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I Cavalli Bianchi

I CAVALLI BIANCHI L’immobilità del presente Salvatore Tabone, Cavalli Bianchi http://www.tabone.it/ Teresa Palminiello Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea Prof. Marco Marchi a.a. 2011/2012 Introduzione I Cavalli Bianchi è stata la prima opera di Aldo Palazzeschi. Fu realmente un esordio poiché nel 1905, quando venne pubblicata la raccolta, il giovane poeta ventenne non aveva ancora mai collaborato con alcuna rivista poetica né tanto meno manifestato l’intenzione di intraprendere la

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  I CAVALLI BIANCHI L’immobilità del presente Salvatore Tabone, Cavalli Bianchi  http://www.tabone.it/ Teresa PalminielloLetteratura Italiana Moderna e ContemporaneaProf. Marco Marchia.a. 2011/2012  Introduzione I Cavalli Bianchi  è stata la prima opera di Aldo Palazzeschi. Fu realmente un esordiopoiché nel 1905, quando venne pubblicata la raccolta, il giovane poeta ventenne nonaveva ancora mai collaborato con alcuna rivista poetica né tanto meno manifestatol’intenzione di intraprendere la carriera letteraria.Aldo Palazzeschi, al secolo Aldo Giurlani, era nato da una famiglia borghesefiorentina – il padre commerciava in abbigliamento maschile – che aveva potutogarantirgli una giovinezza serena, segnata soltanto dai turbamenti interiori di un animoparticolarmente sensibile.Come egli stesso ci racconta nella raccolta di prose autobiografiche Il Piacere dellaMemoria 1 , la sua infanzia fu segnata dalla presenza austera della madre, della nonna, edalla figura premurosa del padre, che contribuì ad alimentare la sua passione per il teatro,consentendogli di uscire da solo la sera pur di recarvicisi. Pur di controvoglia, permise alfiglio di interrompere gli studi di ragioneria per apprendere l'arte drammatica alla scuola“Tommaso Salvini” nel 1902.Quando uscirono I Cavalli Bianchi  , Aldo Giurlani era ancora uno studente di teatro.La sua decisione di abbandonare la scuola per la vocazione poetica avvenne solo più tardi,ma egli già manifestava insofferenza per la “maschera” che ogni attore deve indossare inscena: piuttosto che vivere attraverso le emozioni altrui, la poesia gli risultò congenialenell'intento di manifestare la propria interiorità.Trattando in queste pagine della prima opera di Palazzeschi, parrebbe difficileintraprendere un discorso omogeneo sulla poetica dell'autore; oltretutto, questo testopresenta delle caratteristiche peculiari che scomparvero nelle raccolte successive,rendendone difficile l'analisi in relazione ad altri componimenti. Tuttavia, i topoi checompaiono in Cavalli Bianchi  rappresentano la prima fase di sviluppo di quelli che poisaranno i grandi temi del dibattito palazzeschiano, soprattutto in prosa: il concetto di “io”contrapposto alla “gente”, che con la forza della massa osserva, giudica, condanna; ilcosiddetto “buffo”, il rendersi conto della proprio particolarità e quindi della propriadiversità; il delicato equilibrio tra voglia di esibirsi, di esporsi e la paura, la dissimulazione;il desiderio di libertà.Già in questo primo testo l'autore ci mostra che cosa intenda con “potere creatoredella parola”, che crea gli oggetti, crea mondi alternativi in cui le regole sono quelle decise 1Aldo Palazzeschi, Il Piacere della Memoria , Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1964  dall'autore. Ogni testo è poi organicamente legato ai precedenti e ai successivi dariferimenti, citazioni, riflessi, rendendo la sua produzione ancora più omogenea esuggerendo letture su più livelli, integrate da considerazioni successive. Non legandosimai realmente a nessuna corrente letteraria riuscì ad apportare ad ognuna il personalecontributo della propria individualità.  1. Anonimato ed esibizione La disponibilità economica della famiglia permise ad Aldo Giurlani di pubblicare lesue prime raccolte a proprie spese da uno stampatore, senza uneditore.Il volume de I Cavalli Bianchi  era curatissimo esteticamente,nonostante all'interno fossero presenti gravi sviste e refusi, segno diuna frettolosa revisione. La carta utilizzata era ottima e peraumentare lo spessore del tomo, che consta di solo venticinquepoesie, i componimenti vennero stampati solo sulle pagine dispari.Data anche la qualità, e seguendo i consigli del tipografo, si decise distamparne soltanto un centinaio di copie, che il novello poetadistribuì fra i conoscenti e gli amici.Il nome dell'autore in copertina era già Aldo Palazzeschi; un cognome che il poetarubò alla nonna materna, un tentativo di camuffamento che però rimaneva nell'ambitofamiliare, conosciuto. In interviste successive l'autore spiegò di aver preso la decisione diusare uno pseudonimo per non costringere il padre a vedere il proprio cognome suigiornali: questa affermazione però rientra nell'apologetica che Palazzeschi fece di sestesso negli ultimi anni.In realtà, nonostante sin dall'inizio le opere del Palazzeschi scrittore si fosserorivelate molto coraggiose nei temi e nelle sperimentazioni stilistiche, il Palazzeschi uomonon era altrettanto impavido, sempre combattuto fra la difesa delle proprie opinioni e ladifesa della propria tranquillità. Naturalmente la sua vena di artista, attore o poeta chefosse, gli imponeva di avere una certa tendenza all'esibizionismo, ma per tutta la vita eglifu accompagnato dal timore del giudizio del pubblico, di quella folla che ritraeva in modocosì spietato. “La gente” è il vero protagonista del libro, in quanto compare in diciassettepoesie su venticinque. IL PAPPAGALLOLa bestia à le piume di mille coloriche al sole rilucon cangiando.Su quella finestra egli sta da cent'anni I Cavalli Bianchi nell'edizione anastaticaZara