Preview only show first 10 pages with watermark. For full document please download

Esperienze Fuori Dal Corpo - Charles T. Tart (1974)

Articolo sui Viaggi Astrali

   EMBED


Share

Transcript

  ESPERIENZE FUORI DAL CORPOdi Charles T. Tart  CHARLES T. TART è professore di psicologia al-l'Università di California, a Davis. Membro dellaSocietà Americana per l'Ipnosi Clinica e dellaSocietà per l'Ipnosi Clinica e Sperimentale, èautore di oltre 60 articoli e libri sull'ESP; unodei principali studiosi dei viaggi fuori del corpo,che battezzò OOBE. INTRODUZIONE E STORIA Nel 1963 la seguente esperienza fu riportata da L. Landaunel «Journal of the Society for Psychical Research»: Conoscevo mia moglie, Eileen, da un certo numero di anni primache ci sposassimo, ed ella era solita parlarmi delle sue esperienzefuori dal corpo. Erano del tipo usuale, ed in alcuni casi fui in gradodi verificare che qualcosa di paranormale si era effettivamente pro-dotto. Per esempio, un pomeriggio andò a letto, dicendo di volervedere il nostro amico, che era in vacanza a Cornwall, e quello chestava facendo. Quando si svegliò, potè darmi una descrizione accu-rata di una pianta che il mio amico stava fotografando, i dettaglidell'ambiente e di una persona che era con lui. Tutto questo fuconfermato in seguito e, cosa più interessante, il nostro amico avevaavuto l'impressione che una figura evanescente fosse passata in quelmomento vicino a lui . Agli inizi del settembre 1955, non stavo molto bene. Il me-dico non era riuscito a stabilire cosa avessi. Eileen, che alloraviveva con la madre nel Kent, passò numerose notti nella miastanza, occupando la camera da letto opposta alla mia, sull'an-golo sudoccidentale della casa. Una mattina mi disse che durantela notte era venuta nella mia camera (senza il corpo fisico!)per controllarmi il polso e la respirazione. Le chiesi di farlo dinuovo la notte seguente, questa volta cercando di portare consé qualche oggetto: le diedi il mio diario, del peso di 38 grammi. 323  Quella notte lasciammo le porle della due stanze aperte, poiché non mi aspettavo che un oggetto fisico potesse attraversare il legno. Prima di addormentarmi, mi ordinai di svegliarmi se qualcosa di insolito fosse accaduto nella stanza.Mi svegliai rapidamente: era l'alba, e c'era appena la lucesufficiente per leggere. Al punto «A» (cfr. figura 1) stava lafigura di Eileen, rivolta a nord est, e guardante direttamente lafinestra. Indossava una camicia da notte, la sua faccia era estremamente pallida, quasi bianca. Si muoveva lentamente verso laporta, ma era pressoché immobile: non stava camminando.Quando, procedendo al livello di circa 6 cm. al secondo, raggiunse la posizione « C », scesi dal letto e la seguii. Potei vedereallora chiaramente la figura in movimento, che era alquanto Fìg. 1 Prospetto dell'appartamento dei Landau Window:  finestra; Landing:  pianerottolo; 1 ft - cm 30,48 opaca e sembrava una persona viva tranne per il pallore spettraledel volto, e contemporaneamente la testa di Eileen, addormentatanel suo letto, le coperte che si sollevavano ritmicamente secondoil suo respiro. Seguii la figura, che continuava ad indietreggiare,con lo sguardo fisso in avanti come se non mi vedesse. Mantenni le distanze, ed infine mi fermai sulla porta della suastanza, quando la figura, ora nel punto « D », svanì rapidamente.Non ci fu alcun effetto visibile su Eileen, che non si mosse ed ilcui ritmo respiratorio rimase inalterato. 324  I Ritornai tranquillamente nella mia stanza, ed al punto « E »trovai sul pavimento un cagnolino di gomma, che appartenevaad Eileen, e l'ultima volta che l'avevo visto stava su una mensola nel punto «F». Il cane pesava gr. 107,5.Al mattino, dopo la colazione, chiesi ad Eileen del diario.Disse di essere dapprima andata alla scrivania (punto « G »)dove si trovava, e di non essere riuscita a raccoglierlo. Pensòallora che sarebbe stato più facile portare qualcosa che le apparteneva, e decise per il cagnolino di gomma, che portò nella miastanza. Peccato che mi sia svegliato con trenta secondi di ritardo.La signora Landau aggiunge queste note al racconto delmarito: Ricordo di essermi alzata dal letto (ma non so esattamente come),di essere andata alla scrivania ed aver preso il diario. Da bambinami è stato insegnato di non toccare per nessun motivo le lettere od idiari altrui, così probabilmente per questo motivo non sono riuscitaa toccarlo. Invece, ho preso il mio cagnolino e ricordo di averlo portato nell'altra stanza; non ricordo di aver camminato. Non ho trovato il cane pesante, o difficile da tenere. Non ricordo cosa poi neho fatto. Ricordo di aver visto Lucian addormentato respirare normalmente. Mi sentivo molto stanca e desideravo tornare a letto. Inquel momento mi sentivo perfettamente cosciente, e vedevo chiaramente ciò che mi circondava, che mi appariva perfettamente normale.Non ricordo di essere tornata nella mia stanza e di essere rientratanel letto. Cosa farebbe di questo racconto una « persona intelligente »,che ha fede nella visione scientifica della scienza contemporanea?Secondo la visione « scientifica » del mondo e della natura umana,questi fatti non possono essere presi in considerazione. La coscienza, come tutti « sappiamo », è un sottoprodotto dell'attività fisica del cervello e del sistema nervoso e non può esistereindipendentemente dal cervello e dal sistema nervoso, od in ognimodo esternamente ad essi. Così la coscienza della signora Landau non può aver lasciato il suo corpo per andare in un'altrastanza. È semplicemente assurdo pensare che una tale coscienzadisincarnata possa essere percepita visivamente da terze persone,e l'idea che una coscienza disincarnata possa muovere un oggettomateriale attraverso lo spazio non viene neppure presa in considerazione. Gli oggetti non si muovono se non come reazione aduna forza fisica conosciuta, e le « anime disincarnate », oltre a325  non esistere, certamente non esercitano alcuna forza fisica conosciuta.Così, cosa dobbiamo fare di questo caso? Considerarlo ilracconto di un'esperienza psicotica, anche se lo scrittore sembrasano ed equilibrato? Un grosso fraintendimento di fatti spiegabili dalle comuni leggi fisiche, come il sonnambulismo od allucinazioni? Un inganno deliberato?Analizziamo il caso di Geddes, precedente a quello di Landau: Sabato 9 novembre, pochi minuti dopo mezzanotte, cominciai asentirmi male, e verso le due soffrivo di una gastroenterite acuta, chemi faceva vomitare ed avere attacchi di dissenteria fino alle 8 circa...Alle dieci si erano prodotti tutti i sintomi di avvelenamento acuto:intenso dolore gastrointestinale, diarrea; il polso e la respirazionedivennero impossibili da contare. Cercai di chiamare qualcuno, mami accorsi di non riuscirci, e così rinunciai al tentativo. Mi resi contodi essere molto malato e ripassai mentalmente la mia situazione economica. Non persi mai coscienza, ma mi resi conto che la « mia»coscienza si stava separando da un'altra coscienza che era ancheparte di me. Per comodità di esposizione possiamo chiamarle coscienze A e B; in quel che segue, l'ego si riconobbe nella coscien-. za A. Riconobbi la coscienza B come appartenente al corpo fisico, ecome le mie condizioni fisiche peggiorarono mi resi conto che lacoscienza B appartenente al corpo stava dando segni di dissociazione- cioè, di essere costituita dalle « coscienze » della testa, del cuore,dei visceri... Queste componenti divennero più individuali e la coscienza B iniziò a disgregarsi, mentre la coscienza A, che ero io,sembrava ormai distaccata dal corpo, che potevo vedere. Gradualmente compresi che potevo vedere non solo il mio corpo ed il lettoin cui si trovava, ma ogni cosa nell'intera casa e nel giardino, e compresi che non stavo vedendo solo « oggetti » a casa, ma a Londraed in Scozia: ovunque rivolgessi la mia attenzione, mi sembrava...La spiegazione che ne ricavai, da quale fonte non lo so, ma che chiamavo mio « mentore », era che ero libero in una dimensione temporale dello spazio, laddove « adesso » era in qualche modo equivalente a « qui » nell'ordinario spazio tridimensionale. Il narratore poi racconta che le sue esperienze successive possono venir descritte solo metaforicamente, perché per quanto glisembrasse di avere una visione binoculare, « apprezzò » piuttostoche « vedere » le cose. Cominciò a riconoscere le persone checonosceva, e che sembravano caratterizzate da una condensazionecolorata che li circondava. Continua poi: Quando cominciai ad abituarmi, vidi mia figlia entrare nella miastanza da letto; compresi che era in preda ad un terribile shock, ela vidi precipitarsi al telefono. Vidi il mio medico lasciare i suoi 326