente alterata dalla terapia antibiotica.- la vitamina presente nei cibi animali deriva sempre più spesso prevalentemente da mangimi addizionati. Certo gli animalinon vengono supplementati con B12 per fornire all'uomo prodotti ricchi di vitamina B12: il razionale dell'integrazione delmangime è quello di favorire una crescita ottimale in condizioni innaturali e nel minor tempo possibile. E proprio questo breve