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G. Russo, Un Contributo Per L'attività Di Antoniazzo Romano Copista Sacro. Alcuni Casi Ignoti O Poco Conosciuti Di Copie Della 'madonna Del Popolo', In Bollettino D'arte, S. Vii, 2015, Fasc. 27, Pp. 19-46

Il saggio approfondisce un aspetto peculiare dell’arte di Antonio di Benedetto Aquili, Antoniazzo Romano (doc. 1452-1508). Per tutta la sua lunga carriera il pittore fu all’opera come copista sacro, un’attività che egli svolse con una perizia tale

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   Estratto dal Fascicolo N. 27 – luglio-settembre 2015 (Serie VII) G IOVANNI R  USSO UN CONTRIBUTO PER L’ATTIVITÀ DI ANTONIAZZO ROMANO COPISTA SACRO.  ALCUNI CASI IGNOTI O POCO CONOSCIUTIDI COPIE DELLA ‘MADONNA DEL POPOLO’ MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO © BOLLETTINO D’ARTE Stampa e diffusione «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER   In copertina : NAPOLI , MUSEONAZIONALEDICAPODIMONTE – GIOVANNIPAOLOPANINI : CARLODIBORBONEVISITAILPAPABENEDETTOXIVNELLACOFFEEHOUSEDELQUIRINALE ( PARTICOLARE ) (© Museo e Real Bosco di Capodimonte) MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO DIREZIONE GENERALE BELLE ARTI E PAESAGGIOBOLLETTINO D’ARTE  Direttore responsabile F RANCESCO S COPPOLA  Coordinatore S cientifico L UCILLADE L  ACHENAL Consiglio di redazione L UCIANO  A  RCANGELI  – C  ARLO  B ERTELLI  – C  ATERINA   B ON  V   ALSASSINA   – G ISELLA  C  APPONI – G IOVANNI C  ARBONARA  M  ATTEO C ERIANA  – S  YBILLE E BERT -S CHIFFERER  – C HRISTOPH  L UITPOLD  F ROMMEL  – E NZO  L IPPOLIS M  ASSIMO  O SANNA   – P  AOLA   P ELAGATTI  – P IA   P ETRANGELI  – M  AURIZIO  R  ICCI  Redazione tecnico–scientifica C  AMILLA  C  APITANI – M  ARINA  C OCCIA  – A  NNA  M ELOGRANI Segreteria di Redazione e Produzione L UISA  T URSI edE LISABETTA  D IANA   V   ALENTE Grafici L OREDANA  F RANCESCONE eD ONATO L UNETTI Segreteria  A  LESSANDRA  T OMASSINI Collaborazione al sito web M  ARIA  R  OSARIA  M  AISTO Traduzioni  J ULIA  C. 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Stampa e diffusione «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER  Via Cassiodoro, 11 — 00193 R  OMA  tel. 06 6874127  sito web : www.lerma.it Editore ©  BOLLETTINO D’ARTE FONDATO NEL 1907 MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO S O M M A R I OS TEFANO P INTOR  :  I pilastri marmorei dell'antico Oratorio di Giovanni VII in Vaticano. 1  Per una nuova ipotesi di provenienza G IOVANNI R  USSO : Un contributo per l’attività di Antoniazzo Romano copista sacro. 19  Alcuni casi ignoti o poco conosciuti di copie della ‘Madonna del Popolo’ G IANLUCA  Z  ANELLI :  Pietro Francesco Piola e gli esordi di Bernardo Castello: 47 le tele tardo cinquecentesche della chiesa di Monte Oliveto a Genova Pegli C LARA   A  LTAVISTA  , D  ANIELA  B  ARBIERI :  Per un nuovo catalogo dei Ricca. Una dinastia di architetti 67 e impresari edili tra Liguria e Piemonte nei secoli XVII e XVIII  P  AOLO C OEN : Giovanni Battista Piranesi commissario mancato alle Antichità e Belle Arti. 95  Angolo ricomposto di un mosaico romano del XVIIIsecolo  A  RCHIVIO  A  NNA  M ELOGRANI : «  Per non ricordare invano». Il ‘Diario’ di Pasquale Rotondi 115 e la corrispondenza con i colleghi delle Soprintendenze e la Direzione Generale delle Arti (1940–1946) L IBRI G IOVANNI C  ARBONARA  :recensione a  Balsignano. Un insediamento rurale fortificato. 201  Archeologia, Studi e Restauri , a cura di M  ARIA  R  OSARIA  D EPALO , E MILIA  P ELLEGRINO ,M  AURIZIO T RIGGIANI , Bari 2015 Abstracts207 27 LUGLIO–SETTEMBRE ANNO C 2015 SERIE VII  Giorgio Vasari ricorda Antonio di Benedetto Aquili(documentato 1452–1508) con un laconico appuntonella Vita di Filippino Lippi. Antoniazzo avrebbe ese-guito, assieme all’ancor oggi oscuro Lanzilago (mameglio sarebbe Lancilao), una valutazione degli affre-schi della cappella Carafa alla Minerva secondo lerigide norme codificate negli Statuti dell’Arte dellaPittura nel 1478: 1) «Fu stimata la sopradetta cappella [di San Tommaso d’Aqui-no] da maestro Lanzilago, padoano, e da Antonio detto Antoniasso Romano, pittori amendue dei migliori che fusse-ro allora in Roma, duemila ducati d’oro senza le spesedegl’az[z]urri e de’ garzoni». 2) Queste parole attestano il ricordo vivo del valore di Antoniazzo fin dentro il Cinquecento, ma qui sonod’aiuto per portare l’attenzione su un settore peculiaredella tradizione pittorica romana che egli rinnovòprofondamente, cioè quello delle copie di immaginisacre. Il caso della  Madonna del Popolo (  fig . 1), che laleggenda vuole di mano dell’evangelista Luca, è elo-quente in tal senso. 3) Secondo tradizioni stratificate neisecoli, papa Gregorio IX (1227–41) l’avrebbe trattadall’oratorio del Sancta Sanctorum al Laterano (o daSan Pietro in Vaticano), impiegandola per sconfiggereuna pestilenza che opprimeva Roma. Egli l’avrebbepoi collocata in una cappelletta del tempo di PasqualeII (1099–1118) costruita sui resti della tomba di Nero-ne, nell’area dell’odierna Basilica di Santa Maria delPopolo. 4)  Alla metà del Quattrocento le potenti virtùtaumaturgiche rendevano questa Odighitria una tra leicone più venerate della città. Perennemente copertada un velo, era esposta alla devozione solo in occasio-ne delle maggiori solennità religiose e impiegata perscongiurare epidemie, nonché invocata per allontana-re il rischio di un’invasione dei Turchi. 5) Nella primametà degli anni settanta, nel brulicante cantiere diampliamento di Santa Maria del Popolo patrocinatoda Sisto IV, il cardinale Rodrigo Borgia commissionòad Andrea Bregno un’imponente ancona marmoreaper contenere l’icona. 6) Una volta papa, egli continuòad accrescere i privilegi della basilica (e ad esaltare lasua tavola miracolosa) attraverso opere di pittura escultura che lui e la sua Curia vi destinarono. 7)  Antoniazzo Romano è stato forse il maggior diffuso-re dell’iconografia della  Madonna del Popolo tra l’ulti-mo ventennio del Quattrocento e gli inizi del Cinque-cento. La produzione che avviò, e che per la suaserialità si potrebbe definire industriale, fa sì che l’i-deazione e la resa finale delle opere, da assegnare almaestro nei prodotti di qualità sostenuta, non esclu-dano il sostanziale apporto di collaboratori, secondomodalità tipiche di una bottega d’arte rinascimentale.Nel 1992 Anna Cavallaro ha compiuto una primacatalogazione di copie di questa tavola “lucana” uscitedalla bottega dell’Aquili. 8) Si tratta degli esemplari giàin collezione Loeser a Firenze (cfr.  fig . 27), 9) all’altarmaggiore di Santa Lucia del Gonfalone a Roma (  fig .2), 10) del Parrish Art Museum di Water Mill (SuffolkCounty, New York) (  fig . 3), di quelli passati sul merca-to antiquario alla Schaeffer Gallery di New York e allaPaula Barcelo Gallery di New Orleans, 11) e di una ver-sione registrata come  homeless ma, vedremo, poiopportunamente studiata da Matteo Mazzalupi. Nel2012, all’interno del saggio di complemento al catalo-go della mostra di Palazzo Barberini, la prima intera-mente dedicata ad Antoniazzo Romano e alla sua cer-chia, 12) si sono aggiunte la  Madonna della Consolata diTorino, su cui avremo agio di tornare, una versione incollezione privata torinese, entrambe assegnate ad Antoniazzo da Andreina Griseri, 13) e la tavola, pubbli-cata da Fabio Marcelli, che al presente si conserva nelDuomo di Amelia, in Umbria (  fig. 4). 14) La Cavallaroha ribadito in più occasioni che il giubileo del 1475rappresenterebbe il momento ideale per l’esecuzionedelle  Madonne in questione, perché culmine del fer-mento filobizantino che a Roma si diffuse durante ipontificati di Paolo II e di Sisto IV, e soprattutto per leaperture dimostrate in tal senso dall’Accademia delcardinal Bessarione. 15) L’elenco appena fornito è però mancante di unesemplare ben noto agli studiosi, ma che stenta aentrare a pieno titolo nella bibliografia sull’Aquili. Sitratta della  Madonna del Popolo del Museo di SanFrancesco a Montefalco(  fig . 5): ripercorrerne breve-mente la fortuna critica sarà utile per comprenderel’improprio slittamento di alcune copie che prendere-mo in esame dal catalogo di Antoniazzo a quello diMelozzo da Forlì, cui l’opera di Montefalco tradizio-nalmente è ascritta. 16) Quando Corrado Ricci nel 1924rintracciò la tela nella chiesa di Sant’Illuminata aMontefalco, si era a conoscenza già da molto tempo diuna prestigiosa commissione ricevuta da Antoniazzo eda Melozzo per conto di Alessandro Sforza signore diPesaro, purtroppo mai confortata dal ritrovamentodelle due pitture. La fonte letteraria, due epigrammicelebrativi della bellezza e della fedeltà delle copie 19 GIOVANNI RUSSO UN CONTRIBUTO PER L’ATTIVITÀ DI ANTONIAZZO ROMANO COPISTA SACRO.  ALCUNI CASI IGNOTI O POCO CONOSCIUTI DI COPIEDELLA ‘MADONNA DEL POPOLO’  20 1 −   ROMA  , BASILICA DI SANTA MARIA DEL POPOLO ANONIMO ROMANO TORRITIANO : MADONNA COL BAMBINO  ( CM  112  ×  95 ) (© SBEAP Roma )