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Conti Annuali Separati 2012

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ALLEGATO I RAI – RADIO TELEVISIONE ITALIANA S.p.A. CONTABILITA’ SEPARATA 2012 RAI SCHEMA CONTABILITÀ SEPARATA 2012 Risultati e criteri metodologici Novembre 2013 Commento della Rai sui Conti annuali separati 7 1 Premessa 9 2 Lo schema della Contabilità separata 10 2.1 I principi regolatori 10 2.2 La configurazione del costo utilizzato 10 2.3 La riconciliazione con il Bilancio di Esercizio 11 2.4 Lineamenti di carattere generale del contenuto degli aggregati 11 3 La struttura organizzativa e il sistema contabile della Rai 16 4 I criteri di attribuzione nello schema della contabilità separata 2012 17 5 I risultati della Contabilità separata 2012 20 5.1 Schemi generali di riepilogo 20 5.2 Schema logico interpretativo del modello 20 5.3 La riconciliazione con il Bilancio d’Esercizio 27 6 Il canone 28 7 I ricavi pubblicitari e il calcolo del vincolo di affollamento sulla televisione 29 7.1 Modalità di attribuzione dei ricavi pubblicitari agli aggregati 29 7.2 Criteri di determinazione del vincolo di affollamento pubblicitario televisivo 31 8 Altri ricavi 32 9 Costi diretti e criteri di allocazione dei programmi televisivi 33 9.1 Costi diretti 33 9.2 Criteri di allocazione delle matricole programmi agli aggregati 33 10 Il sistema di Transfer charge 37 10.1 Servizi Generali 37 10.2 ICT 38 10.3 Produzione TV 39 10.4 Altre strutture di staff 43 10.5 Rai Way 44 10.6 Rai Cinema 45 10.7 Gli altri transfer charge esterni 47 11 48 Il capitale investito e la sua remunerazione 11.1 La configurazione del capitale investito 48 11.2 La determinazione del WACC 48 2 La separazione contabile è istituto normato a livello comunitario, rispondente al fine di assicurare la trasparenza dei flussi finanziari interni a un complesso aziendale nella prospettiva, tra l’altro, di evitare sovvenzioni incrociate fra i diversi comparti. Essa assume particolare rilevanza nel campo del finanziamento pubblico di servizi di interesse economico generale ai sensi dell’articolo 86 Trattato CE, per garantire che i finanziamenti assicurati dallo Stato consentano, in coerenza con il principio di proporzionalità, la corretta remunerazione - comprensiva di un equo margine di profitto - delle attività di servizio pubblico affidate all’azienda. La proporzionalità della remunerazione non vale solo ad evitare sovracompensazioni del servizio pubblico (e cioè aiuti di Stato) pregiudizievoli verso i terzi ma anche possibili sottocompensazioni pregiudizievoli per l’impresa onerata del servizio pubblico. Con particolare riferimento al servizio pubblico radiotelevisivo, la stessa Commissione europea – nel chiudere con il provvedimento datato 20 aprile 2005 il procedimento [n. E 9/2005 (ex C 62/1999)] relativo al canone di abbonamento – ha dichiarato che “il rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 18 e all’articolo 19 della legge n. 112/2004 (ora articoli 47 e 48 del TUSMAR dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) e dei principi indicati dalla commissione paritetica (relazioni con le controllate commerciali e sfruttamento commerciale del servizio pubblico) garantiranno la trasparenza della contabilità della Rai e il mantenimento del finanziamento pubblico entro il costo netto del servizio pubblico. Tali disposizioni impediranno la sovracompensazione del costo netto supplementare affidato alla Rai. Qualsiasi compensazione oltre tali limiti violerebbe la presente decisione e, conformemente alla comunicazione, sarebbe incompatibile con il mercato comune. Inoltre dette disposizioni escludono il rischio di indebite distorsioni di concorrenza sui mercati commerciali nei quali è attivo il gruppo Rai”. Pertanto, ha concluso il provvedimento, “la Commissione constata che le autorità italiane hanno già apportato sufficienti modifiche al meccanismo del canone di abbonamento per garantirne la compatibilità con il mercato comune secondo la presente raccomandazione. La Commissione ha pertanto deciso di chiudere il presente procedimento”. Il Testo unico dei servizi dei media audiovisivi e radiofonici (di seguito TUSMAR) ha ribadito la destinazione alla società concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo del canone di abbonamento alla radiotelevisione per l’adempimento dei compiti di servizio pubblico generale ad essa affidati, specificamente identificati all’articolo 45, co. 2 e con specifico rinvio ai contratti nazionali di servizio. Quanto ai criteri di determinazione dell’importo del canone, l’articolo 47, co. 3, del TUSMAR, affidando direttamente ad un decreto ministeriale la fissazione del canone, ha chiaramente enunciato – in stretta coerenza ai criteri comunitari ed alle specifiche indicazioni formulate dalla Commissione europea allo Stato italiano – il principio della copertura del costo del servizio, stabilendo che: “[e]ntro il mese di novembre di ciascun anno, il Ministro delle comunicazioni, con proprio decreto, stabilisce l'ammontare del canone di abbonamento in vigore dal 1° gennaio dell'anno successivo, in misura tale da consentire alla società concessionaria della fornitura del servizio di coprire i costi che prevedibilmente verranno sostenuti in tale anno per adempiere gli specifici obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo affidati a tale società, come desumibili dall'ultimo bilancio trasmesso, prendendo anche in considerazione il tasso di inflazione programmato e le esigenze di sviluppo tecnologico delle imprese.” 3 Sempre in linea con le decisioni della Commissione europea relative al sistema italiano di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo, il legislatore ha precisato modalità tecniche intese ad accertare l’ammontare dei costi soggetti a finanziamento pubblico. L’articolo 47, co. 1, del TUSMAR prevede che per “consentire la determinazione del costo di fornitura del servizio pubblico generale radiotelevisivo, coperto dal canone di abbonamento di cui al regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880, e successive modificazioni, e di assicurare la trasparenza e la responsabilità nell'utilizzo del finanziamento pubblico”, la Rai si debba dotare di un sistema di separazione contabile modellato su un apposito “schema approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni”. Il successivo co. del medesimo articolo prevede che la contabilità separata della concessionaria sia sottoposta al controllo di una società di revisione, scelta dall’Autorità e nominata dalla Rai. La disciplina legislativa ha così trovato applicazione: - con delibera n. 102/05/CONS del 10 febbraio 2005 AgCom ha dettato le linee guida per la separazione contabile, individuando un insieme di criteri di riferimento (identificazione e contenuto dei tre aggregati contabili, disciplina dei rapporti interni e trattamento dei mancati ricavi attribuibili a specifici vincoli di legge). Ha previsto che il sistema della contabilità separata entrasse a regime a partire dalla contabilità dell’esercizio 2005. Ha confermato che i conti separati debbano essere sottoposti a controllo di una società di revisione all’uopo nominata da Rai e scelta dall’Autorità; - la Rai – sulla base delle linee guida – ha presentato lo schema di contabilità separata, approvato dall’Autorità con delibera n. 186/05/CONS del 9 giugno 2005; - la stessa Autorità, con delibera n. 541/06/CONS del 20-21 settembre 2006, ha introdotto nello schema alcune modifiche di carattere sostanzialmente formale, di rappresentazione dei margini economici, al fine di facilitare la lettura delle relative risultanze. Infine, ha approvato le modalità operative per il calcolo del vincolo di affollamento pubblicitario, la partita non contabile che rappresenta la valorizzazione della pubblicità aggiuntiva figurativa spettante alla componente “commerciale” della Rai al fine di assimilarla, nella logica della separazione contabile, ad un operatore nazionale privato. Lo schema approvato: - è il documento, molto articolato, che definisce in modo dettagliato la struttura della contabilità separata dell’Azienda, individuando i criteri per l’imputazione ai vari aggregati delle grandezze economiche rilevanti. Si tratta quindi dello strumento fondamentale della contabilità regolatoria, cioè dello strumento disegnato per pervenire alla quantificazione dei costi del servizio pubblico, parametro fondamentale per la determinazione dell’importo del canone unitario di abbonamento; - risponde a criteri particolarmente prudenziali. Esso infatti alloca nell’aggregato “commerciale” elementi di costo (e ricavo) che, sebbene inerenti ad attività non specificamente previste dalla Legge e dai Contratti di Servizio, rientrano comunque nell’ambito della missione della Concessionaria Pubblica. Per effetto di tale allocazione, l’importo del costo netto del servizio pubblico viene sottostimato con conseguente sottostima del fabbisogno di copertura da parte delle risorse pubbliche. In definitiva, l’articolo 47 del TUSMAR pone un nesso di presupposizione inscindibile tra “contabilità separata” (co. 1) e determinazione dell’ammontare del canone (co. 3) e 4 conforma il potere-dovere ministeriale di stabilirne annualmente la misura prestabilendone gli inderogabili criteri di quantificazione in un importo che, assumendo a base i costi riconducibili con certezza all’espletamento del servizio pubblico per come sostenuti nell’anno solare precedente, sia in grado di coprire ragionevolmente i costi del servizio pubblico stimabili per l’anno solare successivo. Una tale operazione di stima non può in alcun modo prescindere dall’assunzione, come parametro, dell’unico strumento di contabilità analitica in grado di identificare con esattezza e trasparenza i costi del servizio pubblico per l’anno solare precedente, appunto la contabilità separata. La Concessionaria non può assumere a proprio carico, pena uno sbilancio economico strutturale, il rischio che i costi di gestione del servizio pubblico - debitamente certificati e non contestati dallo stesso Ministero Vigilante - non vengano integralmente coperti per effetto del mancato pagamento del canone unitario da parte degli utenti, a maggior ragione quando il tasso di evasione raggiunge, come nel caso italiano, percentuali di grande rilevanza. In questa eventualità, in effetti consolidata, è lo Stato che - avendo delegato alla Rai l’assolvimento di specifici obblighi di servizio pubblico - è tenuto a versare alla Concessionaria il corrispettivo integrativo necessario a pareggiare il costo di fornitura del servizio. L’applicazione dello schema di contabilità separata al bilancio civilistico della Rai al 31 dicembre 2012 pone in evidenza la seguente situazione: 1. Aggregato A – le risorse da canone integralmente imputate al servizio pubblico specifico non sono sufficienti a pareggiare i costi sostenuti dalla concessionaria per l’assolvimento dei compiti di servizio pubblico. Emerge un disavanzo di 497 milioni di Euro, quale differenza tra ricavi complessivi pari a 1.830 milioni di Euro e costi diretti e indiretti (transfer charge) ammontanti a 2.327 milioni di €. Non si è pertanto in presenza di compensazioni eccessive del servizio pubblico, non compatibili con il Mercato Comune. Il suddetto deficit è ridotto – a beneficio degli abbonati alla radiotelevisione – mediante l’attribuzione al servizio pubblico dei ricavi commerciali da pubblicità che residuano dopo aver imputato all’aggregato “commerciale” le risorse tratte dal mercato corrispondenti a quelle che avrebbe raccolto un operatore privato. Tale pubblicità riconosciuta all’aggregato di servizio pubblico ammonta a 151 milioni di Euro. Il deficit da finanziare mediante un corrispondente incremento delle risorse pubbliche ammonta quindi a 346 milioni di Euro. 2. Aggregato B – le risorse pubblicitarie assegnate a tale aggregato corrispondono a quelle di cui disporrebbe un operatore privato nazionale. Il margine economico risulta negativo per 28 milioni di Euro. 5 Di seguito si riporta il conto economico relativo all’esercizio 2012 degli aggregati A e B: CONTABILITA' SEPARATA 2012 A B 1.747,8 Canone di abbonamento 523,6 Pubblicità 82,3 74,0 1.673,0 1.269,7 362,8 40,5 445,7 258,3 175,8 11,6 654,1 179,8 -497,0 -27,9 Altri ricavi Ricavi transfer charge interni Costi diretti + costo del capitale - costi diretti - transfer charge intercompany - costo del capitale Costi transfer charge interni MARGINE DI CUI ALL'ART. 47, COMMA 1, TUR Pubblicità residua 151,1 MARGINE DI CUI ALL'ART. 1, COMMA 4, DELIBERA 102/05/CONS PUBBLICITÀ -346,0 -27,9 A B 674,9 - pubblicità totale da bilancio - pubblicità servizio pubblico - vincolo affollamento pubblicitario PUBBLICITÀ NETTA 382,2 -382,4 -231,2 231,2 151,1 523,6 A fini comparativi è riportato il confronto sintetico tra le risultanze della contabilità separata 2012, a livello di secondo margine, e quella dell’esercizio precedente: Valori in m ilioni 2012 2011 2012 VS 2011 Aggregato A -346 -287 -59 Aggregato B -28 112 123 Le risultanze dell’aggregato di servizio pubblico peggiorano rispetto al 2011 a causa dell’impatto dei grandi eventi sportivi, presenti esclusivamente negli esercizi pari, in parte compensato dai positivi effetti di una più attenta politica della spesa, sia nella programmazione televisiva che nei costi di struttura. Su tale risultato, incide anche la perdurante crisi del mercato pubblicitario, con una ulteriore flessione degli introiti Rai di 209 milioni di Euro, e la spending review delle Amministrazioni Pubbliche per i vincoli di bilancio con la conseguente contrazione dei ricavi per convenzioni. «««»» 6 Commento della Rai sui Conti annuali separati L’applicazione dal 2005 dello schema di separazione contabile consente di disporre di una significativa serie storica - riportata nella sottostante tabella, insieme al risultato operativo del bilancio civilistico della Rai - delle risultanze economiche dell’aggregato di servizio pubblico. Tali risultanze evidenziano per ciascun anno un consistente deficit di remunerazione da parte del canone di abbonamento, strutturalmente insufficiente a coprire i costi delle specifiche attività di servizio pubblico. 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 Deficit Aggregato A -346,0 -287,1 -364,1 -337,2 -335,3 -159,0 -296,3 -221,0 Risultato operativo Rai S.p.A. -215,7 -23,5 -160,3 -144,2 -54,2 64,5 -74,1 17,7 Valori in milioni di euro La contabilità separata attesta pertanto che i costi cumulati del servizio pubblico specifico e predeterminato non coperti, come richiesto dalla norma, da risorse pubbliche ammontano nel periodo in oggetto a poco più di 2,3 miliardi di Euro. Per completezza di informazione si rammenta che il Ministro dello Sviluppo Economico, con decreto del 20 dicembre 2012, ha deliberato l’incremento del canone di abbonamento 2013 da 112 € a 113,50 €. Nella parte motiva del citato provvedimento, il Ministro: - richiamata espressamente la norma di legge che riserva alla propria responsabilità la determinazione del canone unitario, sulla base del costo del servizio pubblico predeterminato, come risultante dall’applicazione della contabilità separata certificata da un revisore indipendente; - valutati i risultati della contabilità separata 2011 e del bilancio civilistico della Concessionaria, anch’esso riferito al 2011; - prefigurando i costi che la Rai dovrà prevedibilmente sostenere nel 2013 per l’espletamento del servizio pubblico; ha determinato il canone unitario adeguandolo in relazione al tasso di inflazione programmato per il 2013 e dichiarando di aver tenuto conto dei costi di servizio pubblico da sostenere prevedibilmente nel 2013. In sostanza anche per il 2013, come accade da quando è divenuta operativa la contabilità separata, non vi è quella corrispondenza diretta tra ammontare dei costi del servizio pubblico e risorse pubbliche dedicate che il Legislatore ha inteso introdurre per evitare, da un lato, a tutela della concorrenza e del mercato, sovracompensazioni vietate e, dall’altro, sottocompensazioni pregiudizievoli per l’equilibrio economico della Rai. Infatti, anche dopo l’abolizione del meccanismo del price cap, viene fatto esclusivo riferimento alla dinamica inflattiva. In sostanza, ai fini della determinazione del canone di abbonamento, i criteri accessori individuati nel TUSMAR, il tasso di inflazione programmato e le esigenze di sviluppo tecnologico delle imprese (di fatto, il primo di essi), vengono ad assumere una valenza 7 prioritaria, restringendo, almeno così è stato fino ad ora, il significato e la finalità legislativa della contabilità separata alla sola certificazione dell’assenza di sovracompensazioni. Basti considerare che, per assicurare la corrispondenza costi - risorse, il canone unitario 2013 avrebbe dovuto essere aumentato - ad invarianza del numero degli abbonati iscritti a ruolo e paganti - per un importo di gran lunga superiore agli 1,5 Euro disposti. Viceversa, qualora fossero introdotte, eventualmente attraverso opportune modifiche legislative, incisive misure atte a contrastare l’evasione del canone ordinario, sollecitate dallo stesso Contratto di Servizio - riportando quindi il fenomeno ad un livello fisiologico, passando da circa il 26%, come è oggi in Italia, alla media europea attestata a meno del 10% l’adeguamento dell’importo unitario del canone potrebbe perfino divenire non necessario. La valorizzazione di tale evasione, per la quota netta del canone unitario di abbonamento spettante alla Concessionaria, ammonta a circa 600 milioni di Euro, a fronte di ricavi complessivi da canone iscritti nel bilancio 2012 per 1.747,8 milioni di Euro. Come conseguenza delle considerazioni sviluppate, anche per il 2014, il cui processo di budget è stato avviato, i costi netti derivanti dalle attività di servizio pubblico predeterminato si manterranno su un ordine di grandezza non distante da quello del biennio 2012-2013. 8 1 Premessa Il presente documento illustra le risultanze dell’applicazione della contabilità separata del servizio pubblico generale radiotelevisivo riferita al bilancio Rai S.p.A. al 31 dicembre 2012. Tale separazione è finalizzata alla determinazione del costo di fornitura del suddetto servizio e ad assicurare che il contributo pubblico percepito dalla società concessionaria, risultante dal canone di abbonamento, sia utilizzato esclusivamente ai fini dell’adempimento dei compiti di servizio pubblico generale alla stessa affidati. E’ altresì legislativamente stabilito che i risultati emergenti dall’applicazione della contabilità separata vengano utilizzati dal Ministro dello Sviluppo Economico per stabilire l’importo del canone unitario di abbonamento. Infatti, recita l’articolo 47, co. 3, del TUSMAR, il Ministro “con proprio decreto stabilisce l’ammontare del canone di abbonamento in vigore dal 1º gennaio dell’anno successivo, in misura tale da consentire alla società concessionaria della fornitura del servizio di coprire i costi che prevedibilmente verranno sostenuti in tale anno per adempiere gli specifici obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo affidati a tale società, come desumibili dall’ultimo bilancio trasmesso, prendendo anche in considerazione il tasso di inflazione programmato e le esigenze di sviluppo tecnologico delle imprese”. La contabilità separata si applica al bilancio civilistico dell’azienda Rai, titolare di un’unica concessione di servizio pubblico generale radiotelevisivo e di conseguenza sprovvista di specifici titoli abilitativi per produrre e trasmettere programmi radiotelevisivi con finalità commerciali. Il contenuto della missione di servizio pubblico copre infatti la complessiva programmazione, anche non informativa della concessionaria (art. 7, co. 4, del TUSMAR). In coerenza con questa impostazione le attività commerciali, connesse alla diffusione di immagini, suoni e notizie, e le altre attività correlate sono consentite (art. 45, co. 5). Tuttavia, questa impostazione – risultante dalla normativa – porterebbe con sé il riconoscimento che le finalità della contabilità separata sono già di fatto assicurate (senza alcuna necessità di introdurre ulteriori adempimenti) per aver Rai provveduto alla societarizzazione delle attività aventi connotazione commerciale, che non beneficiano di contributi pubblici. Lo schema approvato dall’Autorità ha introdotto la distinzione della programmazione della Rai tra quella: - predeterminata dalla Legge e dai Contratti di Servizio - rimessa alla discrezionalità imprenditoriale della Concessionaria ma che deve comunque rispettare i vincoli teleologici e modali stabiliti dalle disposizioni legislative e contrattuali e dagli atti di indirizzo della competente Commissione Parlamentare Questa distinzione comporta che l’azienda Rai venga figurativamente suddivisa esclusivamente per le finalità della contabilità separata - in due aziende, separate appunto, e da ciò discende che le due entità debbano rispondere a logiche diverse, le prime improntate al servizio pubblico e le seconde a criteri di mercato. L’applicazione più emblematica di questa differenziazione investe le logiche di attribuzione delle risorse, che rappresentano pertanto la parte più caratterizzante del modello. 9 2 Lo schema della Contabilità separata Lo schema di separazione contabile della Concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo è stato approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la delibera n. 186/05/CONS del 9 giugno 2005, considerata la sua coerenza con i principi di cui all’articolo 18, co. 1, della legge 3 maggio 2004 n. 112 (poi trasfuso nel TUSMAR) e tenuto conto che rispetta i criteri e le condizioni previsti dalla delibera n. 102/05/CONS del 10 febbraio 2005 emanata dalla stessa Autorità. Quest’ultima - con successiva delibera del 20-21 settembre 2006 (n. 541/06/CONS) - ha approvato alcune limitate modifiche allo schema, essenzialmente di carattere formale. La Rai si è fedelmente attenuta a tale schema, rispettando i principi regolatori stabiliti dall’Autorità e suddividendo le attività aziendali secondo le connesse indicazioni vincolanti. Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - con delibera assunta nella seduta del 12 ottobre 2011 (n. 544/11/CONS) - ha approvato, su conforme proposta della Rai, formulata all’esito della procedura ad evidenza pubblica effettuata in ottemperanza alle indicazioni della stessa Autorità, di aggiudicare l’incarico per il controllo della contabilità separata degli esercizi finanziari del novennio 2010 – 2018 della Rai S.p.A. alla società Mazars S.pA.. L’Assemblea degli Azionisti della Rai ha nominato la menzionata Società con delibera del 17 novembre 2011. 2.1 I principi regolatori I principi regolatori che sovrintendono il modello di separazione contabile sono di seguito sinteticamente illustrati:  Causalità - i ricavi, i costi e il capitale impiegato sono imputati in base all’analisi diretta della loro origine, ovvero della causa che ha determinato il conseguimento del ricavo, il sostenimento del costo, l’acquisto di un’attività o l’insorgere di una passività; se non è possibile l’analisi diretta, l’attribuzione avviene su base misurabile, non arbitraria, fondata sulla relazione con costi direttamente imputabili; negli altri casi si applica un criterio di imputazione generale;  oggettività - l’attribuzione è effettuata in modo oggettivo;  coerenza - i principi e le metodologie di attribuzione sono uniformi nel corso del tempo; eventuali modifiche verranno adeguatamente motivate;  trasparenza - metodologia di attribuzione trasparente;  parametri quantitativi - utilizzo di parametri quantitativi, ispirati ai criteri di ragionevolezza, dimostrabilità e obiettività. I menzionati principi sono presentati secondo una gerarchia decrescente di importanza e, pertanto, qualora dovessero sorgere contrasti tra gli stessi, verrà adottato il criterio di priorità. 2.2 La configurazione del costo utilizzato Lo standard di costo applicato è quello del costo interamente distribuito (FDC - Fully Distributed Costing), come richiesto dalla delibera n. 102/05/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. 10 La base di costo è costituita dai costi storici fondati sulla spesa realmente sostenuta (HCA – Historic Cost Accounting); i valori utilizzati sono quindi gli stessi impiegati per la redazione del bilancio di esercizio della Concessionaria. Fanno ovviamente eccezione quei costi figurativi che, come successivamente indicato, sono stati inseriti in forza delle indicazioni dell’Autorità di regolamentazione, in particolare l’onere figurativo per l’equa remunerazione del capitale investito e quello per il vincolo di affollamento pubblicitario. I criteri di valutazione e le convenzioni contabili adottate sono di conseguenza conformi a quelle contenute nella nota integrativa al bilancio di esercizio. L’imputazione delle voci di ricavo, costo e capitale investito è conforme al principio di causalità dei costi, cioè di determinazione dei costi per attività. 2.3 La riconciliazione con il Bilancio di Esercizio La contabilità separata si snoda fino al livello del risultato operativo, in linea con la finalità di rappresentare gli esiti gestionali ordinari dei segmenti di attività identificati dall’Autorità. 2.4 Lineamenti di carattere generale del contenuto degli aggregati La citata delibera n. 102/05/CONS stabilisce che lo schema di separazione contabile della concessionaria debba essere idoneo ad evidenziare le attività aziendali in tre distinti aggregati contabili:  A) aggregato di servizio pubblico al quale vengono attribuite le voci dei costi e dei ricavi relative alle attività di produzione e programmazione riconducibili al servizio pubblico secondo quanto previsto dalla legge n. 112/04;  B) aggregato commerciale al quale vengono attribuite le voci dei costi e dei ricavi relative alle attività di produzione, programmazione e vendita con finalità commerciali;  C) aggregato servizi tecnici al quale vengono attribuite le voci dei costi e dei ricavi relative alle attività strumentali di supporto e trasmissione finalizzate alla realizzazione, conservazione e messa in onda dei programmi. Lo schema di separazione contabile approvato dall’Autorità - in coerenza con la ricostruzione del quadro normativo / regolamentare che disciplina la concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo - ha provveduto a definire dettagliatamente il contenuto di ciascun aggregato:   Aggregato A - costi e ricavi relativi alle attività riconducibili al servizio pubblico specifico, tipizzato e disciplinato dalla Legge 112/2004 (ora dal TUSMAR) e dai Contratti di Servizio nazionali di durata triennale cui essa rinvia; - onere figurativo del vincolo sulla pubblicità; Aggregato B - costi e ricavi inerenti all’attività di programmazione non specificatamente prevista dalla Legge e dai Contratti di Servizio, ma comunque riconducibile – secondo l’espressa 11 previsione del richiamato art. 7, co. 4, del TUSMAR - alla missione della Concessionaria Pubblica;  - ricavo figurativo del vincolo sulla pubblicità; - costi e ricavi relativi ad attività commerciali svolte direttamente da Rai S.p.A.; - attività di programmazione commerciale in tecnica digitale su blocchi non riservati al Servizio Pubblico; Aggregato C - costi e ricavi relativi alle attività strumentali di supporto; - ricavi (transfer charge) relativi alla cessione di servizi agli aggregati A e B. L’attribuzione delle attività aziendali agli aggregati risponde quindi alle prescrizioni legislative e regolamentari contenute nel TUSMAR e nel Contratto di Servizio nazionale 2010-2012, approvato con Decreto Ministeriale del 6 aprile 2011 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2011. Più in particolare, l’articolo 45, co. 2, del TUSMAR disciplina le attività che il servizio pubblico deve comunque garantire (contenuto minimo inderogabile) e rimanda al contratto di servizio nazionale la definizione degli obblighi ulteriori. In sintesi, i compiti minimi della concessionaria pubblica sono i seguenti: - diffusione di tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche di pubblico servizio con copertura integrale del territorio nazionale; - trasmissioni televisive e radiofoniche (contenuti: educazione, informazione, formazione, promozione culturale; accesso alla programmazione, tutela minoranze linguistiche, misure a tutela persone portatrici di handicap sensoriali, ecc.); - costituzione di una società per la produzione, la distribuzione e la trasmissione di programmi radiotelevisivi all’estero; - trasmissione, in orari appropriati, di contenuti destinati specificamente ai minori; - conservazione degli archivi storici radiofonici e televisivi; - destinazione di una quota dei ricavi complessivi annui alla produzione di opere europee; - realizzazione delle infrastrutture per la trasmissione radiotelevisiva su frequenze terrestri in tecnica digitale e realizzazione di servizi interattivi digitali di pubblica utilità; - rispetto dei limiti di affollamento pubblicitario previsti dall’articolo 38 del TUSMAR; - articolazione in sedi regionali e valorizzazione e potenziamento dei centri di produzione decentrati; - realizzazione di attività di insegnamento a distanza. Sono appresso riportati alcuni tra i principali compiti aggiuntivi di servizio pubblico stabiliti dal Contratto di Servizio 2010 - 2012: - per le reti generaliste terresti (Raiuno, Raidue e Raitre), destinazione (come previsto all’art. 9, co. 1) di almeno il 70% della programmazione annuale televisiva compresa nella fascia oraria tra le ore 6 e le ore 24 e almeno l’80% per la sola terza rete alle predeterminate tipologie di generi elencati e dettagliati al successivo co. 2 (informazione e approfondimento generale, programmi e rubriche di servizio, programmi e rubriche di 12 approfondimento culturale, informazione e programmi sportivi, programmi per minori e produzioni audiovisive italiane ed europee). Si tratta di una disposizione fondamentale per la predisposizione della contabilità separata in quanto contribuisce a tracciare il confine che - pur non ponendo in dubbio la natura di servizio pubblico dell’intera programmazione, come confermato nel TUSMAR (art. 7, co. 4) - segna il passaggio dalla programmazione televisiva contenuta nell’aggregato A (di servizio pubblico predeterminato) a quella assegnata all’aggregato B (altra programmazione). Tale disposizione fornisce il parametro quantitativo fisso utilizzato anche per valorizzare il vincolo sulla pubblicità. Indipendentemente infatti dalla percentuale consuntivata dalle diverse tipologie di programmi, i costi (e quindi anche i ricavi) verranno coerentemente rettificati per replicare la distribuzione prevista contrattualmente (70% all’aggregato A e 30% all’aggregato B). - per le reti semigeneraliste e tematiche, destinazione di almeno il 70% della programmazione annuale televisiva a predeterminate tipologie di generi (art. 9 co. 1); - offerta televisiva sportiva, con riferimento ad eventi nazionali e internazionali (art. 9, co. 2, lett. d); - offerta radiofonica - indicazione dei generi predeterminati che la concessionaria deve garantire (notiziari, informazione, cultura, società, musica, servizio e pubblica utilità) con destinazione agli stessi di non meno del 70% per i canali nazionali Radio Uno e Radio Due e di non meno del 90% per Radio Tre (art. 10 co. 2). Tale disposizione condiziona l’attribuzione dei programmi ai due aggregati editoriali, analogamente a quanto vale per la televisione; - programmazione televisiva per i minori, offerta dedicata alle persone con disabilità, offerta per l’estero, programmi dell’accesso, iniziative specifiche per la valorizzazione delle istituzioni e delle culture locali, informazione istituzionale nazionale ed europea, informazione relativa ai servizi di pubblica utilità, educazione finanziaria ed economica, audiovideoteche; - transizione alla tecnologia digitale (Capo II artt. 5 e segg.) con impegno ad attuare il processo di conversione delle reti alla tecnologia digitale, realizzando - previa assegnazione di risorse frequenziali coerenti per numero e caratteristiche con le finalità contrattuali – cinque multiplex; - diffusione della programmazione televisiva, nella fase di transizione alle trasmissioni in tecnica digitale, attraverso almeno una piattaforma distributiva di ogni piattaforma tecnologica (art. 22, co. 1) e messa a disposizione della propria programmazione di servizio pubblico a tutte le piattaforme commerciali, nell’ambito di negoziazioni eque, trasparenti e non discriminatorie (art. 22, co. 3). Sulla base di quanto sopra esposto, il conto economico delle direzioni aziendali che - alla luce delle disposizioni organizzative - hanno per missione e responsabilità lo svolgimento di attività elencate nel menzionato apparato legale e contrattuale confluisce nell’aggregato contabile di competenza. A tale regola di carattere generale fanno eccezione quelle strutture la cui attività rientra in entrambi gli aggregati di carattere “editoriale”; la programmazione televisiva (sostanzialmente di utilità immediata) gestita dalle Reti può infatti alternativamente appartenere, come sarà più oltre precisato, all’aggregato A o B. Per effetto della disciplina del Contratto di Servizio, anche la programmazione radiofonica confluisce in entrambi gli aggregati. 13 La ripartizione delle direzioni/strutture tra gli aggregati è sintetizzata nella seguente tavola: 14 A maggior specificazione di quanto sopra enunciato, si svolgono brevi considerazioni su talune aree di attività: - Rai Way: è la società del Gruppo responsabile della fornitura di tutti i servizi di trasmissione, distribuzione e diffusione di segnali e programmi audiovisivi in tecnica analogica, digitale terrestre e satellitare. Inoltre, la società ha sviluppato linee di business verso clienti terzi, quali il servizio di tower-rental (ospitalità, presso la propria rete, degli impianti di altri operatori, prevalentemente di telecomunicazioni), la gestione di servizi e trasmissione, trasporto e diffusione di segnali audio/video. Sulla base della normativa nazionale e comunitaria1, tutti i costi operativi sostenuti da Rai Way per la fornitura dei servizi a Rai S.p.A. (escluse alcune limitate tipologie di costo), ed al netto dei ricavi realizzati dalla società stessa per i servizi erogati a favore delle società controllate/terzi, sono attribuiti all’aggregato del servizio pubblico specifico; - Altre società controllate: per alcune società [Rai Net, che presidia e sviluppa le piattaforme internet del Gruppo; Rai Corporation (per la quale l’Assemblea degli Azionisti in data 31 maggio 2012 ha deliberato di approvare / autorizzare lo scioglimento ai sensi della Business Corporation Law), che assicurava la gestione dell’Ufficio di corrispondenza di New York nonché la fornitura di altri servizi di carattere editoriale e produttivo; Rai World, che gestisce, su mandato Rai, i rapporti contrattuali in essere con i soggetti terzi che curano la distribuzione del canale Rai Italia e, dal primo di aprile 2012, l’attività organizzativa del concorso a premi denominato “Prix Italia”], non si è proceduto alla determinazione dei servizi prestati sulla base della metodologia del costo pieno e della remunerazione del capitale investito, in ragione della modesta entità dei rispettivi apporti a raffronto del complesso dei costi aziendali; Palinsesto notturno: la programmazione relativa al palinsesto notturno non è specificamente disciplinata dal contratto di servizio, che concentra gli impegni della Rai nella fascia oraria compresa tra le ore 6 e le ore 24. Tale spazio può pertanto essere utilizzato dalla concessionaria senza vincoli specifici di programmazione, potendo peraltro rientrare nel computo degli spazi di palinsesto affollabili secondo criteri di mercato. Dai conti annuali 2005 si è proceduto alla separazione del palinsesto notturno fra i due aggregati secondo i criteri generali; - Canone di concessione: tenuto conto che alla Rai è stato affidato il servizio pubblico generale radiotelevisivo mediante un’unica concessione, appunto di servizio pubblico, il relativo onere - pari all’1% del fatturato, come da ultimo previsto dalla delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni n. 170/03/CONS del 21 maggio 2003 potrebbe essere legittimamente imputato per intero all’aggregato A. Alla medesima soluzione si perverrebbe adottando il criterio - di origine comunitaria - della prevalenza, in quanto si tratta di un costo che anche qualora non fossero svolte attività da includere nell’altra programmazione non verrebbe comunque meno. Tutto ciò premesso, la Rai - in linea con le indicazioni provenienti dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - ha comunque suddiviso il relativo onere tra i due aggregati sulla base dei rispettivi ricavi effettivi. 1 Articolo 45 comma 2 lettera a) e art. 47 del TUSMAR nonché paragrafo 6.4. “Requisiti di trasparenza per la valutazione degli aiuti di Stato” della Comunicazione della Commissione europea relativa all’applicazione delle norme sugli aiuti di Stato al servizio pubblico di emittenza radiotelevisiva (2009/C 257/01) pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 27 ottobre 2009. Tale Comunicazione sostituisce quella, di pari oggetto, del 2001 (2001/C 320/04), pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 15 novembre 2001. 15 3 La struttura organizzativa e il sistema contabile della Rai L’assetto organizzativo di Rai S.p.A definisce le responsabilità economiche delle singole direzioni che compongono le diverse aree in cui è articolata l’azienda. Da tale assetto organizzativo discendono le regole per la rilevazione contabile e gestionale delle variabili economiche di competenza in termini di: - costi e ricavi esterni di esercizio, riguardanti sia l'attività di programmazione che le funzioni tecniche e di supporto; - costi esterni per investimenti, aventi ad oggetto beni immateriali e materiali; - costo del personale assegnato alle singole direzioni. Il sistema contabile, oltre ad assicurare la corrente rilevazione dei fatti amministrativi ai fini della redazione del bilancio e delle situazioni infrannuali, prevede pertanto la rilevazione dei costi/ricavi diretti o investimenti di ciascuna entità organizzativa (direzione) attraverso un articolato “albero” di centri di profitto e centri di costo. Più in particolare, il sistema contabile e gestionale della Rai presenta le seguenti principali caratteristiche:  i ricavi ed i costi esterni diretti di ciascuna direzione sono registrati, secondo l’articolazione del piano dei conti civilistico, in appositi centri di profitto e centri di costo che consentono di:  rilevare separatamente, secondo un appropriato dettaglio, i costi attinenti l'attività delle singole unità organizzative che gerarchicamente dipendono dalla direzione; riepilogare i costi/ ricavi della direzione in un unico centro di profitto; l’attività delle singole dipendenze della direzione può a sua volta essere dettagliata attraverso l’utilizzo di strumenti contabili diversi, cd oggetti di costo, destinati a rilevare: - i costi/ricavi diretti riguardanti le commesse di programma (WBS – work breakdown structure), nel caso delle strutture editoriali e di produzione; - i costi/ricavi diretti di altre micro attività, registrati in appositi ordini interni. Tali ulteriori strumenti contabili consentono peraltro, unitamente all’utilizzo di piani dei conti gestionali raccordati sistematicamente con il piano dei conti civilistico, lo sviluppo del complesso delle analisi di tipo gestionale. 16 4 I criteri di attribuzione nello schema della contabilità separata 2012 Lo schema generale del modello 2012 illustra le modalità di attribuzione dei ricavi, dei costi e della remunerazione del capitale investito agli aggregati. In particolare:  Ricavi I ricavi, rilevati analiticamente dai sistemi informativi, sono imputati direttamente alle strutture aziendali. Il criterio che guida la successiva attribuzione agli aggregati contabili si basa sulla natura del ricavo generato: 1. Canone: attribuzione integrale diretta all’aggregato A; 2. Ricavi pubblicitari: attribuzione agli aggregati A e B, secondo le modalità illustrate al Paragrafo 7.1; 3. Altri ricavi: l’attribuzione agli aggregati segue i seguenti criteri:  i ricavi generati dalle strutture collocate negli aggregati A e B sono attribuiti direttamente agli stessi;  i ricavi delle Direzioni di Rete (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai Premium, Rai Movie e canali radio) sono rilevati direttamente sulle matricole dei programmi e conseguentemente attribuiti agli aggregati A e B secondo le modalità illustrate al Paragrafo 9.2;  i ricavi generati dalle strutture collocate nell’aggregato C sono attribuiti direttamente allo stesso. Per quella quota residuale di ricavi non puntualmente attribuibile a singole Direzioni, si è proceduto, attraverso un’analisi delle specifiche partite, alla relativa assegnazione agli aggregati A e B;  Costi operativi Il sistema di attribuzione agli aggregati dei costi relativi: alle strutture tecniche (collocate nell’aggregato C), alle società controllate che erogano servizi verso Rai S.p.A. e alle Direzioni di Rete (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai Premium, Rai Movie e canali radio) prevede la definizione di un ordine gerarchico dei cicli di ribaltamento che regoli i meccanismi di scambio all’interno dell’aggregato C e verso gli aggregati A e B. Lo schema generale adottato segue un processo così articolato: 1. attribuzione dei costi direttamente imputabili agli aggregati A, B e C, secondo le modalità illustrate al Paragrafo 2.4; 2. attribuzione dei costi relativi alle Direzioni di Rete (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai Movie e Rai Premium):  i costi esterni di programmazione sono imputati direttamente alle matricole dei programmi e attribuiti agli aggregati A e B secondo le modalità illustrate al paragrafo 9.2;  i costi di struttura (costi di funzionamento e del lavoro) sono imputati agli aggregati A e B in base ai costi esterni di programmazione attribuiti direttamente, di cui al precedente alinea;  gli ammortamenti relativi alle produzioni fiction sono attribuiti direttamente all’aggregato A, in applicazione a quanto indicato al Paragrafo 2.4; 3. applicazione del meccanismo dei Transfer Charge (Servizi Generali, ICT e Produzione TV). Il criterio generale prevede che il perimetro costi soggetto al 17 meccanismo del transfer charge sia considerato al netto dei ricavi generati dalle strutture stesse per i servizi erogati a favore di società del gruppo/terzi. L’ordine gerarchico seguito per il ribaltamento dei costi relativi a tali strutture è il seguente:  attribuzione dei costi relativi ai servizi forniti da Servizi Generali, mediante il meccanismo del Transfer Charge illustrato al Paragrafo 10.1, a tutte le strutture Rai S.p.A, collocate negli aggregati A, B e C;  attribuzione dei costi relativi ai servizi forniti da ICT, mediante il meccanismo del Transfer Charge illustrato al Paragrafo 10.2, a tutte le strutture Rai S.p.A, collocate negli aggregati A, B e C (escluso Servizi Generali);  attribuzione dei costi relativi ai servizi forniti da Produzione TV, mediante il meccanismo del Transfer Charge illustrato al Paragrafo 10.3, a tutte le strutture Rai S.p.A, collocate negli aggregati A, B e C (esclusi Servizi Generali e ICT); 4. attribuzione dei costi relativi ai servizi forniti da Produzione e Staff Radiofonia; 5. attribuzione dei costi relativi alle strutture di staff (Vice Direzioni Generali; Acquisti; Risorse Umane e Organizzazione; Finanza e Pianificazione; Comunicazione e Relazioni esterne; Relazioni istituzionali ed internazionali; Strategie tecnologiche; Affari legali e societari; Internal Auditing; Staff Direttore Generale; Staff Presidente; Segreteria Consiglio di Amministrazione; Organismo di vigilanza; Risorse televisive; Palinsesto TV e Marketing; Nuovi Media; Commerciale; Intrattenimento e Sviluppo Strategico), secondo le modalità illustrate al Paragrafo 10.4; 6. attribuzione dei costi relativi ai servizi forniti da Rai Way agli aggregati A, B e C, secondo le modalità illustrate al Paragrafo 10.5; 7. attribuzione dei costi relativi ai servizi forniti da Rai Cinema, agli aggregati A e B, secondo le modalità illustrate al Paragrafo 10.6; 8. attribuzione dei costi relativi ai servizi forniti dalle altre società controllate di cui al precedente Paragrafo 2.4 all’aggregato A, secondo le modalità illustrate al Paragrafo 10.7;  Remunerazione del capitale investito Tale remunerazione è stata determinata attraverso l’applicazione di due differenti tassi al capitale investito attribuito a ciascun aggregato “editoriale” (per i criteri di determinazione del capitale investito per aggregato e dei tassi applicati si rinvia ai Paragrafi 11.1 e 11.2). «««»» I conti annuali separati sono stati predisposti - in ossequio ai principi generali, regole e istruzioni operative approvati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - all’interno del sistema Tagetik, applicativo unificato di Performance Management e Financial Governance. Tale sistema - utilizzato anche per l’elaborazione del consolidato gestionale di budget, delle riprevisioni infrannuali e di consuntivo - risulta totalmente integrato con il sistema 18 transazionale Sap, leader mondiale nelle soluzioni software per il business, al fine di rendere quanto più automatico il trasferimento dei dati contabili-gestionali. 19 5 5.1 I risultati della Contabilità separata 2012 Schemi generali di riepilogo CONTABILITA' SEPARATA 2012 A B 1.747,8 Canone di abbonamento 523,6 Pubblicità 82,3 74,0 1.673,0 1.269,7 362,8 40,5 445,7 258,3 175,8 11,6 654,1 179,8 -497,0 -27,9 Altri ricavi Ricavi transfer charge interni Costi diretti + costo del capitale - costi diretti - transfer charge intercompany - costo del capitale Costi transfer charge interni MARGINE DI CUI ALL'ART. 47, COMMA 1, TUR Pubblicità residua 151,1 MARGINE DI CUI ALL'ART. 1, COMMA 4, DELIBERA 102/05/CONS PUBBLICITÀ -346,0 A -27,9 B 20 674,9 - pubblicità totale da bilancio - pubblicità servizio pubblico - vincolo affollamento pubblicitario PUBBLICITÀ NETTA 382,2 -382,4 -231,2 231,2 151,1 523,6 L’applicazione del modello di contabilità separata al bilancio 2012 di Rai S.p.A. evidenzia un deficit di 346,0 milioni di Euro per l’aggregato A e di 27,9 milioni di Euro per l’aggregato B, importo sostanzialmente equivalente al costo figurativo del capitale. La percentuale dei costi attribuiti direttamente agli aggregati, come emerge dai dati sopra riportati, è piuttosto elevata, sostanzialmente allineata agli esercizi precedenti e pari al 70,2% per l’aggregato A e al 69,4% per l’aggregato B. Tale indicatore attesta che il principio regolatore della causalità - ossia l’attribuzione diretta e non parametrica dei costi - ha trovato estesa applicazione nello schema di contabilità separata. 5.2 Schema logico interpretativo del modello Prima di affrontare l’esame puntuale delle singole voci, è nel seguito illustrata la logica sostanziale di funzionamento dello schema approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sulla base della ricostruzione giuridica della missione e del ruolo del servizio pubblico generale radiotelevisivo, richiamata nello stesso schema, e delle finalità riconosciute in linea generale alla contabilità separata. In altri termini, vengono motivate le ragioni che sovrintendono alle scelte operate in termini di ripartizione dei ricavi, il che vale dire i presupposti logici per i quali il legislatore (e quindi l’Autorità di regolamentazione) - destinate integralmente le risorse pubbliche all’aggregato A ha incluso tra i costi del servizio pubblico specifico il rispetto dei più bassi limiti di affollamento pubblicitario disposti per la Rai rispetto ai concessionari nazionali privati. La contabilità separata - richiamandosi alla sovraordinata legislazione comunitaria - ha la finalità di accertare l’inesistenza di compensazioni eccessive, e quindi incompatibili, del fornitore del servizio pubblico radiotelevisivo, per mezzo del meccanismo del canone di abbonamento. Tale accertamento è svolto ponendo a raffronto il finanziamento statale con gli oneri derivanti dall’adempimento dei compiti di interesse economico generale affidati al servizio pubblico e valutando che la misura (ossia il finanziamento) non sia sproporzionata. Il legislatore italiano ha specificamente affidato alla contabilità separata anche il compito aggiuntivo di determinare3 l’importo del finanziamento statale, nella misura necessaria a garantire la copertura dei costi sostenuti. Infatti, il Ministro ”con proprio decreto stabilisce l’ammontare del canone di abbonamento in vigore dal 1º gennaio dell’anno successivo, in misura tale da consentire alla società concessionaria della fornitura del servizio di coprire i costi che prevedibilmente verranno sostenuti in tale anno per adempiere gli specifici obblighi di servizio pubblico generale radiotelevisivo affidati a tale società”. Di fatto, pertanto, lo strumento della contabilità separata sostituisce il previgente sistema di adeguamento del canone, fondato sul price-cap4, disciplinato da ultimo nel Contratto di Servizio 2003-2005 tra il Ministero delle Comunicazioni e la Concessionaria. In definitiva, una volta accertata l’inesistenza di sovracompensazioni, la contabilità separata deve supportare, secondo la legislazione italiana, il Ministro dello Sviluppo Economico nella fissazione del canone unitario di abbonamento, in ragione della copertura dell’eventuale deficit dell’aggregato A. Come anticipato, tra gli obblighi specifici del servizio pubblico è ricompreso [art. 45, co. 2, lett. o) del TUSMAR] quello di rispettare i limiti di affollamento del 4% settimanale e del 12% orario previsto dall’art. 38 (oltre alle limitazioni relative alle forme di pubblicità diverse dagli spot), con disposizione per sua natura compressiva della libertà di impresa, giustificata proprio nell’espletamento della missione del servizio pubblico radiotelevisivo in regime di finanziamento duplice. Il tema delle risorse pubblicitarie e dei limiti di affollamento deve essere analizzato insieme alla programmazione editoriale che la genera. In questo contesto, il modello approvato dall’Autorità ha suddiviso le attività aziendali relative alla programmazione in due aggregati, facendo confluire nel primo la programmazione di servizio pubblico “predeterminata” dalla normativa e nel secondo la programmazione rimessa all’autonomia imprenditoriale dell’editore pubblico. 3 4 Tenendo conto altresì del tasso di inflazione programmato e delle esigenze di sviluppo tecnologico delle imprese. Sulla base di tale pregresso meccanismo, la variazione percentuale del canone per l’anno n risultava dalla sommatoria di tre componenti: i. la somma tra l’inflazione programmata fissata dal Governo per l’anno n e una quota del differenziale tra il tasso di inflazione tendenziale (ultimo valore disponibile alla data di emanazione del decreto ministeriale) e programmato per l’anno n-1; ii. una penalizzazione connessa all’eventuale mancata realizzazione dell’ammontare globale degli investimenti/costi previsti per l’anno n-1 e una maggiorazione/penalizzazione legata al raggiungimento di specifici e misurabili obiettivi qualitativi e/o quantitativi caratteristici della missione della RAI e iii. l’impatto economico, totale o parziale, dei progetti aggiuntivi eventualmente previsti per l’anno n in rapporto al fatturato da canoni di abbonamenti dell’esercizio n-1 21 Più precisamente, la programmazione inclusa nell’aggregato B contiene il palinsesto, sempre di servizio pubblico, che non deve però soggiacere a vincoli specifici, salva l’osservanza dei criteri dettati dalla legge e gli indirizzi impartiti dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. In sostanza, la distinzione tra obblighi specifici (aggregato A) e obblighi aspecifici (aggregato B) di servizio pubblico, la destinazione integrale della risorsa pubblica per l’assolvimento dei primi e la limitazione degli indici di affollamento pubblicitario sia nella programmazione a tipologia predeterminata sia in quella non predeterminata debbono leggersi ed interpretarsi congiuntamente in funzione del raggiungimento dell’obiettivo cui unitariamente tendono che è quello di assicurare l’equilibrio tra costi e ricavi, con ragionevole margine di utile, nella gestione del servizio pubblico generale radiotelevisivo complessivamente considerato. Le determinazioni assunte dall’Autorità rispondono proprio a questa necessità che il legislatore ha espressamente inteso tutelare. Innanzitutto, essa ha così ripartito le due tipologie di ricavo: - il canone, insieme ai corrispettivi percepiti dalla concessionaria in forza di contratti o convenzioni con pubbliche amministrazioni, è attribuito all’aggregato A in quanto utilizzabile esclusivamente per finalità specifiche di servizio pubblico; - la pubblicità viene imputata all’aggregato B in quanto i costi sostenuti dalla Rai per i compiti di servizio pubblico non predeterminato devono essere integralmente coperti da risorse finanziarie tratte dal mercato, segnatamente da quello pubblicitario, senza alcun contributo pubblico. Quindi, lo schema ha stabilito che la pubblicità da assegnare all’aggregato B fosse in linea con quella di un operatore commerciale, eliminando - figurativamente, per le finalità proprie della contabilità separata - la penalizzazione (e consentendo le stesse ulteriori opportunità) sui limiti di affollamento. Questa scelta è rintracciabile nella seguente disposizione (art. 1, co. 4) della delibera n. 102/05/CONS dell’Autorità: “Qualora i vincoli di legge comportino un mancato ricavo da attribuirsi all’aggregato commerciale, il meccanismo dei transfer charges dovrà evidenziare l’onere corrispondente nell’aggregato di servizio pubblico”. In sostanza, l’Autorità ha disposto che (in aggiunta al costo del capitale, che costituisce la voce mediante la quale il finanziamento statale deve assicurare anche un ragionevole margine di utile al servizio pubblico per consentire appunto un’equa remunerazione del capitale investito) nella contabilità separata venga introdotta una ulteriore partita correttiva, o meglio un congegno giuridico ed operativo rappresentativo della valorizzazione del vincolo pubblicitario. Un congegno che – come è nella stessa logica della separazione – serve a riflettere le differenti logiche di funzionamento cui i due aggregati devono rispondere. Riassuntivamente, le attività facenti parte dell’aggregato B – proprio per il fatto di non essere incluse nell’aggregato A – non possono sottostare a vincoli che hanno una ragione giustificatrice solo per il servizio pubblico predeterminato. Poiché il legislatore ha mantenuto gli stessi limiti di affollamento su tutta la programmazione, coerentemente con la qualifica di servizio pubblico valida per la totalità della stessa, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha riconosciuto la specificità delle attività “commerciali” introducendo il congegno correttivo rappresentato dalla valorizzazione del vincolo pubblicitario. Il vincolo quindi conferisce alle attività “commerciali” dell’aggregato B la stessa natura delle analoghe attività svolte da operatori privati, operando quella doverosa uniformità di trattamento 22 (a prescindere dalla natura, pubblica o privata, dell’editore) che sola può conferire alla separazione un carattere reale e non fittizio o nominalistico. Qualora presente, la pubblicità residua (e cioè la differenza tra quella effettivamente raccolta dalla concessionaria sull’intero palinsesto e quella spettante all’aggregato B in assenza di penalizzazioni, non giustificabili in presenza della separazione delle attività aziendali) viene utilizzata a parziale copertura dell’eventuale deficit dell’aggregato A, con conseguente vantaggio per i contribuenti. Ovviamente, questo utilizzo delle risorse pubblicitarie per il finanziamento dei costi del servizio pubblico predeterminato è possibile solo fino a concorrenza di un margine di tale aggregato pari a zero (aggregato A in pareggio). Infatti, la sommatoria del finanziamento statale e delle risorse di mercato non può in ogni caso eccedere il costo totale delle attività di servizio pubblico specifico. Sulla base di questa impostazione, per le finalità della contabilità separata, le risorse pubblicitarie di Rai S.p.A. - pari nel 2012 a 674,9 milioni di Euro - sono così imputate:  per 523,6 milioni di Euro corrispondono alla valorizzazione dei ricavi che potenzialmente Rai avrebbe potuto raccogliere sul palinsesto contenuto nell’aggregato B, qualora godesse degli stessi limiti di affollamento validi per i concessionari privati nazionali (15% giornaliero e 18% orario per gli spot; la percentuale giornaliera è portata al 20% se comprende forme di pubblicità diverse dagli spot);  per 151,1 milioni di Euro integrano, a beneficio degli utenti, il finanziamento statale al fine di compensare almeno parzialmente lo sbilancio dell’aggregato A;  per 0,2 milioni di Euro corrispondono alla pubblicità non tabellare di strutture aziendali di staff che confluisce nell’aggregato C. Si ritiene infine utile approfondire il senso economico e la finalità dei margini dei conti economici regolamentari, con particolare riguardo all’aggregato A. Le risorse pubbliche della concessionaria - di esclusiva pertinenza dell’aggregato del servizio pubblico specifico, tipizzato e disciplinato dalla legge e dai contratti di servizio cui essa rinvia, denominato A - vanno poste a confronto con gli oneri sostenuti per la fornitura del servizio. L’articolo 47, co. 1, del TUSMAR richiede tale confronto al fine di consentire la determinazione del costo di fornitura del servizio pubblico generale radiotelevisivo coperto dal canone di abbonamento e di assicurare la trasparenza e la responsabilità nell’utilizzo del finanziamento pubblico. Ne discende pertanto che l’aggregato A - in coerenza con le prescrizioni normative - presenta come primo margine quello derivante dal confronto tra le due menzionate grandezze: risorse pubbliche e costi per la fornitura del servizio pubblico specifico, questi ultimi ripartibili tra quelli diretti, del capitale impiegato e dei transfer charge (interni ed intercompany). La legge – nella gerarchia delle proprie finalità – stabilisce infatti che questo rapporto rappresenta il primo momento di valutazione sull’adeguatezza delle risorse finanziarie riconosciute alla concessionaria. Tale valutazione si sostanzia nell’analisi del significato della differenza che costituisce il primo margine: 23 - positiva: il canone eccede il costo per la fornitura del servizio e quindi si è in presenza di una sovracompensazione, che in ipotesi potrebbe essere superata anche ampliando, nella misura necessaria, il perimetro delle attività delegate; - negativa: il canone non copre interamente il costo sostenuto per l’adempimento della missione pubblica e quindi è esclusa l’esistenza di sovracompensazioni (perciò aiuti di Stato). Ne deriva che il Ministro dello Sviluppo Economico, cui compete, deve predisporre, secondo Legge, una manovra riequilibratrice, la cui dimensione dipende dall’apporto - eventuale - della risorsa commerciale, di cui si dirà. Acclarato che le risorse pubbliche sono segregate nell’ambito dell’aggregato A, all’aggregato B possono essere attribuite le sole risorse tratte dal mercato. La raccolta pubblicitaria della concessionaria pubblica è sottoposta a limiti di affollamento (e ad impedimenti) più restrittivi rispetto a quelli fissati per i concessionari privati in considerazione dell’affidamento alla Rai della missione del servizio pubblico radiotelevisivo in regime di finanziamento duplice. Infatti, come riportato nell’articolo 38 del TUSMAR: - la trasmissione di messaggi pubblicitari da parte della concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo non può eccedere il 4% dell’orario settimanale di programmazione ed il 12% di ogni ora. Tale prescrizione è generale e non soggiace a differenziazioni legate alla diversa natura della programmazione, pubblica o meno. L’uguaglianza non può essere ovviamente mantenuta nello schema di contabilità separata in quanto penalizzerebbe ingiustificatamente la programmazione contenuta nell’aggregato B (non finanziato da canone) che verrebbe sottoposta a limitazioni più restrittive rispetto a quelle valide per gli operatori privati malgrado nell’aggregato B vengano collocate – per la logica stessa della contabilità separata – attività aventi la stessa natura di quelle svolte dai competitor privati; - la trasmissione di spot pubblicitari televisivi da parte delle emittenti e dei fornitori di contenuti televisivi in ambito nazionale diversi dalla concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo non può eccedere il 15% dell’orario giornaliero di programmazione ed il 18% di ogni ora; - il tempo massimo di trasmissione quotidiana dedicato alla pubblicità da parte delle emittenti televisive in ambito nazionale diversi dalla concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo è portato al 20% se comprende forme di pubblicità diverse dagli spot pubblicitari come le telepromozioni, fermi restando i limiti di affollamento giornaliero e orario (omissis) per gli spot pubblicitari. La predisposizione della contabilità separata, come anticipato, comporta ex se la necessità di superare questa penalizzazione in quanto l’attività che ricade nell’ambito dell’aggregato B deve sottostare ai medesimi vincoli/beneficiare delle stesse potenzialità stabiliti per i concessionari privati, perché altrimenti verrebbero meno gli stessi presupposti logici fondamentali della contabilità separata. Specularmente a quanto visto per le risorse da canone, che devono essere esclusivamente utilizzate per la copertura dei costi del servizio pubblico specifico, i costi dell’aggregato B afferenti ai compiti di servizio pubblico non predeterminato (oltre ovviamente quelli che scaturiscono dallo svolgimento di vere e proprie attività commerciali) – sempre per la logica 24 che sovrintende la contabilità separata - devono essere integralmente coperti da risorse tratte dal mercato, segnatamente da quello pubblicitario. Ne discende, come logica conseguenza, che le risorse pubblicitarie sono prioritariamente indirizzate all’aggregato B. Per la quantificazione della quota parte di ricavi pubblicitari che debbono permanere in capo all’aggregato B, soccorrono le pertinenti disposizioni legislative e regolamentari. Si tratta: 1. della disposizione dell’articolo 45, co. 2, del TUSMAR la quale, nell’ambito della definizione dei compiti del servizio pubblico generale radiotelevisivo, ricomprende alla lettera o) il rispetto dei limiti di affollamento pubblicitario previsti dall’articolo 38; 2. della previsione della delibera 102/05/CONS che, all’articolo 1, co. 4, stabilisce che “[q]ualora i vincoli di legge comportino un mancato ricavo da attribuirsi all’aggregato commerciale, il meccanismo dei transfer charges dovrà evidenziare l’onere corrispondente nell’aggregato di servizio pubblico”. In sintesi, all’aggregato B deve essere riconosciuto un ammontare di risorse commerciali in linea con quelle di cui disporrebbe un operatore privato nazionale avente una struttura dell’offerta televisiva analoga a quella della concessionaria pubblica e con risultati di ascolto sostanzialmente analoghi. Il riferimento fondamentale - nel caso specifico, ed alla luce della attuale situazione di mercato - è costituito dalle risorse raccolte dal principale competitor privato nazionale che, come noto, dispone anch’esso di tre reti televisive generaliste (e di un comparabile bouquet di canali semigeneralisti e tematici). La differenza tra la pubblicità di competenza della parte “commerciale” ed i connessi costi anch’essi ripartibili tra quelli diretti, del capitale impiegato e dei transfer charge (interni ed intercompany) – rappresenta la performance economica dell’aggregato B. La pubblicità “assegnata” all’aggregato B può differire, come finora sempre avvenuto, da quella effettivamente raccolta dalla Rai. In tale eventualità, si pone il problema del trattamento di questa componente residuale, ossia della sua destinazione, anche alla luce del sistema di finanziamento duale stabilito dal legislatore per la concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo. Qualora l’ammontare delle risorse pubblicitarie risultanti dal bilancio civilistico della Rai eccedesse - come è stato anche nel 2012 - la pubblicità spettante all’aggregato B, il surplus: - se la differenza tra le risorse da canone ed i costi fosse negativa, andrebbe accreditato all’aggregato di servizio pubblico, al fine di contenere il deficit da coprire con il canone di abbonamento. L’apporto della pubblicità residuale non può comunque essere tale da far diventare positivo il saldo finale dell’aggregato A; - qualora la menzionata differenza (canone al netto dei costi) fosse nulla o positiva, si dovrà impostare un intervento diretto a riequilibrare il rapporto tra risorse ed attività. Il Ministro dello Sviluppo Economico – nell’ambito del procedimento amministrativo per la determinazione del canone unitario di abbonamento ex articolo 47, co. 3, del TUSMAR – dovrà pertanto fare obbligatorio riferimento (“comunque tenendo conto del tasso di inflazione programmato e delle esigenze di sviluppo tecnologico delle imprese”) al saldo finale dell’aggregato A, ossia a quello derivante dalla differenza tra ricavi da canone e costi del 25 servizio pubblico specifico, ridotta della pubblicità che residua dopo la prioritaria destinazione all’aggregato B. In definitiva, dopo l’accertamento dell’inesistenza di sovracompensazioni eccessive da parte del canone di abbonamento - pregiudizievoli per i terzi - il Ministro dello Sviluppo Economico è chiamato ad un secondo momento di valutazione. Qualora il saldo finale dell’aggregato A - dopo l’accreditamento della pubblicità residua - fosse ancora negativo, il Ministro è tenuto ad intervenire con un adeguamento dell’importo unitario del canone di abbonamento (o con altra alternativa modalità di integrazione delle risorse pubbliche) in misura corrispondente allo sbilancio identificato dalla contabilità separata, per evitare possibili sottocompensazioni pregiudizievoli per l’impresa onerata del servizio pubblico. Le risultanze della contabilità separata 2012 evidenziano in sintesi la seguente situazione: - il primo margine del servizio pubblico - ex articolo 47, co. 1, del TUSMAR - è negativo per 497 milioni di Euro, non sussistono quindi sovracompensazioni vietate; - il saldo finale - dopo l’accreditamento della pubblicità residua per 151 milioni di Euro, ex art. 1, co. 4, Delibera n. 102/05/CONS - permane negativo, con un deficit di 346 milioni di Euro. In definitiva, secondo quanto previsto dalla legge, la Rai ha maturato il diritto a vedersi riconosciuto un incremento del canone unitario di abbonamento che consenta di ridurre, fino all’azzeramento, tale sbilancio a carico del servizio pubblico predeterminato. 26 5.3 La riconciliazione con il Bilancio d’Esercizio Di seguito si presenta il raccordo tra il risultato operativo degli aggregati regolamentari e il risultato netto del bilancio civilistico di Rai S.p.A.. CONTABILITA' SEPARATA 2012 A B C A+B+C 1.747,8 Canone di abbonamento 0,2 82,3 74,0 1.673,0 1.269,7 362,8 40,5 445,7 258,3 175,8 11,6 63,1 834,0 897,3 862,7 0,0 34,6 654,1 179,8 -497,0 -27,9 0,0 -524,9 -215,7 -27,9 0,0 -373,8 -215,7 128,1 -30,0 71,4 86,7 20,5 -48,8 -1,7 20,5 -48,8 -1,7 -245,7 -245,7 Altri ricavi Ricavi transfer charge interni - costi diretti - transfer charge intercompany - costo del capitale 1.747,8 523,6 Pubblicità Costi diretti + costo del capitale 1.747,8 0,0 523,8 0,0 219,4 834,0 3.015,9 2.390,7 538,6 86,7 RAI S.P.A Costi transfer charge interni MARGINE DI CUI ALL'ART. 47, COMMA 1, TUR Pubblicità residua 674,9 219,4 2.857,8 2.857,8 834,0 151,1 MARGINE DI CUI ALL'ART. 1, COMMA 4, DELIBERA 102/05/CONS -346,0 Partite in riconciliazione - service intercompany - costo del capitale - partite finanziarie - partite straordinarie - partite fiscali UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO PUBBLICITÀ A B C 674,9 - pubblicità totale da bilancio - pubblicità servizio pubblico - vincolo affollamento pubblicitario PUBBLICITÀ NETTA 382,2 -382,4 0,2 -231,2 231,2 0,0 151,1 523,6 0,2 RICONCILIAZIONE Margine di cui all'art.1, comma 4, Delibera 102/05/CONS -373,8 Costo medio del capitale 86,7 Transfer charge Gruppo 71,4 Risultato operativo 2012 -215,7 Come emerge dalla tabella sopra esposta, la perdita di esercizio 2012 (245,7 milioni di Euro) si raccorda alle risultanze della contabilità separata attraverso l’impatto delle partite finanziarie, straordinarie e fiscali. Le voci di raccordo tra margine della contabilità separata 2012 [-374 milioni di Euro, somma tra deficit dell’aggregato A (346 milioni di Euro) e quello dell’aggregato B (28 milioni di Euro)] e risultato operativo del bilancio di esercizio (-215,7 milioni di Euro) sono costituite dal costo medio del capitale di Rai S.p.A. e dagli effetti della sostituzione dei corrispettivi contrattuali tra Rai e le controllate Rai Way e Rai Cinema con il sistema transfer charge. 27 6 Il canone La voce comprende l’importo del canone di abbonamento come risultante dal bilancio di esercizio al 31.12.2012, incluso il valore delle cartelle esattoriali per il recupero della morosità. 28 7 7.1 I ricavi pubblicitari e il calcolo del vincolo di affollamento sulla televisione Modalità di attribuzione dei ricavi pubblicitari agli aggregati Rimandando alle considerazioni svolte sulle logiche di imputazione dei ricavi pubblicitari agli aggregati, da un punto di vista più propriamente contabile, lo schema in sostanza prevede che la pubblicità complessiva venga prioritariamente attribuita all’aggregato B. Quindi, da questa viene scomputata la quota riferibile al servizio pubblico specifico5 ed infine accreditata la valorizzazione del vincolo di affollamento al fine di pervenire alla pubblicità che l’aggregato B avrebbe potuto raccogliere qualora fosse assimilato ad un operatore commerciale. Le menzionate operazioni di attribuzione – per l’impossibilità di applicare il parametro del “fatturato” specifico di ogni singola inserzione pubblicitaria (tabellare) – vengono effettuate facendo riferimento ad un driver che è rappresentato dai “contatti” pubblicitari sviluppati dagli spot. La pubblicità tabellare si distingue in: - interna al programma (within) – la valorizzazione dello spot (mediata dai contatti) segue la destinazione del programma; ossia se il programma è, ad esempio, di servizio pubblico specifico anche il ricavo dello spot trasmesso al suo interno va attribuito all’aggregato A; - interstiziale, tra due programmi (between) – il problema che si pone in questa fattispecie è tipicamente di prevalenza: quale dei due programmi, il precedente o il successivo, “trascina” lo spot. Chiaramente la scelta avrebbe importanza nel solo caso di differente natura dei due programmi. Tuttavia, ad evitare il ricorso a più driver per la stessa tipologia di pubblicità, quella interstiziale, lo schema ha optato per una soluzione unitaria, imputando tale categoria di pubblicità sulla base dei contatti within relativi ai due aggregati. La ripartizione della pubblicità (e l’attendibilità delle relative quantificazioni) si basa quindi sulla rilevazione dei contatti. I contatti pubblicitari degli spot trasmessi sulle tre reti nazionali generaliste della Rai sono relativi agli individui senza ospiti ed al totale giorno. Le elaborazioni sono state effettuate con il software denominato “Arianna” della società Nielsen TAM Italia, facente parte del gruppo Nielsen Media Research, leader mondiale nella rilevazione dei sistemi Television Audience Measurement. La valorizzazione del fatturato si ottiene applicando ai dati elaborati dal software di analisi AGB il costo contatto, pari al rapporto tra il fatturato tabellare televisivo e i contatti pubblicitari. Si tratta di un costo contatto sintetico a livello aziendale, che prescinde cioè dalla teorica possibilità di segmentare il prezzo di vendita in funzione del canale che ospita le inserzioni e della relativa fascia oraria nonché di determinate tipologie di target socio-economico, principalmente di derivazione commerciale. Le telepromozioni e le sponsorizzazioni – essendo inserite all’interno dei programmi – sono viceversa nativamente attribuite agli stessi e di conseguenza ai rispettivi aggregati di destinazione. Come già esposto in sede di commento ai risultati dello schema generale di riepilogo, il Contratto di Servizio fissa al 70% la percentuale minima dello spazio annuale di palinsesto da 5 Nonché la parte residuale della pubblicità attribuita alle strutture di staff presente nell’aggregato C. 29 riservare ai generi di servizio pubblico ivi indicati. Tenuto conto che nel 2012 le ore effettivamente dedicate ai citati generi hanno superato tale limite, si è proceduto (per i soli canali generalisti, specialmente in relazione alla maggiore rilevanza economica) ad operare conseguenti rettifiche tese a riallocare - dall’aggregato A all’aggregato B - i ricavi e i costi relativi agli spazi di palinsesto eccedenti il limite suddetto. Si ricorda che tale rettifica ha interessato i programmi di utilità immediata di rete, in quanto si tratta – secondo le disposizioni normative – di un genere non univocamente destinato ad uno dei due aggregati. Per quanto riguarda specificamente i ricavi pubblicitari, la rettifica è stata effettuata – previa stratificazione dei programmi in fasce orarie – in base ai contatti medi per fascia, valorizzati al costo contatto medio aziendale. Il quadro sintetico della ripartizione della pubblicità televisiva (generalista e semigeneralista / tematica), radiofonica e complessiva è il seguente: PUBBLICITÀ TV Aggregato A milioni di euro Tabellare Aggregato B Totale 305,2 234,5 539,7 53,1 50,2 103,3 Totale TV 358,4 284,7 643,0 Peso percentuale 55,7% 44,3% Telepromozioni/Sponsorizzazioni PUBBLICITA' RADIO milioni di euro Tabellare Telepromozioni/Sponsorizzazioni Totale RF Peso percentuale milioni di euro Pubblicità 1 30 Aggregato A Aggregato B 19,3 6,8 26,1 4,6 0,6 5,1 23,9 7,4 31,3 76,4% Totale 23,6% Aggregato A Aggregato B Aggregato C 382,2 292,5 0,2 Totale 674,9 In definitiva, la pubblicità totale effettiva di Rai S.p.A. (prescindendo quindi dall’impatto determinato dal vincolo di affollamento sulla stessa ripartizione) risulta attribuita per il 56,6% all’aggregato A e per il 43,3% all’aggregato B; una quota del tutto marginale è imputata all’aggregato C. 7.2 Criteri di determinazione del vincolo di affollamento pubblicitario televisivo La richiamata delibera n. 541/06/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato le modalità operative di dettaglio per il calcolo del vincolo di affollamento; modalità che esplicitano la metodologia identificata nello schema approvato con la precedente delibera n. 186/05/CONS. La quantificazione del vincolo di affollamento pubblicitario si traduce - per la pubblicità tabellare televisiva - nella valorizzazione dei contatti aggiuntivi disponibili per il palinsesto di servizio pubblico non predeterminato della Rai. Rispetto ai contatti attribuiti all’aggregato B secondo i criteri esposti al paragrafo 7.1, si è proceduto a valorizzare il differenziale di affollamento performabile da un operatore commerciale nazionale. Considerata la peculiare struttura del mercato televisivo italiano, sono stati presi a riferimento come previsto - i contatti sviluppati nell’esercizio 2012 dalle Reti Mediaset (medesima fonte AGB). La differenza tra il 30% (quota di palinsesto generalista della concessionaria non soggetta a vincoli specifici di servizio pubblico) dei contatti del competitor e quelli effettivamente attribuiti all’aggregato B rappresenta la stima dei contatti aggiuntivi di cui l’aggregato “commerciale” RAI disporrebbe in ipotesi di affollamento allineato a quello dei privati. Questi contatti sono stati valorizzati al costo contatto lordo Mediaset, provvedendo ad applicare a tale importo una percentuale di abbattimento idonea a riflettere la struttura delle commissioni riconosciute dalla Rai alla propria concessionaria di pubblicità Sipra. Analogo procedimento è stato applicato per le telepromozioni e sponsorizzazioni televisive, operando il differenziale tra quelle iscritte nell’aggregato B e quelle corrispondenti alla quota del 30% degli introiti del competitor (comprendenti anche le televendite, precluse alla concessionaria pubblica), calcolati avvalendosi delle stime elaborate da Nielsen Media Research. Anche in questa fattispecie, il confronto ha tenuto conto della struttura delle commissioni riconosciute dalla Rai alla propria concessionaria di pubblicità, in modo da rendere omogenei e quindi confrontabili i dati dei due operatori. Sulla base dei menzionati presupposti, il vincolo di affollamento pubblicitario ammonta nel 2012 a 231,2 milioni di Euro, così dettagliati: milioni di euro Tabellare Telepromozioni/Sponsorizzazioni Totale Vincolo Affollamento Vincolo Pubblicitario 210,7 20,4 -231,2 Da un punto di vista metodologico, si rileva che il costo contatto utilizzato per valorizzare la pubblicità tabellare televisiva generalista è, come previsto dalle prescrizioni regolamentari, quello del competitor. 31 8 Altri ricavi Gli altri ricavi ammontano complessivamente a 219,4 milioni di Euro, ripartendosi per il 37,5% nell’aggregato A, dove affluiscono gli introiti per le convenzioni istituzionali (prevalentemente con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Provincia Autonoma di Bolzano) e i ricavi di competenza di programmi accreditati nello stesso aggregato. La restante parte si suddivide tra l’aggregato B, dove affluiscono le attività commerciali svolte nei confronti di terzi (cessione diritti, servizi telefonici, ecc), e l’aggregato C (prevalentemente, servizi forniti a società del gruppo e incrementi di immobilizzazioni in corso). ALTRI RICAVI milioni di euro Aggregato A Aggregato B Aggregato C Convenzioni istituzionali 32,3 Altri ricavi e recuperi costi 50,0 74,0 63,1 TOTALE 82,3 74,0 63,1 32 9 9.1 Costi diretti e criteri di allocazione dei programmi televisivi Costi diretti Sono quelli di diretta imputazione alle Direzioni secondo il processo contabile descritto al Paragrafo 2.4 e comprendono:  costi esterni - costi sostenuti dalle Direzioni verso economie terze per acquisti di beni e prestazioni di servizi;  costo del lavoro - riguardante sia personale a tempo indeterminato che a tempo determinato;  ammortamenti di diritti televisivi di utilità ripetuta di acquisto (prodotto Rai Cinema) e di produzione interna (Fiction). Rispetto a queste regole di carattere generale, occorre specificare che nel caso di:  destinazione di tutta l’attività di una Direzione ad uno degli aggregati, la totalità dei relativi costi segue tale destinazione. Con riferimento, ad esempio, a Rai Fiction, sono stati imputati all’aggregato A sia i costi di funzionamento della struttura sia l’ammortamento dei diritti, oltreché - per coerenza - i connessi ricavi di carattere commerciale;  non univoca destinazione ad un aggregato della produzione editoriale di una Direzione (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai Premium e Rai Movie e canali radio), si è provveduto a classificare i costi dei programmi sulla base delle caratteristiche anagrafico/editoriali. 33 Il quadro complessivo è il seguente: COSTI DIRETTI * milioni di euro Aggregato B Reti 209,6 205,9 Testate 604,2 - Sedi regionali 94,3 - Radiofonia 72,9 7,1 Fiction Altri costi esterni Totale 9.2 Aggregato A 202,8 - 85,8 45,3 1.269,7 258,3 Criteri di allocazione delle matricole programmi agli aggregati L’attribuzione dei programmi (c.d. matricole) e quindi dei relativi ricavi/costi agli aggregati A e/o B segue due criteri fondamentali: I. appartenenza della Direzione di riferimento ad un aggregato In caso di appartenenza della Direzione ad un aggregato vale lo schema riportato nel Paragrafo 9.1. II. caratteristiche anagrafiche/editoriali dei programmi nei casi di Direzioni la cui destinazione non sia univoca (reti televisive e radiofoniche) Nel caso delle Direzioni (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai Premium e Rai Movie e canali radio) che non destinano univocamente la loro produzione ad uno dei due aggregati, ma ad entrambi, le relative matricole sono state classificate sulla base delle caratteristiche anagrafiche/editoriali dei relativi programmi. Più in particolare, per quanto riguarda i programmi televisivi: 1) Matricole trasmesse Il Contratto di Servizio 2010 – 2012 prevede che la programmazione televisiva della concessionaria pubblica debba prioritariamente tener conto di alcuni generi editoriali, definendone il relativo contenuto con una declaratoria dei generi molto dettagliata e chiaramente improntata a tematiche e aspetti valoriali della programmazione (articolo 9, co. 2). Ai sensi del successivo co. 6, “La Rai trasmette al Ministero, all'Autorità e alla Commissione parlamentare, per ciascun semestre, entro i successivi tre mesi, una relazione contenente una dettagliata informativa sul volume dell'offerta classificata secondo i generi di cui al co. 2; tale informativa dovrà altresì contenere tutti i titoli dei programmi classificati in base ai generi di cui al co. 2, con indicazione della loro collocazione oraria, nonché quelli ricadenti nella tipologia di cui al co. 3, e i tempi e le percentuali di occupazione video di ogni singolo genere previsto, al fine di determinare quanto richiesto al co. 1 del presente articolo. Tale documento deve essere pubblicato sul sito web della Rai alla voce "Programmi televisivi di servizio pubblico finanziati dalle risorse provenienti dal canone di abbonamento”. Pertanto, per la ripartizione delle matricole tra gli aggregati, la Rai si è conformata al contenuto delle informative semestrali relative al 2012 trasmesse allo stesso Ministero vigilante. Si tratta, al pari delle precedenti, di informative che - non avendo dato luogo all’apertura di alcuna procedura di contestazione da parte del Ministero, secondo le modalità previste dall’articolo 31 dello stesso Contratto - sono da intendersi tacitamente approvate. In definitiva, nella logica non discrezionale che sovrintende lo schema di separazione contabile, per l’attribuzione dei programmi trasmessi nel corso del 2012 all’aggregato A (e a fortiori all’aggregato B), Rai si è uniformata alla classificazione disciplinata dal Contratto di Servizio e nei fatti approvata anche per il 2012 dal Ministero dello Sviluppo Economico Comunicazioni. Di seguito vengono fornite alcune precisazioni operative di dettaglio sul processo di classificazione. Per effetto della stringente impostazione del Contratto di Servizio, sono stati creati una serie di generi “elementari” a loro volta ricondotti ai nove macrogeneri [art. 9, co. 2, dalla lett. a) alla lett. f)] a cui devono fare riferimento le quote di riserva fissate dal precedente co. 1. Ne deriva che ad ogni programma viene attribuito il relativo genere elementare sulla base del contenuto prevalente e della specifica linea editoriale. Per quanto attiene, più in particolare, le trasmissioni difficilmente identificabili con un unico genere editoriale a causa della varietà dei temi trattati (cosiddetti “programmi contenitore” e programmi “ibridati”), esse - ai fini del 34 rispetto delle quote di riserva - sono state escluse, adottando quindi una interpretazione restrittiva. L’attribuzione dei generi elementari è curata per conto della Rai dalla Nielsen TAM Italia6 sia in ragione della sua pluriennale esperienza nello specifico ambito della rilevazione televisiva sia per le garanzie che può offrire in qualità di società indipendente riconosciuta da tutto il mercato. Va inoltre tenuto presente che le informazioni relative al genere sono a livello di puntata, mentre le informazioni di costo/ricavo sono a livello di programma. Pertanto: - nell’aggregato A sono inseriti i programmi le cui puntate trasmesse siano univocamente classificate con generi predeterminati di servizio pubblico; - nell’aggregato B sono inseriti i programmi le cui puntate trasmesse abbiano univocamente generi non predeterminati di servizio pubblico; - per i programmi che presentano differenze di genere tra le puntate, i costi/ricavi della matricola vengono ripartiti tra l’aggregato A e B sulla base della prevalenza dei minuti relativi ai generi di servizio e non. 2) Matricole non trasmesse Per i costi/ricavi relativi a programmi non trasmessi7 - il cui valore economico è di scarsa rilevanza - e quindi non codificati con il genere elementare, è stato utilizzato il genere contabile. Infatti, dall’analisi svolta sulle matricole trasmesse, è emersa una forte relazione tra il genere contabile e l’appartenenza o meno ai generi del Contratto di Servizio. «««»» A valle di questa classificazione è stata operata una rettifica diretta ad allineare l’allocazione degli spazi di palinsesto fra gli aggregati ai parametri previsti nel Contratto di Servizio. Tali parametri stabiliscono che la programmazione televisiva generalista RAI sia per almeno il 70% di servizio pubblico predeterminato, fermo restando il limite per Rai Tre fissato all’80%. Tenuto conto che nel 2012 gli spazi effettivamente coperti da programmi rispondenti ai requisiti di servizio hanno ecceduto i livelli sopra ricordati (72,8% per le tre reti generaliste e 89,1% per Rai 3), si è proceduto a spostare nell’aggregato B i minuti di programmazione eccedenti i limiti sopra elencati. Rispetto allo scorso esercizio, stante la sostanziale invarianza della percentuale di programmazione di servizio pubblico (72,6% nel 2011), la percentuale di spostamento all’aggregato B è praticamente invariata (dall’2,6% al 2,8%). I suddetti spazi eccedenti di programmazione sono stati valorizzati al relativo costo e ricavo medio. In particolare, per quanto concerne i costi/ricavi, è stata scorporata – per raggiungere le percentuali del Contratto di Servizio – solo parte della programmazione ad utilità immediata, in quanto l’unica non specificamente regolata nelle conferenti disposizioni. Il criterio utilizzato per valorizzare i minuti da spostare è stato quello di calcolare: 6 7 Per i canali tematici, l’attribuzione dell’aggregato è stata effettuata dalle competenti Direzioni Rai, sulla base degli stessi criteri utilizzati dalla Nielsen per i canali generalisti. Produzioni di magazzino, anticipi di costo, etc.. 35  Costi: costo medio orario (diretto ed indiretto) per fascia dei prodotti di immediata classificati nell’aggregato A, moltiplicato per il tempo eccedente;  Ricavi diretti: ricavo medio orario per fascia dei ricavi puntualmente attribuiti ai programmi di immediata presenti nell’aggregato A, moltiplicato per il tempo eccedente;  Pubblicità tabellare: valorizzazione media oraria per fascia dei contatti inseriti nei programmi di immediata, moltiplicato per il tempo eccedente. La sintesi degli spostamenti è appresso riportata: Spostamento 30% Programmazione milioni di euro A B Costi diretti -15,8 Costi indiretti -14,5 Ricavi pubblicitari e commerciali 10,6 . Effetto economico complessivo -19,7 15,8 0,0 14,5 0,0 -10,6 0,0 19,7 36 10 Il sistema di Transfer charge La voce Transfer charge interni accoglie il costo pieno dei servizi, considerato al netto dei ricavi conseguiti, oggetto di scambio fra i tre aggregati. Con riferimento alle attività di supporto tecnico (servizi generali, informativi, produttivi e di radiofonia) i transfer charge sono determinati attraverso l’analisi puntuale delle prestazioni oggetto di scambio e risultano comprensivi della remunerazione del capitale investito. Per le altre attività, essenzialmente le strutture di staff, il sistema dei transfer charge sconta invece l’applicazione di specifici driver per il ribaltamento dei costi. 10.1 Servizi Generali La Direzione Servizi Generali è responsabile della gestione degli immobili del Gruppo: in tale ambito fornisce servizi connessi agli immobili, dotazioni individuali e di ufficio e servizi aggiuntivi a tutte le strutture di Rai S.p.A. ed alle società del Gruppo. I Transfer Charge verso le strutture utilizzatrici sono stati elaborati dal sistema di Contabilità Industriale adottato dalla Direzione stessa che fornisce la valorizzazione delle attività/servizi offerti, già nettati dei ricavi commerciali generati dalla Direzione. Le attività/servizi valorizzate dal sistema di Contabilità Industriale sono così raggruppabili:  servizi immobiliari e servizi ad essi connessi: spazi, energia elettrica, pulizia, riscaldamento/condizionamento, vigilanza, servizi elettrici, servizi edili, manutenzione mobili e arredi, manutenzioni telefoniche, servizi idraulici, estinzione fissa e mobile, manutenzione ascensori e elevatori;  servizi aggiuntivi: gestione posta, fornitura fotocopiatrici, servizi trasloco, gestione automezzi, centralino, fax, modulistica, archivio, centro stampa;  servizio di ristorazione. La valorizzazione delle attività/servizi è elaborata a livello di singolo sito immobiliare (denominato Nodo di Contabilità Industriale di II livello) o aggregato di siti (denominato Nodo di Contabilità Industriale di I livello), in funzione della rilevanza del sito immobiliare considerato. Il processo di determinazione dei Transfer Charge può essere distinto in tre fasi: 1) attribuzione dei costi ai Nodi di contabilità industriale: tale fase prevede l’attribuzione di tutti i costi ai Nodi rilevati dalla Contabilità industriale, mediante un processo di attribuzione diretta o indiretta (per tutti i costi imputati ai CdC delle aree di staff della Direzione Servizi Generali); 2) determinazione del costo delle attività/servizi erogati per Nodo di contabilità industriale: per ciascun Nodo di contabilità industriale il sistema attribuisce tutti i costi (costo del personale, costi esterni e ammortamenti) alle attività/servizi, mediante un processo di attribuzione diretta/indiretta a seconda della natura di costo considerata; 3) attribuzione alle strutture riceventi: sulla base delle quantità consumate dalle singole strutture si determina il Transfer Charge per attività/servizio da imputare alle strutture utilizzatrici. Il costo unitario per attività/servizio è determinato a consuntivo sulla base 37 della sommatoria delle quantità utilizzate dalle strutture riceventi il servizio, calcolate con modalità differenti a seconda della tipologia di servizio erogato: - utilizzo degli spazi immobiliari e dei servizi ad essi connessi: il consumo è calcolato sulla base dello spazio effettivo occupato dalle strutture aziendali; - servizi aggiuntivi: il consumo è calcolato sulla base del numero di risorse appartenenti alla struttura aziendale; - servizio di ristorazione, calcolato sulla base del numero di pasti consumato dagli addetti inquadrati in ciascuna struttura aziendale. 10.2 ICT I Transfer Charge verso le strutture utilizzatrici sono stati elaborati dal sistema di Contabilità Industriale che fornisce la valorizzazione delle attività/servizi offerti, già nettati dei ricavi commerciali generati dalla Direzione. Il costo pieno (costi esterni, costi del personale, ammortamenti e Transfer Charge da Servizi Generali) è articolato per tipologie di prestazioni/servizi erogati dalla Direzione ICT:  Mainframe;  Server (comprende Internet Server);  Rete;  Internet;  Fonia;  Esercizio Applicazioni;  Gestione Postazioni di Lavoro (PdL);  Fleet (include Help Desk);  Progetti Infrastrutturali;  Progetti specifici. Il processo di determinazione dei Transfer Charge può essere distinto in tre fasi: 1) attribuzione dei costi ai Nodi di contabilità industriale: tale fase prevede l’attribuzione di tutti i costi ai Nodi rilevati dalla Contabilità industriale, mediante un processo di attribuzione diretta o indiretta (per tutti i costi imputati ai CdC delle aree di staff della Direzione ICT); 2) determinazione del costo delle attività/servizi erogati per Nodo di contabilità industriale: per ciascun Nodo di contabilità industriale il sistema attribuisce tutti i costi (costo del personale, costi esterni, ammortamenti e Transfer Charge da Servizi Generali) alle attività/servizi, mediante un processo di attribuzione diretta/indiretta a seconda della natura di costo considerata; 3) attribuzione alle strutture riceventi: sulla base delle quantità consumate dalle singole strutture si determina il Transfer Charge per attività/servizio da imputare alle strutture utilizzatrici. Il costo unitario per attività/servizio è determinato a consuntivo sulla base 38 della sommatoria delle quantità utilizzate dalle strutture riceventi il servizio, calcolate con modalità differenti a seconda della tipologia di servizio. Il costo pieno di ciascuna attività/servizio così determinato viene attribuito alle Strutture clienti sulla base di driver:  Mainframe: in funzione della quantità di Cpu (potenza elaborativa) utilizzata per Direzione;  Server: in funzione del numero dei Server in carico alle Direzioni;  Rete: in funzione del numero delle PdL in carico alle Direzioni;  Fonia: in funzione del numero delle PdL in carico alle Direzioni;  Esercizio Applicazioni: in funzione della Direzione utilizzatrice degli applicativi (i costi delle licenze SAP sono attribuiti in base alle licenze utente), nonché del reale dimensionamento dell'applicazione (function point) pesato rispetto al numero di utenti;  Gestione PdL: in funzione del numero delle PdL in carico alle Direzioni;  Fleet: in funzione del numero delle PdL in carico alle Direzioni;  Progetti Infrastrutturali: in funzione del numero delle PdL;  Progetti Specifici: il costo pieno per Direzione è attribuito sulla base dell’effettivo utilizzo. 10.3 Produzione TV A causa di una riorganizzazione delle attività produttive occorsa nel 2012, sono state apportate delle modifiche in termini di assegnazione delle Sezioni Produzione delle Sedi Regionali dalla Direzione Produzione TV alla Direzione Coordinamento Sedi. Tale adeguamento, tuttavia, non ha avuto alcun significativo impatto sull’architettura della procedura di rilevazione tariffaria della Direzione Produzione TV. Si è comunque ritenuto opportuno continuare a coinvolgere i costi delle Sezioni Produzione delle Sedi Regionali nel calcolo delle tariffe per la Contabilità Separata, dal momento che il personale in esse inquadrato può erogare servizi anche per le commesse che non rientrano nell’Aggregato A. Si è quindi proceduto ad ampliare il perimetro dei costi coinvolti nella procedura, in modo da comprendere anche quelli afferenti le Sezioni Produzione provenienti dalla Direzione Coordinamento Sedi, così da tener conto del nuovo assetto organizzativo. Per quanto riguarda la metodologia di calcolo delle tariffe e di valorizzazione delle commesse, anche per le Sedi Regionali sono state utilizzate le stesse modalità implementate per la Direzione Produzione TV che qui di seguito riportiamo. L’attività della Direzione Produzione TV è svolta a supporto e a favore delle:  commesse editoriali (Wbs editoriali o programmi);  commesse non editoriali (Ordini Interni e Wbs Industriali, che individuano attività svolte verso Controllate e terzi esterni non connesse a progetti di natura editoriale);  servizi tecnici (es. gestione collegamenti, esercizio canale): servizi principalmente svolti per la messa in onda dei programmi e su cui non esiste una rilevazione delle quantità orarie. Inoltre, all’interno della Direzione Produzione TV sono collocate anche le attività degli orchestrali dell’orchestra leggera. 39 Il costo totale delle componenti di cui sopra rappresenta il costo della Direzione Produzione TV. Più in particolare, il valore delle commesse editoriali e delle commesse non editoriali si forma attraverso la somma dei: - Costi esterni direttamente attribuiti a commessa (es. costi per noleggi, appalti, personale a tempo determinato); - Costi interni delle Attività/Servizi forniti: valorizzati attraverso il meccanismo delle “tariffe industriali” (sistema di contabilità industriale). Come indicato al Paragrafo 4, a livello di schema della Contabilità separata, il criterio generale adottato prevede che i costi totali della Direzione Produzione TV (derivanti dal modello di contabilità industriale) siano nettati dai ricavi commerciali generati dalla Direzione: conseguentemente l’eventuale margine (positivo/negativo) derivante dall’attività svolta per società del gruppo/terzi viene attribuito alle singole strutture Rai S.p.A., in base al costo pieno attribuito dalla contabilità industriale alle strutture stesse. Il sistema delle tariffe industriali (Transfer Charge) Il sistema di Transfer Charge della Direzione Produzione TV permette di determinare il costo industriale unitario (“tariffe”) delle attività/servizi erogati dalla Direzione, articolato per fornitore (Centro di Produzione di Roma, Milano, Napoli e Torino, Produzione News Nazionali e Regionali). Alla determinazione delle tariffe partecipano tutti i costi (personale, ammortamento, funzionamento e Transfer Charge interni da Servizi Generali e da ICT) che non sono rilevati direttamente sulle commesse editoriali (Wbs editoriali) e sulle commesse non editoriali (Ordini Interni e Wbs Industriali). La Struttura dei Centri di Costo La struttura dei Centri di Costo (CdC) della contabilità industriale è articolata nel seguente modo: CdC UORG CdC Sezione Ausiliario CdC Sezione Finale Attività/ Servizio CdC Sezione Finali Attività/Servizio Quantità Tariffa Ore rilevate (ore uomo, ore studio e ore mezzo di ripresa) Sez. organizzativa Attività/Servizio CdC Sezione Ausiliari CdC Sezione Finali Attività/Servizio CdC Sezione Finali CdC UORG CdC Sezione Finali Attività/Servizio CdC Sezione Finali CdC Sezione Finali Attività/Servizio Attività/Servizio CdC Sezione Finali A Tariffa B Tariffa Tariffa Tariffa Tariffa Tariffa 40  Centri di Costo UORG: costituiscono il livello più elevato della struttura e identificano la macrostruttura organizzativa della Direzione Produzione TV;  Centri di Costo Sezione: presentano un maggior grado di dettaglio, sino a mappare i reparti operativi che forniscono le attività/servizi della Direzione Produzione TV. A loro volta si distinguono tra: - Centri di Costo Sezione Ausiliari: tali CdC sono collegati a uno o più CdC Sezione Finali; - Centri di Costo Sezione Finali: relativi a strutture eroganti le attività/servizi. Il sistema di Contabilità Industriale pertanto prevede tre principali fasi: 1. l’attribuzione e il ribaltamento dei costi industriali della DPTV ai CdC Sezione Finali (Fase A dello schema di cui sopra: al termine di tale fase nel sistema solo i CdC Sezione Finale saranno valorizzati da costi); 2. la successiva valorizzazione delle attività/servizi erogate e calcolo delle tariffe attraverso la divisione per le quantità totali (ore) rilevate a consuntivo. Le ore erogate dalle figure professionali operative (es. operatore, montatore, scenografo,…) su ogni attività/servizio sono rilevate sul sistema aziendale denominato PRRI (Fase B dello schema di cui sopra). Al termine di tale fase si determinano le tariffe industriali unitarie articolate per fornitore; 3. la valorizzazione delle singole commesse attraverso l’applicazione delle tariffe alle quantità orarie di attività/servizi erogate (e rilevate) su ciascuna commessa. Le modalità di attribuzione e ribaltamento dei costi Personale: i costi del personale sono valorizzati ad un costo medio per figura professionale (ad es. montatore), in funzione del Centro di Produzione (Roma, Milano, Torino, Napoli), della Produzione News, Riprese Esterne, Direzione e Staff. Successivamente, ai fini del completamento del processo di valorizzazione delle attività/servizi, il costo del personale indiretto viene ribaltato dai CdC Sezione Ausiliari ai CdC Sezione Finali in base a opportuni driver (numero dipendenti, ore rilevate, metri quadri occupati, percentuali determinate su informazioni fornite dalle strutture interessate). Ammortamento: la quota di competenza è attribuita, attraverso le informazioni di dettaglio contenute nella scheda cespiti e collegata a ciascun cespite in anagrafica, ai:  CdC Sezione Finali: quando il cespite è direttamente collegabile ad una attività/servizio in quanto funzionale allo svolgimento di una sola attività/servizio;  CdC Sezione Ausiliari: nel caso in cui il cespite non sia associato univocamente ad una attività/servizio, ma sia condiviso da più sezioni organizzative (es. “pool di telecamere”); tali costi vengono ribaltati sui CdC Sezione Finali attraverso un ciclo di ribaltamento in base a opportuni driver (n° dipendenti, ore rilevate, mq. occupati, % determinate su informazioni fornite dalle Strutture interessate). Funzionamento: tali costi sono rilevati e imputati dalla Co.Ge sui CdC UORG. Tali costi vengono attribuiti ai CdC Sezione in proporzione al numero di risorse professionali associate 41 ad ogni Cdc SezioneTP8PT. Per quei costi attribuiti a CdC Sezione Ausiliari si procederà all’attribuzione ai CdC Sezione Finali attraverso un ciclo di ribaltamento in base a opportuni driver (n° dipendenti, ore rilevate, mq. occupati, % determinate su informazioni fornite dalle Strutture interessate). Transfer Charge da Servizi Generali e ICT: tali costi, che giungono direttamente dai processi di transfer charge delle due Direzioni citate, sono attribuiti a CdC UORG rappresentativi dei Centri di Produzione, della Gestione Grandi Eventi e Attività Produttive Estero e della Produzione News Nazionali e Regionali. I transfer charge da Servizi Generali vengono conseguentemente attribuiti ai CdC Sezione:  per i servizi legati agli spazi (es. spazio, pulizia, riscaldamento, etc) sulla base dei mq. occupati;  per i servizi legati alle persone (es. mensa, centro stampa, centralino, etc) sulla base del numero di risorse. I transfer charge da ICT vengono attribuiti sulla base del numero di risorse allocate sui CdC sezione. Valorizzazione delle attività/servizi e calcolo tariffe Preliminarmente al calcolo della tariffa, il sistema esegue l’attività di “suddivisione” ovvero esegue una procedura che trasferisce i costi allocati sui CdC Sezione Finali alle Attività/Servizi: questa procedura si rende necessaria poiché si possono avere casi in cui il rapporto tra il CdC Sezione Finale che individua la sezione organizzativa erogante il servizio (es. Montaggio) e le singole prestazioni (es. Montaggio analogico, Montaggio digitale) sia di 1 : n (anziché di 1 : 1). Tale suddivisone avviene in funzione del n° di ore erogate su ciascuna singola prestazione. A questo punto, il calcolo del costo unitario (tariffa) di ogni attività/servizio avviene attraverso la divisione dei costi totali attribuiti a ciascuna attività/servizio (“Tipo Attività”) per il numero di ore rilevate sulla stessa nel corso del periodo considerato. Valorizzazione delle commesse attraverso le tariffe La valorizzazione delle commesse avviene moltiplicando le ore di ciascuna attività/servizio registrate sulle singole commesse per le tariffe, a parità di centro di costo, tipo attività, anno. Per le modalità di attribuzione delle commesse agli aggregati A e B, si rimanda al paragrafo 9.2. Valorizzazione delle prestazioni Servizi Tecnici e Orchestra Leggera e attribuzione agli aggregati Il costo dei Servizi Tecnici (esercizio di canale, gestione collegamenti, televideo e Argo/AVStar) viene rilevato sui singoli CdC coincidenti con i settori che erogano i servizi (es. Controllo Centrale Centro Produzione Roma, Controllo Centrale Centro Produzione Milano, ecc). 8 Ogni CdC Sezione è caratterizzato da due parametri fondamentali per il processo di attribuzione e ribaltamento dei costi: il numero di risorse e i metri quadri che sottendono la sezione organizzativa mappata. Pertanto, la somma di tali grandezze a livello di tutti i CdC Sezione determina il numero di risorse totali della Direzione Produzione TV e i metri quadri totali occupati dalla stessa. 42 Tali costi vengono poi attribuiti da sistema alle Strutture utilizzatrici (Rai1, Rai2, Rai3, Rai Notte, TG1, TG2, TG3, TGR, Rai News 24, Rai Sport, Rai Educational, TSP, Rai International, ecc.) sulla base di un driver "combinato" che incrocia le ore di trasmissione con la quantità di personale coinvolto dalla messa in onda di ciascun canale. Il costo dell’Orchestra Leggera viene attribuito, da sistema, alle singole matricole dei programmi (e quindi ai rispettivi aggregati) sulla base dei mesi/uomo di assegnazione alle singole commesse, derivante da una reportistica interna di settore. 10.4 Altre strutture di staff Le strutture di staff, collocate nell’aggregato C, sono le seguenti:  Vice Direzioni Generali  Acquisti  Risorse Umane e Organizzazione  Finanza e Pianificazione  Comunicazione e Relazioni Esterne  Relazioni Istituzionali ed Internazionali  Strategie Tecnologiche  Affari Legali e Societari  Internal Auditing  Staff DG  Staff Presidente  Segreteria CdA  Organismo di vigilanza  Risorse Televisive  Palinsesto TV e Marketing  Nuovi Media  Commerciale  Intrattenimento  Sviluppo strategico Il criterio generale adottato per l’attribuzione agli aggregati A e B prevede la ripartizione del totale dei costi operativi della struttura, al netto dei ricavi generati verso società del gruppo/terzi. Le modalità di attribuzione agli aggregati A e B si basano sull’utilizzo di due driver di ribaltamento differenti a seconda delle strutture considerate: 1) per le strutture di staff che erogano servizi a tutte le strutture aziendali (Acquisti, Risorse Umane e Organizzazione, Finanza e Pianificazione, Comunicazione e Relazioni Esterne, 43 Relazioni Istituzionali e Internazionali, Strategie Tecnologiche, Affari Legali e Societari, Internal Auditing, Staff DG, Staff Presidente, Segreteria CdA, Organismo di vigilanza, Nuovi Media, Sviluppo strategico), in base al costo del personale allocato negli aggregati A e B; 2) per le strutture di supporto editoriale (Risorse Televisive, Palinsesto Tv e Marketing, Intrattenimento), in base al totale dei costi operativi (esterni, personale e ammortamenti) delle reti televisive; 3) per la struttura Commerciale, in base ad uno specifico driver di ribaltamento. 10.5 Rai Way Rai Way è la società del Gruppo Rai, posseduta al 100% da Rai S.p.A., responsabile della fornitura di tutti i servizi di trasmissione, distribuzione e diffusione di segnali e programmi audiovisivi per Rai e le società da essa controllate, in tecnica analogica, digitale terrestre e satellitare. Inoltre la società ha sviluppato linee di business verso clienti terzi, quali il servizio di tower-rental (ospitalità, presso la propria rete, degli impianti di altri operatori, prevalentemente di telecomunicazioni), la gestione di servizi e trasmissione, trasporto e diffusione di segnali audio/video. Ai fini di illustrare le modalità di attribuzione dei costi relativi ai servizi trasmissivi e diffusivi a supporto della produzione e programmazione televisiva e radiofonica forniti a Rai S.p.A., si richiamano i seguenti riferimenti normativi:  l’articolo 45 co. 2 lettera a) del TUSMAR stabilisce che il servizio pubblico generale radiotelevisivo garantisce “la diffusione di tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche di pubblico servizio della società concessionaria, con copertura integrale del territorio nazionale, per quanto consentito dallo stato della scienza e della tecnica”;  lo stesso TUSMAR all’articolo 47, co. 1, stabilisce che “ogni qualvolta vengano utilizzate le stesse risorse di personale, apparecchiature o impianti fissi o risorse di altra natura per assolvere i compiti di servizio pubblico generale e per le altre attività, i costi relativi devono essere ripartiti sulla base della differenza tra i costi complessivi della società considerati includendo o escludendo le attività di servizio pubblico”;  tale norma richiama quanto contenuto nella Comunicazione della Commissione relativa all’applicazione delle norme sugli aiuti di Stato al servizio pubblico di radiodiffusione (2009/C 257/01), che specifica al punto 67 del paragrafo 6.4 che “i costi che sono interamente attribuibili alle attività di servizio pubblico pur andando anche a profitto delle attività non di servizio pubblico, non devono essere suddivisi proporzionalmente fra i due tipi di attività e possono essere imputati integralmente all’espletamento del servizio pubblico”; parallelamente la Comunicazione, nel medesimo punto, aggiunge che “si devono prendere in considerazione gli utili netti delle attività commerciali correlate alle attività di servizio pubblico allo scopo di calcolare i costi netti del servizio pubblico e quindi di ridurre il livello della compensazione per il servizio pubblico”. L’applicazione delle suddette norme implica che tutti i costi operativi sostenuti da Rai Way per la fornitura dei servizi a Rai S.p.A. (escluse le tipologie di costo illustrate nel paragrafo successivo), al netto dei ricavi realizzati dalla società stessa per i servizi erogati a favore delle società controllate/terzi, siano attribuibili all’aggregato A. Dal perimetro totale dei costi operativi sono stati esclusi i costi relativi a servizi erogati attraverso l’utilizzo di risorse esterne alla rete Rai Way (per i quali il criterio generale non è 44 applicabile) e i costi relativi a servizi erogati a favore di strutture collocate nell’aggregato C, la cui successiva attribuzione agli aggregati A e B segue il sistema del Transfer charge delle strutture stesse. In particolare:  i costi relativi ai servizi di contribuzione inerenti il noleggio di circuiti trasmissivi ad hoc sono imputati direttamente ai programmi televisivi, mediante la rilevazione, evidenziata da un apposito sistema informativo (SIGMA), dei minuti utilizzati da ciascun programma TV; la successiva attribuzione di tali costi agli aggregati A e B è regolata dalle modalità esplicate al Paragrafo 9.2;  i costi relativi ai servizi di contribuzione satellitare, erogati a favore della Direzione Produzione TV (Aggregato C), sono attribuiti alla Direzione stessa; la successiva attribuzione di tali costi agli aggregati A e B è regolata dalle modalità esplicate al Paragrafo 10.3;  i costi relativi ai servizi di trasmissione fonia e dati, erogati a favore della Direzione ICT (Aggregato C), sono attribuiti alla Direzione stessa; la successiva attribuzione di tali costi agli aggregati A e B è regolata dalle modalità esplicate al Paragrafo 10.2. 10.6 Rai Cinema Rai Cinema svolge attività di acquisizione in Italia e all'estero di diritti di utilizzazione economica su opere audiovisive, cinematografiche, televisive e multimediali, in funzione principalmente delle esigenze produttive ed editoriali della Rai e delle società ad essa collegate; la fornitura alla Rai e alle società ad essa collegate dei diritti di cui sopra e l'organizzazione, l'amministrazione e la gestione dei diritti in funzione delle esigenze informative, di ricerca, acquisitive, e di trasmissione della Rai; la distribuzione, la commercializzazione, la cessione dei diritti, in Italia e all'estero; la produzione di opere audiovisive destinate ai mercati della cinematografia, della televisione e della video comunicazione in genere; la distribuzione, la commercializzazione e la vendita del compendio diritti acquisito tramite gli investimenti nella produzione audiovisiva e cinematografica nazionale ed internazionale. Più in particolare, la Società è attiva nelle seguenti attività:  Attività di produzione italiana o europea9;  Acquisto diritti Free TV italiani ed europei;  Acquisto diritti diversi da Free TV italiani o europei;  Acquisto di Full Rights10 italiani ed europei11;  Acquisto diritti Free TV non italiani o europei; 9 Si intendono le diverse fattispecie di pre-acquisto, co-produzione e appalto; non è stata data evidenza del caso di produzioni extra-europee perché ad oggi non sono realizzate. I costi di Print&Advertising per il cinema di produzione italiano ed europeo rientrano nel costo pieno da ribaltare a Rai, pertanto tutti i ricavi commerciali saranno sottratti dal costo pieno. 10 Modalità di acquisto con la quale si acquisisce l’intera filiera dei diritti (Theatrical, Pay TV, Home Video e Free TV) relativa ad un singolo titolo. 11 L’eventuale maggiorazione del costo a seguito di royalties dovrà essere aggiunta al costo pieno. I costi di Print&Advertising per i diritti Full Rights italiani ed europei rientrano nel costo pieno da ribaltare a Rai, pertanto tutti i ricavi commerciali saranno sottratti dal costo pieno. 45  Acquisto diritti Full Rights non italiani o europei12;  Acquisto diritti diversi da Free TV non italiani o europei. Principi generali adottati da Rai Cinema per la determinazione dei Transfer Charge verso Rai Allo scopo di considerare le specificità del business di Rai Cinema, il Transfer Charge è stato costruito attraverso la determinazione del costo pieno di ciascun titolo in portafoglio della Società secondo lo schema di seguito evidenziato: + quota di ammortamento + spese di Print & Advertising + costi operativi (-) ricavi commerciali + remunerazione del capitale investito Per quanto riguarda le quote di ammortamento, la loro configurazione riflette il costo storico sostenuto per: l’acquisto dei diritti, gli apporti di co-produzione, i costi per l’edizione e le spese accessorie capitalizzate. Il costo di acquisto dei Full Rights non italiani ed europei è ammortizzato in 7 anni: i 2/7 sull’attività commerciale di Rai Cinema, i restanti 5/7 come diritto televisivo free. Dal punto di vista logico, poiché ciascun titolo è riconducibile alle attività specificamente condotte da Rai Cinema, la determinazione del suo costo pieno consente l’attribuzione, attraverso la specifica classe di attività a cui viene imputato, agli aggregati di riferimento. Tale impostazione consente di evidenziare separatamente (e quindi sottraendole al Transfer Charge verso Rai) le attività propriamente commerciali svolte in autonomia da Rai Cinema. Con riferimento ai razionali che guidano l’attribuzione delle attività (e quindi del costo pieno dei titoli) agli aggregati, va segnalato come la Legge 122/98 stabilisce che tutte le tipologie di investimento in prodotto italiano ed europeo devono confluire nell’aggregato A. Modalità di attribuzione dei costi e dei ricavi: Ammortamenti Sulla base dei principi generali sopra esposti, di seguito è illustrata l’attribuzione delle quote di ammortamento ai singoli aggregati: Aggregato A  Attività di produzione italiana o europea;  Acquisto diritti Free TV italiano ed europeo;  Acquisto diritti diversi da Free TV italiani o europei;  Acquisto di Full Rights italiani ed europei. 12 L’eventuale maggiorazione del costo a seguito di royalties dovrà essere aggiunta al costo pieno. I costi di Print&Advertising e i ricavi commerciali per i diritti Full Rights non italiani o europei rientrano nell’aggregato Commerciale. 46 Aggregato B  Acquisto diritti Free TV non italiano o europeo;  Acquisto diritti Full Rights non italiani o europei: sono imputate le quote di ammortamento dal 3° al 7° anno (relative al costo di ammortamento del periodo di validità del diritto Free TV). Attività propriamente Commerciale di Rai Cinema  Acquisto diritti Full Rights non italiani o europeiP: sono imputate le prime due quote di ammortamento dell’investimento (relative al periodo di sfruttamento del Theatrical, Home Video e Pay TV);  Acquisto diritti diversi da Free TV non italiani o europei. Costi operativi L’attribuzione dei costi operativi (personale e costi esterni) agli aggregati avviene in base alla seguente procedura:  Suddivisione del personale tra: direttamente imputabile ad attività (Produzione, Acquisti e Marketing) e “Altro Personale”;  Attribuzione delle risorse relative al personale diretto agli aggregati come segue: - Produzione: all’aggregato A; - Acquisti: agli aggregati in proporzione agli ammortamenti; - Marketing: agli aggregati in proporzione ai ricavi;  Imputazione del personale indiretto agli aggregati sulla base della percentuale di attribuzione del personale diretto;  Imputazione del costo totale (personale e costi esterni) sulla base delle percentuali individuate per l’attribuzione del personale diretto. Costi e ricavi della gestione propriamente commerciale I costi e i ricavi relativi all’attività propriamente commerciale svolta da Rai Cinema e le quote di costo e ricavo di competenza di terze parti sono imputate agli aggregati secondo le stesse regole definite per gli ammortamenti, poiché sono attribuibili a livello di singolo titolo. Pertanto, nell’aggregato A confluiscono esclusivamente le componenti della gestione commerciale riferita al prodotto italiano ed europeo in conformità alla Legge 122/98. 10.7 Gli altri transfer charge esterni Per quanto riguarda le altre Società Controllate (Rai Net, Rai Corporation, Rai World) anche in considerazione della modesta entità dei valori espressi dalle stesse rispetto alle dimensioni complessive della contabilità separata, si è proceduto all’imputazione diretta dei valori dei singoli Contratti di Servizio alle Strutture Rai che beneficiano delle prestazioni. 47 11 Il capitale investito e la sua remunerazione 11.1 La configurazione del capitale investito Il capitale investito - calcolato come media fra i valori al 31 dicembre 2011, al 30 giugno 2012 ed al 31 dicembre 2012 - ammonta complessivamente a 331,7 milioni di euro. Nella configurazione utilizzata non si è tenuto conto del TFR e delle partecipazioni finanziarie e della fiscalità. La ripartizione tra gli aggregati evidenzia, in particolare, l’allocazione nell’aggregato A dell’attivo immobilizzato riferito per la gran parte ai diritti audiovisivi (fiction di produzione) e l’allocazione nell’aggregato C dell’attivo materiale, costituito principalmente dai cespiti relativi all’area della produzione e a quella immobiliare. L’attivo circolante riflette, congiuntamente alle dinamiche del ciclo attivo e passivo, la diversa natura dell’attività degli aggregati, evidenziando una concentrazione dei crediti in B rispetto al saldo negativo di C e, in misura inferiore, di A. CAPITALE INVESTITO NETTO Aggragato A Aggregato B Aggregato C milioni di euro Immobilizzazioni Capitale circolante Totale 408,1 10,2 370,0 -157,7 49,4 -348,3 250,5 59,5 21,7 48 11.2 La determinazione del WACC Le risultanze della contabilità separata tengono conto, in linea con quanto previsto dalle conferenti delibere di AGCom, di un’equa remunerazione del capitale investito. In particolare, il costo del capitale incluso nell’aggregato A è pari a 40,5 milioni di euro ed è stato ottenuto applicando un tasso di rendimento (WACC-Weight Average Cost of Capital) calcolato sulla base della teoria del capital asset pricing model - del 16,2%. Lo stesso tasso, in quanto riferito ad attività correlate in termini di rischio, è stato applicato per la quota del costo del capitale trasferita dall’aggregato C all’aggregato A attraverso il meccanismo dei transfer charge interni. Il costo del capitale dell’aggregato B è invece pari a 11,6 milioni di euro e risulta correlato ad un tasso di rendimento del 19,4% che esprime, in sostanza, la maggiore volatilità associata all’attività diversa da quella di servizio pubblico in senso stretto. COSTO MEDIO DEL CAPITALE Aggragato A Aggregato B Aggregato C milioni di euro Costo del capitale 40,5 11,6 34,6 Riguardo al costo del capitale di pertinenza dell’aggregato C, questo è stato ripartito fra gli aggregati A e B utilizzando quale driver la struttura dei flussi di transfer charge. 49 ALLEGATO II NORMATIVA DI SETTORE APPLICABILE AI DATI DI CONTABILITÀ SEPARATA PER L’ESERCIZIO CHIUSO AL 31 DICEMBRE 2012  Legge 3 maggio 2004 n. 112  Decreto legislativo 31 luglio 2005 n. 177 – Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici  Contratto di Servizio 2010-2012 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 27 giugno 2011  Delibera n. 102/05/CONS del 10 febbraio 2005 emanata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni  Delibera n. 186/05/CONS del 9 giugno 2005 emanata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni  Delibera n. 393/05/CONS del 13 ottobre 2005 emanata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni  Delibera n. 541/06/CONS del 21 settembre 2006 emanata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni  Raccomandazione della Commissione 98/322/CE e sue successive modificazioni ed integrazioni ALLEGATO III SINTESI DELLE PROCEDURE DI VERIFICA SUI DATI DI CONTABILITÀ SEPARATA PER L’ESERCIZIO 2012 DELLA RAI – RADIOTELEVISIONE ITALIANA S.p.A. • Esame del settore di riferimento e delle fasi operative della Società, nonché dell’organizzazione delle stesse, al fine di verificare la rispondenza degli aggregati identificati e delle funzioni condivise identificati nella redazione dei dati di contabilità separata. • Analisi delle risultanze della revisione contabile del bilancio della Società, attraverso: - l’analisi, mediante l’esame delle carte di lavoro predisposte dalla società di revisione incaricata, delle procedure di revisione da questa svolte, ivi comprese quelle volte ad accertare l’attendibilità e la sicurezza dei dati relativi ai flussi informativi delle procedure contabili, dei sistemi e dei sottosistemi applicativi, nonché delle procedure di controllo in essere; - ottenimento e discussione con i responsabili della revisione contabile del bilancio della Società di tutti i dati, le informazioni e la documentazione necessaria ai fini dello svolgimento dell’incarico. • Determinazione del livello di significatività, mediante valutazione dell’impatto dei potenziali errori sia a livello dei conti annuali separati nel loro complesso, sia in relazione a singoli conti separati, classi d operazioni e informazioni. • Esame dell’adeguatezza del disegno e dell’operatività del sistema di controllo ai fini della rilevazione della destinazione dei fatti amministrativi per attività. • Esame delle procedure poste in essere dalla Società per la predisposizione dei dati di contabilità separata e verifica dell’adeguatezza delle stesse per ottenere dati attendibili, in linea con quanto richiesto dalle Delibere 102/05, 186/05, 541/06 dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (“AgCom”) e dalla normativa di settore. • Verifica dell’adeguatezza delle procedure adottate dal sistema informativo della Società per ottenere le separazioni contabili richieste dalle Delibere 102/05, 186/05, 541/06 dell’AgCom e dalla normativa di settore. • Verifica della riconciliazione dei dati contabili separati per attività prodotti da altri sistemi contabili o gestionali con la contabilità generale. • Verifica della corrispondenza al dettato delle Delibere 102/05, 186/05, 541/06 dell’AgCom e della normativa di settore o della ragionevolezza dei parametri adottati per la ripartizione dei costi e dei ricavi relativi alle funzioni condivise alle attività. • Quadratura della sommatoria dei bilanci di verifica settoriali, eventualmente utilizzati dalla Società per la predisposizione dei conti annuali separati, con il bilancio. • Verifica della correttezza dei conteggi matematici nelle attribuzioni effettuate. • Accertamento che la Società abbia applicato criteri e parametri di riparto in linea con quelli del/i precedente/i esercizi. • Verifica della conformità dei conti annuali alle note esplicative contenute nello schema di contabilità separata. • Verifiche campionarie per ogni voce dei conti annuali separati in misura sufficiente da escludere l’esistenza di errori di importo significativo nell’imputazione dei fatti amministrativi originari alle attività e alle funzioni condivise. In particolare: - verifica dell’allocazione dei ricavi tra gli aggregati; - verifica dell’allocazione dei costi congiunti con particolare riferimento a quelli relativi alle aree di staff; - relativamente ai costi, verifica dell’inerenza dei centri di costo di contabilità generale con le commesse di produzione e l’aggregato di destinazione; - verifica che i parametri di riparto per l’attribuzione dei costi comuni siano supportati da documentazione proveniente dalle aree aziendali interessate; - verifica dell’applicazione dei transfer charges negli scambi tra i diversi aggregati; - verifica della corretta determinazione e imputazione del costo del capitale; - verifica della corretta determinazione e imputazione delle partite non contabili, in applicazione delle note metodologiche ed esplicative di riferimento approvate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. • Valutazione del rischio intrinseco, di controllo e di individuazione secondo i canoni generali della revisione contabile delle asserzioni relative alla conformità dei conti separati ai criteri dettati dalle Delibere 102/05, 186/05, 541/06 dell’AgCom e dalla normativa di settore. • Verifica dell’inclusione nelle note di commento degli effetti sui dati di contabilità separata degli eventi avvenuti fra la data di approvazione del bilancio e la redazione dei conti annuali separati. • Ottenimento al termine dell’esame dei dati di contabilità separata della lettera di attestazione richiesta dalle norme tecnico – deontologiche della revisione contabile.