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Riassunto Fenomenologia Della Percezione- Merleau Ponty (1) (1)

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LA SENSAZIONE LOCKE PONTY Il capitolo si apre con una critica a Locke circa (CRITICA SULLA SENSAZIONE) il concetto di sensazione. Noi siamo convinti di avere sensazioni immediate . Ad esempio, Per Merleau Ponty noi commettiamo il siamo convinti di sentire il rosso, l’azzurro e cosiddetto EXPERIENCE ERROR  ovvero:  ovvero: invece non è mai così in quanto è impossibile Tendiamo a fare della qualità un  percepire una qualità pura. LE NOSTRE ELEMENTO DELLA COSCIENZA SENSAZIONI VERTONO SEMPRE SU mentre invece è un OGGETTO PER RELAZIONI. Il nostro percepito percepito fa sempre sempre LA COSCIENZA. parte di un campo. La qualità non è mai esperita isolata ma sempre in relazione ad un campo.  Nell’ILLUSIONE  Nell’ILLUSIONE DI MUELLER LYER vi sono due segmenti di retta che terminano con due segmenti inclinati che formano quando un angolo acuto quando ottuso. I soggetti ai quali vengono mostrate le figure, spesso rispondono che una retta è più lunga dell’altra. dell’altra. In realtà le figure non possono definirsi né uguali né diseguali in quanto non sono poste sul terreno dell’essere dove sarebbe possibile un confronto.   (CRITICA SUL DUALISMO comune sia a Locke che a Hume) Ponty rifiuta questo dualismo (l’uomo da una  parte e il mondo dall’altra) in quanto afferma che la percezione fa leva su un'interazione tra il soggetto e il mondo. La percezione prevede il coinvolgimento di tutti i sensi e non verte solo a livello neuro psicologico (si riesce a percepire che un dolce non è fresco attraverso il coinvolgimento di HUME Circa l’empirismo di Hume, Ponty attacca due dei pregiudizi: La sensazione è 1 PREGIUDIZIO : un’impressione pura, isolata isolata dal resto del mondo il chE non è vero in quanto noi  percepiamo per relazioni, in relazione ad un campo visivo. 2 PREGIUDIZIO : Riguarda l’impostazione meramente fisiologica del soggetto al processo  percettivo. Questo processo percettivo si esplicherebbe in un costante iter iter “stimolo“stimolocentro nervoso-reazione” nervoso-reazione”   (ARCO RIFLESSO) ma non sempre vi è una corrispondenza tra stimolo e percezione elementare (ipotesi di costanza) . tutti i sensi). Il sistema nervoso e quello motorio partecipano insieme al processo percettivo. Ps: a tal proprosito, si introduce, verso la fine del capitolo il concetto di SINESTESIA ovvero la coordinazione e il coinvolgimento di tutti i sensi ad un esperimento particolare. L’ASSOCIAZIONE DEI RICORDI HUME PONTY Assodato che la percezione non è solo qualità ma anche appartenenza (io non percepisco il COLORE ROSSO ma una macchia rossa, una palla rossa …) Ponty ora critica la teoria dell’associazionismo di Hume, secondo la quale ogni evento psichico complesso deriva dall’associazione di elementi psichici più semplici. Le forze che associano le idee sono: - Somiglianza - Contiguità nel tempo e nello spazio - Casualità. Per Hume tutto va condotto all’esperienza, quindi quando percepiamo noi non facciamo altro che associare in termini di somiglianza e contiguità idee che ci riportano a quell’oggetto. Ad esempio: Io cammino per strada e e scorgo da lontano una persona. Man mano che mi avvicino mi rendo conto che quella persona la Per Merleau Ponty la PERCEZIONE E’ UN’IMMEDIATA PERCEZIONE DEI SENSI E NON HA BISOGNO DI AGGREGAZIONE, DELLA SOMIGLIANZA E DEI RICORDI. Ponty critica anche la teoria delle illusione e pone questo esempio: osservando una nuvola, scorgo i contorni di un cavallo, a me quella nuvola ricorda un cavallo. Secondo Hume questo avviene perché richiamo alla memoria l’immagine di un cavallo; questo per Ponty non è vero in quanto la percezione è automatica, immediata …. certo devo avere idea di un cavallo, devo averne visto uno prima ( sennò come faccio?) ma non devo richiamare nessun ricordo perché la percezione è istantanea! conosco. Per Hume, è entrato in scena prima il ricordo e poi il riconoscimento dell’”oggetto”. Per Ponty no, io ho prima riconosciuto la persona, poi ho ricordato di conoscerla. L’ATTENZIONE E IL GIUDIZIO PONTY, EMPIRISMO, INTELLETTUALISMO Ponty si scontra con l’empirismo e con l’intellettualismo. Perché? Per due motivi. 1 Perché entrambe LE CORRENTI SCINDONO NELLA PERCEZIONE I DUE ATTORI: IL SOGGETTO E IL MONDO . 2 Non danno risalto alla percezione ma SPOSTANO LA LORO ATTENZIONE AL MONDO OGGETTIVO . ATTENZIONE EMPIRISMO PONTY INTELLETTUALISMO L’’attenzione, nell’empirismo, ha un ruolo svalutatissimo. In pratica, l’attenzione serve solo a far luce sulla corrispondenza tra stimolo e risposta. Non ha nessuna funzione, serve solo a non farci distrarre. In entrambe le correnti l’attenzione non crea nulla. Per Ponty non è così; come interviene l’attenzione nella percezione? Per Ponty l’attenzione non è capace solo di illuminare dati predeterminati  ma anche di articolarli tra loro come se fossero delle figure; attraverso quest’articolazione si costituisce un oggetto nuovo che prima era offerto solo come orizzonte Qui invece, l’attenzione ha un ruolo più fecondo, in quanto servirebbe a fornirmi la verità sull’oggetto percepito. Secondo gli intellettualisti, è l’attenzione che fa in modo che io  percepisca la flessibilità e mutabilità di una cera. Dunque, l’intellettualismo attribuisce un ruolo troppo importante rispetto all’attenzione. indeterminato e con l’attenzione lo si afferra e lo si determina. Es. (BAMBINI)  Nei primi 9 mesi di vita i bambini non distinguono il colorato e l’anacromatico. In seguito le zone colorate si distinguono in calde e fredde ; infine si giunge al dettaglio dei colori GIUDIZIO EMPIRISMO Per gli empiristi il giudizio rappresenta l’eccedere della percezione sulle impressioni retiniche, cioè tutto quello che si presenta a me al di là del percepito. Es: dalla mia finestra vedo degli uomini nascosti dal loro cappello e mantello; la loro immagine non può dipingersi sulla mia retina; dunque io “non li vedo” ma so che sono lì.. PONTY Per Ponty la percezione non è un atto intellettivo ma il LUOGO DEL SENSO  . Prendendo ad esempio l’ILLUSIONE DI ZOLLNER io  percepisco delle linee oblique quando invece sono parallele tra loro quindi, cogliamo il senso imminente prima di ogni giudizio. (SENTIRE) Per Ponty, è una comunicazione tra il soggetto e il mondo. Tale comunicazione fa sì che il mondo ci appaia come luogo familiare della nostra vita. Per la scienza, il sentire diveniva la semplice ricezione di una qualità e la fisiologia pensava di poter seguire dai INTELLETTUALISMO  Nell’intellettualismo il giudizio è in qualsiasi luogo dove non ci sia la pura sensazione (quindi praticamente dappertutto) e può essere definito come quel fattore della percezione che mi fornisce ciò che non mi fornisce il corpo . Il sentire, invece, è l’azione sul mio corpo di uno stimolo reale. (Es: tra due scatole di diversa grandezza, una più piccola, l’altra più grande, io giudico più pesante quella più grande. La giudico, non la sento perché se la sentissi potrei accorgermi che quella più  piccola è più pesante perché contiene un mattone, quella più grande invece è leggerissima perché contiene  polistirolo). recettori fino ai centri nervosi la  proiezione del mondo esterno nel vivente, di conseguenza l’uomo poteva essere paragonato ad una macchina, un’esteriorità senza interiorità. Per Ponty,IL CAMPO FENOMENICO è il campo nel quale si incontra la dimensione del vissuto con quella della ricettività fisiologica; la dimensione della sensazione con l’azione che il corpo intrattiene con essa . Il primo campo fenomenico dell’essere umano sono la voce e i gesti della mamma. IL CORPO (la prospetticità) Secondo Ponty, la percezione è LA SOMMA DELLE PROSPETTIVE DI QUELLA COSA. PROSPETTIVA SPAZIALE In genere io guardo una cosa, ad esempio una casa da una sola prospettiva ,ma ho sempre una visione unitaria. Quindi guardo quella casa da tutti i luoghi ma allo stesso tempo da nessun luogo. Perché? Perché è immersa in un orizzonte composto da tanti oggetti. Quando fisso la casa tutto ciò che è intorno può ritirasi in “letargo” ma non smettere di essere lì. La prospettiva è il rapporto tra oggetto e sfondo. Lo sfondo è indispensabile per la percezione dell’oggetto. PROSPETTICITA’ TEMPORALE  Circa la prospetticità temporale, se la stessa casa la osservo ogni giorno mentre vado a lavorare, ogni giorno io stabilirò una relazione con l’oggetto . Domani, magari, la casa non sarà più la stessa ma la riconoscerò comunque in virtù di quel punto, di quella relazione stabilita la volta precedente. Ad ogni cambiamento io cancellerò l’immagine precedente e la sostituirò con la nuova. Entrambe le prospetticità sono immediate. IL CORPO Noi tendiamo a concepire il corpo come un oggetto e gli organi come frammento di materia. Si forma così un pensiero oggettivo che ci fa appunto considerare il corpo come un oggetto, facendoci così perdere il contatto con l’esperienza percettiva. Mentre la FISIOLOGIA CLASSICA sosteneva che il rapporto tra stimolo e percezione funziona in modo chiaro e oggettivo, la FISIOLOGIA MODERNA si riferisce al corpo come ad un qualcosa di fenomenico. Nella fisiologia moderna,il corpo non è più un oggetto, qualcosa di estraneo a noi. Io ho possesso indiviso del mio corpo, conosco la posizione delle mie membra e sono pienamente cosciente delle sue funzioni. Attraverso le sue funzioni, il corpo si apre al mondo, va verso il mondo. A questa visione si lega il concetto di SCHEMA CORPOREO; secondo questa teoria, non solo io ho POSSESSO DEL MIO CORPO ma attraverso i suoi movimenti, formo un sistema con gli oggetti esterni. Per spiegare ciò, Ponty ci espone la teoria dell’ARTO FANTASMA. La sindrome dell’arto fantasma è la sensazione anomala di persistenza di un arto dopo la sua amputazione. LA SPIEGAZIONE CLASSICA DEL FENOMENO riporta la spiegazione del fenomeno all’attività elettrica proveniente dal neuroma; il neuroma è la formazione tumorale benigna che viene a formarsi nel moncone. IN AMBITO PSICHIATRICO la soluzione va ricercata nell’ANOSOGNOSIA, ovvero l’incapacità di riconoscere di avere un deficit neuropsicologico. PER PONTY la spiegazione al fenomeno va ricercata nella commistione di determinanti psichiche e condizioni fisiologiche e va collegata a quel sistema che il corpo crea attraverso i movimenti verso il mondo esterno:  AVERE UN BRACCIO FANTASMA SIGNIFICA RIMANERE APERTI A TUTTE LE SOLUZIONI DI CUI SOLAMENTE IL BRACCIO E’ CAPACE, CONSERVARE IL CAMPO PRATICO CHE SI AVEVA PRIMA DELLA MUTILAZIONE. I processi fisiologici e psichici si articolano attraverso la DIMENSIONE TEMPORALE, attraverso la TEMPORALITA’. Per spiegare il concetto della TEMPORALITA’ dobbiamo introdurre il concetto di PRESENTE. Ogni presente coglie mano a mano, attraverso l’orizzonte del passato immediato e del futuro prossimo, la TOTALITA’ DEL TEMPO POSSIBILE. Il presente riempie la nostra coscienza e può pretendere di fissare la nostra vita. Non ce ne liberiamo mai completamente, di conseguenza possiamo supporre che il BRACCIO FANTASMA è un “vecchio presente” che non si decide a diventare p assato. Lo schema corporeo, non solo mi fornisce la collocazione fisico-spaziale delle mie membra e delle cose che mi circondano ma anche la loro collocazione in una spazialità di tipo diverso. I movimenti del mio corpo diventano un tutt’uno con i fenomeni esterni. Anche la stessa struttura figura-sfondo non può basarsi sulla dimensione spaziale esterna ma ha bisogno di coinvolgere anche l’orizzonte fisico. La spazialità del corpo, però, ha bisogno dell’azione ; con i movimenti del corpo io abito lo spazio e il tempo. Ed è a questo proposito che è necessario analizzare il concetto di MOTILITA’ quale aspetto fondamentale della corporeità. Ponty cerca di risaltare questo aspetto con concreti casi clinici. ES: Il soldato Schneider è s tato ferito in guerra e ha riportato una lesione alla testa e precisamente alla sfera occipitale. Ciò gli ha determinato una cecità psichica che gli impediva di compiere determinate azioni. Schneider aveva difficoltà ad eseguire movimenti astratti come toccarsi il naso (aveva bisogno di prepararsi il movimento) ma non nel compiere movimenti concreti (accendere l’interruttore della luce). Praticamente Schneider riconosce il significato intellettivo di ciò che gli si chiede ma non quello motorio; non riesce a tradurre il pensiero in movimento effettivo. In un soggetto normale :  OGNI MOVIMENTO è COSCIENZA + MOVIMENTO  OGNI MOVIMENTO HA IL SUO SFONDO: - Il movimento concreto ha per sfondo il mondo dato. - Il movimento astratto ha per sfondo il mondo costruito perché ha luogo nel possibile. - MOVIMENTO + SFONDO = TOTALITA’ UNICA IL MONDO PERCEPITO (Il Sentire – Lo Spazio) Nel rapporto che si stabilisce tra me e l’oggetto v i è una connessione vivente tra le due parti, tra il soggetto e l’oggetto, proprio come la connessione che intercorre tra le parti del mio corpo stesso. Se il corpo è il veicolo del mio essere al mondo, la sua unità investe la struttura stessa dell’oggetto. IL SENTIRE Il sentire è una delle principali attività della percezione. L’EMPIRISMO  non considera il soggetto, considera la percezione come un evento tra gli eventi possibili. L’INTELLETTUALISMO afferma, invece che esiste un luogo, al di fuori del mondo, dove si realizza la percezione ovvero l’EGO TRASCENDENTALE. Per PONTY, la percezione non è un evento nel mondo ma una ricostruzione del mondo in ogni momento. COLORE:Per l’EMPIRISMO, il colore è una qualità che appartiene agli oggetti, per l’INTELLETTUALISMO è un dato di cui prendiamo coscienza. Per PONTY, non è nessuna delle due cose. Per Ponty, la qualità (il colore) ha un significato vitale; prima della sensazione visiva, c’è una certa disposizione del corpo a quel colore, alla sensazione che mi da quel colore. Con la sensazione, però, non vi è un rapporto di dipendenza, di differenza ma solo un rapporto di scambio. Il sentire ha un carattere anonimo, non c’è un “IO PERCEPISCO” ma un “SI PERCEPISCE IN ME” (es. cielo azzurro). SPECIFICA SPAZIALITA’ DEI SENSI: Secondo l’intellettualismo, i nostri sensi non concorrono all’esistenza dello spazio. Secondo Ponty, invece, ad ogni regione sensoriale appartiene una spazialità specifica perché tutti i sensi devono sboccare nel medesimo spazio. Certo, ogni senso ha una spazialità diversa perché ogni organo di senso interroga l’oggetto a modo suo. Questa diversità dei sensi non compromette l’unità sensoriale, anzi, fonda la loro comunicazione. STRATO ORIGINARIO SINESTETICO:La percezione naturale prevede che prima della divisione dei sensi vi sia la sinestesia ovvero la coordinazione e onnipresenza di tutti i sensi, poscia la distinzione dei sensi. La distinzione dei sensi è il frutto di un ATTEGGIAMENTO ANALITICO. In che cosa consiste questo atteggiamento analitico? Mettiamo caso che io osservi dei fogli sulla mia scrivania; alcuni sono illuminati dal sole e altri sono in ombra. Inizialmente tutti i fogli mi sembrano ugualmente bianchi . Dal momento che quelli in ombra dovrebbero apparirmi meno bianchi, decido di guardare meglio e di fissarli, limitando il mio campo visivo; DA ALLORA IL MIO ATTEGGIAMENTO DIVENTA ANALITICO e in virtù di questo atteggiamento i fogli in ombra non sono più bianchi ma azzurrognoli. Quindi io passo da una visione globale ad una visione locale. LO SPAZIO Per Ponty, lo spazio non è l’ambito (reale o logico) nel quale si posizionano le cose ma il mezzo in  virtù del quale diviene possibile la posizione delle cose. Rifacendosi ad alcuni esperimenti (quello degli occhiali e della stanza inclinata) Ponty ci dimostra come la facoltà di comprendere lo spazio non avviene né oggettivamente né con il pensiero: io comprendo lo spazio come un uomo che non ha alcuna conoscenza musicale canta una canzone che ha sentito, quindi IO VIVO QUELLO SPAZIO. Questo terzo spazio Ponty lo definisce SPAZIO PRIMORDIALE. ABITUDINE. L’abitudine non è conoscenza, non è automatismo, è il potere che noi abbiamo di DILATARE IL NOSTRO ESSERE AL MONDO. (esempio dattilografa che si abitua alla tastiera, o cieco che si abitua al suo bastone). Il soggetto che impara a dattilografare, integra lo spazio della tastiera con il suo spazio corporeo, e questa integrazione avviene attraverso la motilità, direttamente. GRANDEZZA E PROSPETTIVA: Secondo le teorie classiche, la profondità non è visibile, in realtà non è altro che la larghezza vista di profilo. Noi conosciamo la profondità perché in realtà è prodotta da due fattori: LA CONVERGENZA DEGLI OCCHI (tanto maggiore quanto più l’oggetto si avvicina) e la GRANDEZZA APPARENTE DEGLI OGGETTI  (il progressivo rimpicciolimento dell’automobile mi fa capire che si sta allontanando). Per Merleau, invece, la convergenza e la grandezza apparente non “PRODUCONO”la profondità ma ne sono il MOTIVO . La profondità, in realtà, è la più essenziale delle dimensioni; essa però non appartiene agli oggetti ma all’attività prospettica del soggetto. Io sono parte del mondo, ho presa sugli oggetti della mia percezione e se li vedo rimpicciolirsi o diventare sempre più chiar i e nitidi mentre si avvicinano a me ciò è dovuto solo al fatto che la presa del mio sguardo aderisce ad esso meno strettamente. Per concludere, LO SPAZIO DENOTA L’INERENZA DEL SOGGETTO AL MONDO, LA SUA SITUAZIONE IN UN AMBIENTE.