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Così Lo Spot Trasloca Dalla Tv Al Video Online

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DELLE 28 www.corrierecomunicazioni.it [email protected] n°11. 20 giugno 2011 Gli autori chiedono più voce nel ridefinire le norme europee sul copyright. L’ex Bee Gees Robin Gibbs (presidente Cisac): «Google e YouTube devono pagarci» L’era della convergenza L’ERA DELLA CONVERGENZA Trend. Al decollo l’industria dei contenuti over the top SENTIERIdelVIDEO Così lo spot trasloca dalla tv al video online Programmi e film online pronti a intercettare la pubblicità broadcaster patriziaLIcata Non sono solo le telco a guardare con preoccupazione al business degli over the top, le aziende nate sul Web (Google, Facebook ecc). Anche le tv tradizionali dovrebbero prepararsi a dar battaglia sul fronte pubblicitario, dove si prospetta uno “scippo” di pubblicità a favore dei nuovi entranti. Il business dei fornitori di video over the top va infatti a gonfie vele e potrebbe rubare spazi, o almeno spot, alle tv tradizionali: è quanto emerge dall’ultimo studio di Abi Research secondo cui l’industria video degli Ott totalizzerà 20 miliardi di dolla- lioni del 2010. “Nei prossimi anni, YouTube e le altre piattaforme basate su Internet si guarderanno sempre di più nel salotto di casa e questo aprirà importanti opportunità per gli Over the top in tutti i Paesi per catturare gli investimenti pubblicitari”, spiegano a Abi Research “Il trend sarà accelerato dal potenziamento dei contenuti di video on demand su YouTube, come annunciato di recente”. La nuova industria dei servizi video su Internet si basa su un vero e proprio ecosistema che richiede una stretta cooperazione tra produttori di elettronica di consumo e set-top box, fornitori di contenuti e service provider in tutto il mondo, sottolinea Abi: “La scoperta del contenuto da parte del consumatore” è solo uno degli esempi che dimostra come lo scenario stia rapidamente cambiando: gli spettatori non vogliono più palinsesti preconfezionati e nemmeno le tradizionali guide tv, “ma scelte personalizzate e basate sulla ricerca e sulle raccomandazioni che riescono a trovare online”, conclude Jason Blackwell, practice director di Abi Research. à à Previsioni platea mondiale YouTube e le altre piattaforme Web-based sono destinate a essere fruite sempre più nei salotti di casa Abi: i video Ott avranno 1,3 miliardi di utenti nel 2016 Iab Europe Rinasce la pubblicità su display Chi si rivede, la pubblicità sul display. Secondo AdEx, rapporto annuale di Iab Europe, il 2010 è stato l’anno della rinascita di questo segmento, cresciuto del 21,3% rispetto all’anno precedente. Il display torna quindi ad essere il format pubblicitario digitale in maggior crescita, recuperando il ruolo di leadership nei confronti del search, che aveva invece catalizzato gran parte degli investimenti negli ultimi anni e DELLE ri di revenue in Nord America nel 2016 e circa due terzi del giro d’affari, ovvero 13,3 miliardi di dollari, arriveranno dalla pubblicità, che sarà intercettata proprio dalla televisione tradizionale. La parte più consistente della torta, dice Abi, da ora al 2016 sarà rappresentata dall’advertising, “e tutto lascia pensare che le revenue saranno sottratte alla pubblicità sulla tv classica: gli investimenti pubblicitari si indirizzeranno sempre più sui video online man mano che si arricchiranno di contenuti più interessanti e attraenti”. Un’altra componente significativa del business degli Ott sarà rappresentata dagli abbonamenti: parte del fatturato - dice Abi - sarà generato dalle nuove voci di spesa sostenute dagli utenti per consumare programmi, film e serie sulle piattaforme Ott, mentre altre quote saranno sottratte a piattaforme e servizi concorrenti: “non solo la tv tradizionale, ma anche il noleggio o l’acquisto di film”, nota Abi. Pur concentrandosi sul Nord America come mercato leader (anche perché è da qui che arrivano i numeri uno del settore, Netflix innanzitutto, ma anche Hulu e iTunes), lo studio di Abi Research prevede un forte sviluppo del video over the top anche nel resto del mondo, con un’audience globale che supererà 1,3 miliardi di spettatori nel 2016, contro i 780 mi- che conferma comunque una crescita del 15,1 % anche nel 2010. Il search rimane in ogni caso il comparto più importante nell’intero settore dell’advertising digitale europeo rappresentando il 45% del totale, contro il 33% del display. La costante crescita nel consumo di contenuti Tv web based e di video in generale, ha giocato un ruolo di primo piano nella “rinascita” del display advertising. Apple e la mossa del cavallo Il pensiero laterale di Steve Jobs riesce a spiazzarci di nuovo con iCloud T utti parlano di cloud computing, nuvole di ogni tipo si aggirano nei nostri cieli e siamo sicuri che questi nuvoloni sono una parte del nostro futuro, ma non si sa ancora bene quale. Per adesso abbiamo visto cloud di tipo “storage”, grossi magazzini nel cielo a cui uplodare i nostri dati per poi prelevarli dove e quando ci pare, magari ad un congresso in Patagonia nel quale, improvvisamente, sentiamo il bisogno di documentarci con un articolo che abbiamo scritto nel 1992 e che ora, dopo vent’anni di oblio, ci appare importantissimo. Una variante sono i cloud di backup, per avere una copia di sicurezza della nostra attività e, possibilmente, sincronizzare tutti i computer che abbiamo (e i tablet, gli smartphone ecc.). Poi abbiamo visto i cloud di tipo “software”: invece di riempirci il pc di applicativi, li noleggiamo e/o scarichiamo dalla nuvola, se ne abbiamo bisogno per una sola volta: ad esempio, per fare la tesi di laurea e poi più. Infine è emerso il cloud “cooperativo”: gruppi di lavoro sparsi ai quattro angoli del globo prelevano e aggiornano i materiali, utilizzando i molti software per il lavoro collettivo, come Acrobat, e giù commenti, sottolineature e varianti a non finire (alcune solo per far sapere di esistere). Adesso Apple, come è il suo solito, fa la mossa del cavallo e per farla Steve Job interrompe la convalescenza. Una mossa laterale, non convenzionale proprio come il pezzo degli scacchi che fa un passo avanti e due di lato, oppure due avanti e uno di fianco, spiazzando il tranquillo conservatorismo degli alfieri, vincolati a vita al loro colore, la prepotenza un po’ debole delle torri, e perfino l’onnipotenza della regina che può tutto ma si ferma davanti ad un pedone (mentre il cavallo zompetta qua e là). I vecchi giocatori sanno che ognuno ha uno stile di gioco e quindi ricordano che Apple uscì da un’ormai pronunciata marginalità nel 2001 grazie ad un aggeggio musicale chiamato iPod, che nel 2002 generò il primo negozio musicale online, iTunes, la terza via fra l’arroganza dei discografici e i libertari del filesharing p2p. Allora, nel suo keynote address, Steve Jobs si buttò nella sociologia della musica, il linguaggio più universale, che tutti pratichiamo canticchiando sotto la doccia, con cui tutti siamo entrati prima o poi in contatto, e che rappresentava una diversificazione straordinaria per un’azienda che produce computer. Si era ancora nel dominio del mondo materiale, tutto giocava attorno a un oggetto, l’iPod, come è avvenuto poi con iPhone e con iPad, ma con una componente immateriale sempre più pronunciata. Si riparte dalla musica anche nel 2011, con iCloud: un servizio “virtualizzato” per il download dei brani in streaming. Non c’è più bisogno di farsi la propria collezione di musica, basta scaricare di volta in volta quello che ci serve. Un pensiero laterale, dunque. Si comincia con la musica poi, come con iTunes, verrà anche il resto. Luca Migliorati DIRETTORE RESPONSABILE [email protected] +39.0668412221 Gian Carlo Lanzetti, Piero Laporta, Patrizia Licata, Davide Lombardi, Paolo Lombardi, Alessandro Longo, Enrico Menduni [email protected] +39.066841221 REDAZIONE Federica Meta SEGRETERIA DI REDAZIONE [email protected] [email protected] +39.066841221 Margherita Amore ABBONAMENTI +39.066841221 [email protected] COLLABORATORI PUBBLICITÀ Daniela Costamagna [email protected] +39 348.22.30.514 QUINDICINALE Gildo Campesato CAPOREDATTORE Mila Fiordalisi [email protected] +39.0668412223 CAPOSERVIZIO Roberta Chiti [email protected] +39.0668412222 ART DIRECTOR: [email protected] +39.0668412225 [email protected] +39.0668412224 Paolo Barbieri, Elisabetta Bevilacqua, Matteo Buffolo, Federico Ferrazza di Enrico Menduni Professore di Media e Comunicazione all’Università Roma Tre EDITORE: CORPO 10 SOC. COOP. a r.l. Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma tel. +39. 066841221 fax +39. 0668804132 P.Iva C.F. 08650251005 STAMPA: Centro Stampa Editoriale s.r.l. Registrazione e Autorizzazione Trib. di Roma n.188/2005 del 12/5/2005. Arretrati 6,00 euro. Abbonamento annuo 60,00 euro (22 numeri) Estero 120,00 euro www.corrierecomunicazioni.it