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Arte Preistorica Rupestre. Scoperte In Val Di Sangro. Archeologia Viva, Anno Xxx, N. 148: 76-77.

Arte preistorica rupestre. Scoperte in Val di Sangro. Archeologia viva, anno XXX, n. 148: 76-77.

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  3 parte della larghezza verso la pa-rete; tali levigature devono esse-re state prodotte da persone chesi siano sdraiate sul masso, toc-cando con la mano destra la pa-rete stessa. Queste caratteristi-che permettono di ipotizzare lepratiche rituali dell’ incubatio *edella litoterapia*. Quest’ultima,consistente nello sfregamentodi alcune rocce per guarire variemalattie, probabilmente ha in-teressato anche altri siti del ter-ritorio che, accanto a pitture oincisioni, presentano rocce consuperfici più o meno consuma-te. Nelle pitture (di colore rossoo nero) e nelle incisioni, solo inqualche caso appaiono figureumane (antropomorfi) sia purestilizzate, mentre generalmentesi trovano forme geometriche oforse che erano più importantila posizione, altre caratteristi-che fisiche o particolari valenzeattribuite ai singoli siti? Le nu-merose scoperte in un territoriolimitato corrispondono a unaparticolare concentrazione dimanifestazioni artistiche o di-pendono soprattutto dall’in-tensità delle ricerche? A questee ad altre domande cercheran-no di dare risposta gli studi ap-pena avviati.  Tra le età del Rame e del Bron-zo. La documentazione di tuttele figure, oltre alla fotografia,prevede il ricalco a contatto el’elaborazione in AutoCAD difotogra󿬁e di dettaglio rimonta-te su una griglia di punti di rife-rimento. Tra l’altro la collabo- RILIEVI Pitture rosse sulla Parete Di Cicco a Civitaluparella (Ch):rilievo a ricalco su foglio trasparentetipo crystal e le due fasi del rilievo tramitedigitalizzazione: 2 M entre i reperti archeo-logici qualificabili co-me artistici sono mol-to diffusi e ben rappresentati inmolte culture preistoriche, le ma-nifestazioni della cosiddetta “ar-te immobiliare”, soprattutto pit-ture e incisioni su roccia, sonomolto più rare. Le ricerche con-dotte dal 2006 nella provincia diChieti mostrano che in realtà ilterritorio italiano offre ancorainattese potenzialità in questocampo. Grazie soprattutto alleesplorazioni di Aurelio Manzi(esperto di botanica e di storiadel paesaggio), in collaborazio-ne col Dipartimento di Scienzearcheologiche dell’Università diPisa, in pochi anni si è enorme-mente ampliato il panorama ditali attestazioni, investendo bensei comuni della Val di Sangro(Civitaluparella, Fara S. Marti-no, Lama dei Peligni, Lettopale-na, Fallo e Villa Santa Maria) per un totale di dodici siti. Un contesto di cerimonie e ri-ti. In particolare il territorio diCivitaluparella ha restituito unadocumentazione impressio-nante: oltre a varie figure spar-se, tre pareti rocciose e una grot-ta con ricche serie di raffigura-zioni incise e dipinte. Il termine“arte” per tali rappresentazionipreistoriche è in realtà ridutti- vo, perché esse erano parte in-tegrante di contesto cerimonia-le. Ciò appare evidente nel sitodelle Pastine, dov’è dipinta unasequenza di quattro figure ros-se, alla cui destra sono due cro-ci martellinate e un tratto di pa-rete levigata. Alla base della pa-rete rocciosa, un masso ha la su-perficie superiore levigata per tutta la lunghezza e per buona  ARTE PREISTORICA RUPESTRE SCOPERTE IN VAL DI SANGRO In numerosi siti di questa bellissima valle abruzzese sono state  individuate raffigurazioni su roccia che ci parlano di uno stretto affascinante legame fra vita quotidiana e spiritualità Testo e foto di Tomaso Di Fraia LUOGO IN VISTA  L’aspro paesaggiomontano in localitàFossato di Fara S.Martino (Ch): la frecciaindica l’area con figuredipinte, a 750 metri di quota, raggiungibileattraverso un pendiomolto impervio. OBIETTIVO SU... *NON TUTTI SANNO CHE... Incubatio  . Pratica diffusa nel mondo greco e romano, spesso collegata a Esculapio. Il rito prevedeva chela persona interessata giacesse in un luogo sacro, spesso dotato di letti di pietra, per ottenere una visione,un sogno, o la guarigione da qualche malattia o incapacità, in particolare la sterilità femminile. Gli effettidell’ incubatio  erano prodotti essenzialmente da processi di autosuggestione, favoriti da particolari diete,bagni purificatori, condizioni ambientali (buio, freddo ecc.) e forse anche da sostanze psicotrope. In Abruz-zo un sito di incubatio  fu individuato nella Grotta di Ciccio Felice, nel Fucino, dove nel 1956 il paletnolo-go Antonio M. Radmilli mise in luce sei blocchi di pietra squadrati (VII sec. a.C.) che interpretò come gia-cigli. Nel sito delle Pastine (Civitaluparella - Ch) il “letto” in pietra è associato a pitture e incisioni con cuiverosimilmente la persona giacente poteva interagire. Termine latino dal verbo incubare  , ‘giacere su’. Litoterapia. Pratica curativa consistente nell’appoggiare e/o stro󿬁nare su particolari rocce le parti dolorantio malate del corpo, al 󿬁ne di ottenerne la guarigione. Simboli solari. Nell’iconogra󿬁a preistorica il cerchio crociato rappresenta la ruota, simbolo del sole. Talemotivo, come altre versioni della ruota (svastica e quinconce), raggiunge un’enorme diffusione e impor-tanza durante il Bronzo 󿬁nale (circa 1150-950 a.C.), quando appare su molti manufatti: dai fornelli ai con-tenitori e agli accessori in ceramica, dalle armi ai monili e agli oggetti di culto in bronzo e in oro. Tale sim-bolo rimanda al sole come fuoco/calore nelle sue molteplici implicazioni (fonte di luce e vita, calore ne-cessario per la cottura dei cibi e la trasformazione di molti materiali e in󿬁ne per la cremazione dei defun-ti, con i connessi signi󿬁cati di smaterializzazione, puri󿬁cazione, trascendenza). razione di Scott Pike, della Wil-lamette University nell’Oregon,grazie a un so󿬁sticato strumen-to di analisi non invasiva, do- vrebbe portare all’individuazio-ne dei pigmenti con cui sonostate realizzate le pitture e ciòpotrebbe fornire utili indicazio-irregolari che possono avere va-lore simbolico; particolarmentefrequenti i simboli solari*.  Tanti quesiti da risolvere. Laposizione dei siti, spesso domi-nante, impone una faticosa asce-sa su pendii ripidi e impervi,mentre lo scarso spazio dispo-nibile presso le raffigurazionipresuppone ,la presenza di grup-pi limitati di persone (per for-me d’iniziazione?). D’altrondesi tratta di luoghi non partico-larmente protetti, spesso en pleinair  : forse per la necessità di ve-dere e/o di essere visti a notevoledistanza?La scarsa cura del sup-porto roccioso, talora irregola-re o poco compatto, significa Bibliografia: T. Di Fraia e A.Manzi,  Nuove scoperte di ar-te rupestre in Abruzzo , “XLIIRiunione Scientifica I.I.P.P.”, Trento, Riva del Garda, ValCamonica 2007; T. Di Fraia,  A case of prehistoric incuba-tio : the cult site of Civitalupa-rella(Chieti) . “EAA AnnualMeeting”, Malta 2008; T. DiFraia, Prima della Grotta diCiccio Felice: il sito rupestredelle Pastine (Civitaluparella)e il rito dell’  incubatio, “Il Fu-cino e le aree limitrofe nel-l’antichità”, Avezzano 2009. ni sulla datazione e sui contesticulturali in cui tali raf󿬁gurazio-ni sono state realizzate e “usate”in modo rituale. Sulla base deidati 󿬁nora disponibili (tecnicadelle incisioni, colori delle pit-ture, tipologia dei motivi, in par-ticolare il cerchio crociato*) pos-siamo collocare queste raf󿬁gu-razioni tra l’età del Rame e l’etàdel Bronzo, ovvero fra la 󿬁ne IV e la 󿬁ne del II millennio a.C. Tomaso Di Fraia docente di Preistoria e Protostoriapresso l’Università di Pisa RITI E CURE Simulazione di incubatio presso la parete Manziin località Pastine di Civitaluparella (Ch).La persona sdraiatapoteva osservare le figure rosse e toccare la paretesubito sotto le due croci incise.i minuscoli cartellinisono i riferimenti perl’elaborazione grafica. (  Foto ed elaborazione di M. Colombo e M. Serradimigni ) PIGMENTI Sotto la Parete Manzi a Civitaluparella (Ch) il professor Scott Pike,attraverso unostrumento di nuovaconcezione, rileva persemplice contatto lacomposizione chimicadei pigmenti presentinelle pitture. imp_sangro:Layout 1 5-01-2011 13:03 Pagina 2