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B. Geremek – La pietà e la forca Introduzione. Dal secolo XVI in poi si realizza un aggiornamento delle dottrine religiose e degliatteggiamenti collettivi nei confronti della povertà. Pietà e forca non si sostituiscono l’una all’altra,ma continuano a convivere. Il dibattito storico è stato alimentato dalla domanda se il movimento diriforma fu o meno opera del protestantesimo. Erle! respinge la tesi della genesi protestante dellariforma. olf! la riforma della cattolica #pres è del tutto autonoma da $uella delle città tedesce.Pirenne! la riforma è opera del %inascimento, e in particolare di erasmiani, giuristi e capitalisti.&onenfant! il modello è la protestante orimberga '()**+. Per un po’ le ispirazioni luterane dellariforma restano camuffate nelle città tedesce, perci le città cattolice seguono il programma protestante senza saperlo. &ataillon! mette in relazione il trattato di Vives con la letteratura umanistae con Erasmo. -emon Davis! non è un problema confessionale ma di ideologia e politica urbana. 1. Medioevo: i poveri sono necessari? Il cristianesimo antico si proclama religione dei poveri. a/iovanni 0risostomo e la legislazione giustinianea dividono i poveri tra idonei al lavoro e inabili.1a missione della 0iesa consisteva nel soccorrere i poveri, ma la povertà non era considerata unvalore santificante. 2olo tra XI e XII secolo si form il concetto del valore intrinseco della povertà.1a dottrina della 0iesa medievale prevedeva già l’esigenza della distinzione tra i poveri,l’esaltazione del lavoro, la condanna del vagabondaggio3 ma se guardiamo agli atteggiamentisociali, i poveri anno un loro ruolo nella società. 1. ella civiltà cristiana medievale il punto di riferimento fu la 2crittura! la diversità di dottrinesulla povertà dipendeva dalla diversità d’interpretazione del messaggio sociale della &ibbia. Primocristianesimo! la povertà è una condizione spirituale, coincide con la humilitas , deve avere caratterevolontario. a si esaltano ance le espressioni esteriori dell’abnegazione! assenza di redditi e dicasa, precarietà dello status , ecc. 4 $uesto si accompagna l’elogio della misericordia come dovereuniversale. I poveri sono l’occasione per la redenzione dei ricci. Il lavoro costituisce un doveredelle grandi masse, e l’elogio della povertà per loro significa un invito alla rassegnazione! ilmodello eroico di vita povera è riservato a una 5lite. Il campo semantico del concetto di povertà nelmedioevo è determinato dall’opposizione potens 6 pauper ! non dal criterio del possesso dellariccezza ma da $uello della partecipazione al potere e al prestigio sociale '(7+. 1etteratura patristica e agiografica! elogio della povertà tratto dal Vangelo 'povertà di 0risto+, ma ance dalledescrizioni della vita delle prime comunità cristiane. 1’ideale evangelico e $uello della 0iesa primitiva giocarono un ruolo importante nei movimenti spirituali a partire dal secondo millennio.XI8XIII secolo 'rivoluzione mercantile+! la riccezza comincia a basarsi sulla moneta, non pi9 sul prestigio. Di conseguenza il nuovo etos della povertà diventa la rinuncia al denaro. 1a misericordiadiventa un dovere ce deve accompagnare l’esercizio del potere e dei mestieri redditizi. /randediffusione delle istituzioni caritative. XIV8XV secolo! traspare fortemente il carattere classistadell’assistenza, riservata soprattutto ai poveri vergognosi 'e $uindi di migliori natali+.0eroc di %eicersberg 'XII secolo+! distingue i :poveri con Pietro; 'il clero, ce dovrebbe votarsialla povertà volontaria+ dai :poveri con 1azzaro; 'miseria materiale+. 1’indigente è trattatoesclusivamente come oggetto dell’assistenza, non come soggetto. Decretistica! si afferma lanecessità di distinguere i poveri meritevoli dagli altri, i mendicanti onesti da $uelli disonesti. elledispute teologice affiora ance l’idea ce in caso di estrema necessità il furto non è reato. 2tefanodi <ournai 'XII secolo+! l’ hospitalitas a carattere incondizionato, mentre la liberalitas 'elemosina+deve discriminare. I canonisti discutono sul vantaggio dell’elemosina per il benefattore e per il beneficiato, facendo cos= penetrare nelle coscienze la legittimità di classificare i poveri.1’esaltazione della povertà come valore spirituale non implicava affatto la valorizzazione dellamiseria materiale sul piano della dignità sociale 'esempio di %aterio+. a tra XII e XIII secoloemerge un nuovo sguardo verso i poveri 'ance se nella letteratura contro i movimenti pauperisticiereticali ritorna il tema dell’aspetto degradante della miseria+. /ugleilmo di 2aint84mour 'XIIIsecolo+! sottolinea il carattere degradante della povertà contro gli ordini mendicanti. >mberto di%omans 'XIII secolo+! ambiente morale dei poveri degno di biasimo. <estimonia dell’atteggiamento negativo dell’epoca nei confronti dell’indigenza materiale. 1a povertà genera peccati specifici, cederivano dalla mancata accettazione dell’umiliazione e della sottomissione insite nella propriacondizione. ella letteratura è diffuso il motivo della satira del villano.1etteratura moralistica! fino al XII secolo si limita a criticare il pauper superbus , $uello ce nonaccetta con umiltà la propria condizione. el periodo successivo la critica morale dei poveri fa partedel $uadro complessivo di tutte le condizioni umane 'ance se è pi9 fre$uente la critica dei ricci+.a già dal XIII secolo emergono i primi cenni di critica contro i poveri. ?rancesco da &arberino'XIV secolo+! la povertà va di pari passo con l’avidità, perc5 ci sa accontentarsi di ci ce a nonè mai povero. 0omponimento anonimo del @A77! la povertà è un mantello ce nasconde lamalvagità. Il povero fa paura perc5 costituisce una minaccia per la proprietà.1’eremita si ritira ai confini del mondo civile 'bosco o deserto+, varca i confini della civiltà. Il suoaspetto esteriore lo fa confondere con i comuni vagabondi e suscita nella popolazione sentimenti direpulsione. Elementi di asocialità e di miseria materiale nella vita eremitica e monastica! ma è unadimensione solo strumentale perc5 finalizzata alla vita spirituale. 1a povertà volontaria nascecome fuga dalla riccezza della civiltà urbana. 2ul piano dei valori, poveri volontari e poveri per necessità non anno nulla in comune, ma la somiglianza dei segni esterni fa s= ce la santità dei primi sia in parte trasferita ai secondi '*B+. 2. Durante il edioevo l’elemosina collettiva è un fenomeno di massa, praticata per molto temposoprattutto dai monasteri. /ià nel medioevo si introduce un sistema di segni di riconoscimento per controllare i mendicanti, il ce esce dallo scema della buona azione nel $uale ci ce conta èl’intenzione del benefattore. 1a distribuzione delle elemosine pu essere un segno di prestigio per una confraternita.Il modello fondamentale del cristianesimo medievale è $uello della mediazione della 0iesa traricci e poveri. I laici dovevano donare ai monasteri, ce a loro volta si occupavano dei poveri. Il proliferare delle opere di carità individuali tra XII e XIII secolo segnala ce la cercia dei donatorisi è allargata alle 5lites urbane, riducendo il ruolo mediatore della 0iesa. 1’opera caritativa della0iesa a comun$ue carattere liturgico e rituale. Cuesta carità istituzionalizzata consentiva a uncerto numero di poveri :stipendiati; di vivere di elemosine. /li ospedali medievali avevanofunzione di ricovero! riparo per la notte e distribuzione dei viveri. 4 partire dal XV secolo cominciaa diffondersi l’idea di centralizzare l’assistenza proprio all’interno delle strutture ospedaliere. 1aclientela delle distribuzioni ospedaliere era composta in parte di mendicanti di professione, ce sispostavano seguendo il calendario delle elargizioni. 1e disposizioni cittadine del XIV e XV secolosi pongono l’obiettivo di regolare l’assistenza ai poveri. 2i cercava cos= di sbarrare la strada aicontadini impoveriti ce affluivano verso le città, ma le misure erano inefficaci o tolleranti neiconfronti dei mendicanti :professionali;.Di solito il mendicante prometteva pregiere in cambio di elemosine. Il dovere di distinguere tramendicanti buoni e cattivi accentua $uesta dimensione di contratto dell’elemosina3 per ci inveceriteneva ce ci ce contava fosse solo la purezza dell’intenzione del donatore, l’elemosina dovevaessere totalmente gratuita. ?ra 2alimbene 'XIII secolo+! i poveri ce $uestuano senza pregare incambio delle elemosine andrebbero cacciati perc5 inutili. /iordano da %ivalto 'XIII secolo+!l’elemosina è esplicitamente considerata come un contratto. Cuesto rapporto contrattuale conferisceai mendicanti un ruolo nella divisione sociale del lavoro $uesta dimensione sembra del tuttoassente dai dibattiti cin$uecentesci 'F7+.1’aspetto fisico e il modo di vestire diventano strumenti della professione di mendicante. 2iriscontrano varie imitazioni di forme organizzative degli ambienti professionali urbani.Grganizzazioni corporative, sancivano l’integrazione dell’attività dei mendicanti nella vita sociale.a il sospetto dell’inganno 'ostentazione di finte malattie, ecc.+ accompagna inevitabilmente la professione del mendicante. 1a diffusione di notizie sulle pratice ingannatrici dei mendicanti 'XIVe XV secolo+ affievolisce la carità nei loro confronti. 3. el basso medioevo il termine pauper passa a significare il declassamento sociale e l’indigenzafisica! siamo di fronte all’inizio del processo di pauperizzazione della società. Il basso rendimento dell’agricoltura medievale determinava una situazione in cui le masse contadine vivevano nellacontinua paura della fame. a fino al XII secolo la società rurale non produce al suo interno classi proletarizzate! forte gerarcizzazione giuridica ma scarsa differenzazione sociale. 1a precarietàeconomica della vita dei contadini è attestata ance dalla pratica della scelta volontaria della servit9cfr. 2oto 'FH+. 1a penetrazione nelle campagne del sistema monetario mercantile 'da metà XIIsecolo in poi+ introduce un cambiamento nella struttura della vita rurale. 2tratificazione materialeall’interno dell’ambiente contadino e pauperizzazione delle categorie economicamente pi9 deboli.<ra XIII e XIV secolo $ueste categorie di proletariato rurale aumentano. 2ono costretti a mettere invendita le loro prestazioni lavorative. ?orte connotato locale della vita economica medievale,difficili le generalizzazioni. Cuesti declassati della campagna non vanno confusi con la clienteladelle istituzioni medievali dell’assistenza sociale! in misura prevalente rimangono nei loro luogid’srcine e vivono del loro lavoro. 1a beneficienza medievale non li riguarda. ?inc5 le strutturerurali tradizionali reggono, la miseria rurale resta circoscritta alla campagna. 2ono pi9 i contadiniabbienti ce affluiscono verso le città per migliorare la propria condizione.1a città determina un tipo di povertà diverso da $uello rurale! anonimato, interdipendenzaeconomica3 disorganizzazione sociale. 0resce di importanza il lavoro salariato. #pres! centro di produzione specializzato nell’industria tessile, già nel XV secolo presenta caratteristice industriali')+. I lavoratori non $ualificati anno per una collocazione negativa nella società urbanamedievale, sono esclusi dalla vita sociale. 0resce ance il numero dei salariati artigiani, ce per possedevano un determinato status giuridico. 1e 5lites sociali e culturali mostrano indifferenzaverso la miseria, considerata parte integrante della condizione delle masse. 1a carità si rivolgevasolo ai poveri ce avevano perso la capacità di lavorare. I salariati ce rimanevano al di fuori dellecorporazioni erano esclusi dai diritti civili e bersaglio di ostilità e disprezzo. elle città la miseria aun carattere pi9 spettacolare per la polarizzazione della riccezza e per la sua densità 'JJ+. 2. La società moderna e il pauperismo. el XVI secolo si verifica una presa di coscienza dei problemi sociali di dimensioni nuove. a le trasformazioni all’srcine di $uesto movimentointellettuale sono precedenti. (A*78(F*7! prima :grande crisi; della società feudale. 1. 0risi del XIV secolo! tanto prolungata e profonda da poter essere considerata una svoltastrutturale. Espansione demografica nei primi due $uarti del millennio! urbanizzazione efrazionamento della proprietà contadina. 4umenta il numero di piccole unità fondiarie, incapaci disopportare $ualun$ue grave contrarietà della sorte. Il sistema feudale determina il blocco delle possibilità di accrescere il rendimento del lavoro. 1a Peste era fa calare la pressione demograficama non risolve il problema della fame.%apida stratificazione della popolazione rurale! i contadini ricci riescono a sfruttare le potenzialitàdell’economia monetaria. a la maggior parte dei contadini ne rimane vittima. 1a diminuzionedella popolazione porta all’aumento dei salari, e i datori di lavoro ciedono alle autorità misurerepressive 'es.! ordinanza del (A)( di /iovanni il &uono contro i vagabondi+. <utti coloro ce potevano farlo dovevano impiegarsi immediatamente. 1e costrizioni di natura eKtra8economicaentrano cos= nelle dinamice del mercato del lavoro. el (A)( le 0ortes della 0astiglia a Valladoliddefiniscono un tetto massimo delle retribuzioni e impongono a tutte le persone sane di impiegarsi. el (AB( si consente a ciun$ue avesse intercettato un vagabondo di costringerlo a lavoraregratuitamente per un mese 'B(+. Il rifiuto di lavorare è considerato un crimine. <utti $uesti atticontengono già i principi fondamentali della politica sociale moderna.Importante tener conto ance della disoccupazione periodica. /li operai non $ualificati rimanevanosenza lavoro per periodi pi9 o meno lungi. 1e dinamice dello sviluppo della produzioneindustriale del tardo medioevo produce ance in città un meccanismo di stratificazione sociale e proletarizzazione. a la tendenza alla diminuzione del prezzo del grano tra XIV secolo e inizio delXVI attenua gli effetti negativi sui lavoratori giornalieri. a dagli anni Venti del @)77 aumentanotutti i prezzi senza un corrispettivo aumento dei salari 'BH+. 2i abbassa di conseguenza il livello divita delle masse e soprattutto dei salariati. elle campagne si inaspriscono le disuguaglianzeeconomice e aumenta il peso dei gravami fiscali. 0alo dei salari reali. 2. 2orprendente convergenza dei trends economici nel XV8XVI secolo a fronte di un’economiafeudale ce si svolge in gran parte al di fuori dell’ordine regolatore della circolazione monetaria. 1acrisi del XIV secolo era legata alla diminuzione dei redditi feudali. I signori avevano davanti a s5due soluzioni! la modernizzazione delle proprie aziende o lo sviluppo estensivo dei poderi conmanodopera asservita. 2ono due vie di sviluppo del sistema rurale europeo ce corrispondonoall’Europa occidentale e a $uella orientale, ance se per lungo tempo coesistono nelle stesse zone. on bisogna sopravvalutare la portata dei processi di proto8industrializzazione prima del XVIIIsecolo, ce cambiano pocissimo i rapporti fondamentali ')+. 1’incapacità della società rurale di assorbire l’eccedenza demografica fu all’srcine dell’espansione politico8militare e delle spedizioni eKtraeuropee del XVI secolo. 1a crescita demografica causaval’aumento dei disoccupati e dei poveri, ance se in 2pagna tra XVI e XVII secolo il maggior numero di poveri si registra in 0astiglia e in 4ragona, dove la popolazione era in calo. 1adisoccupazione derivava sia dalla scarsità della domanda sia dalla tentazione di vivere senza lavoro'ce si diffonde $uando il lavoro garantisce appena il minimo vitale+. 1e crisi alimentari 'la prima èdegli anni Venti del @)77+ coincidono con la comparsa di masse di miserabili e vagabondi nellecittà. a le carestie colpiscono prevalentemente le masse popolari. 1’esistenza di grandi massedella popolazione viveva costantemente al limite della sussistenza, perci bastava poco per determinare la comparsa nella vita pubblica di una grande folla di mendicanti. 2e la miseria:strutturale; '$uella di ci viveva costantemente di elemosina+ era supportata dalla politica socialedell’epoca, $uesta miseria :congiunturale; spaccava il $uadro politico tra repressione e assistenza.a il pauperismo tardo medievale è prevalentemente strutturale e non congiunturale. 4ssume perun’altra dimensione $uando è conseguenza delle trasformazioni delle strutture rurali 'cioè nellafuoriuscita modernizzante alla crisi del XIV secolo+. /ran parte dei piccoli coltivatori perdono la possibilità di mantenere un’esistenza autonoma dal punto di vista economico. 1a pauperizzazionedel XVI8XVII secolo è determinata dalle trasformazioni della società rurale causate dai processidella prima accumulazione del capitale '(7*+. Di $ui la differenziazione geografica con le aree cescelgono la via della rifeudalizzazione 'e per cui la $uestione dei vagabondi è pi9 importante di$uella dei mendicanti+. 3. ella società medievale i poveri avevano una specifica funzionalità. 0on la prima modernitàinvece la massa dei mendicanti appare pericolosa per il bene pubblico e $uindi disfunzionale. a la pauperizzazione dei piccoli produttori ebbe un ruolo nella nascita del capitalismo come forma diaccumulazione srcinaria. el XVI secolo i processi di accumulazione 'già presenti pure nelmedioevo+ assumono un carattere diverso! i signori feudali non sono pi9 interessati almantenimento della mezzadria. Il risultato è o la rifeudalizzazione o l’espulsione dei contadini dalleterre. L in $uesto periodo ce il frazionamento delle terre contadine diventa causa della proletarizzazione di parte della popolazione rurale. Diventava necessario cercare altre fonti per ilmantenimento della famiglia, e $uando non ci si riusciva ci si riduceva alla mendicità.Parallelamente al processo economico di estromissione dei piccoli produttori rurali dalle loro precedenti attività a luogo il processo di espulsione dei contadini dalla campagna. elle città, a differenza della campagna, le possibilità di un lavoro saltuario sono grandi, e sono perci stimolo per le migrazioni. 4nce nella città le radici del pauperismo vanno cercate nelladecomposizione delle strutture medievali 'corporazioni ecc.+. 1a penetrazione del capitalemercantile nella produzione e il formarsi di un gruppo di imprenditori8organizzatori del processo produttivo cambia il carattere dei rapporti sociali della produttività urbana! aumenta il ruolo deisalariati, si riduce l’autonomia dei singoli artigiani. 2i accresce il divario tra ricci e poveri. al’srcine vera e propria del pauperismo è in campagna, ance se pure in città si verificano processiinterni di pauperizzazione. Per $uanto fosse dinamico lo sviluppo industriale delle città, nonriusciva comun$ue ad assorbire l’eccedenza di popolazione proletarizzata! tale situazione fu alla base dell’enorme incremento dell’industria rurale. a la crescita della produzione manifatturiera prima della rivoluzione industriale è a breve termine, e perci non costituisce una soluzionedefinitiva all’eccedenza di manodopera forse per $uesto le indicazioni dei contemporanei sullo