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Kant, Critica Della Ragion Pratica

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filosofia- Kant, Critica della ragion pratica Critica della ragion pratica (1788) Quale è il tema dell’opera? Kant, nella Critica della ragion pratica, affronta il problema della morale. L’obiettivo è quello di chiarire quale è il fondamento (ti ricordi cosa significa “critica”?) della morale: la legge morale, per essere una LEGGE, deve essere universale (=valere per tutti). Kant, che come hai visto è molto puntiglioso, distingue tra: AZIONI LEGALI  Si basano sul rispetto della legge  Riguardano quindi solo il comportamento esteriore di un uomo  Hanno dunque un valore morale basso AZIONI MORALI  Un’azione è morale quando, oltre al rispetto della legge esterna, si rispetta anche una legge INTERNA (che come vedremo per Kant è fondata sulla RAGIONE e dunque UNIVERSALE) Distinguiamo poi tra:  MASSIME o Sono SOGGETTIVE, dipendono dalla volontà di un singolo individuo 1. Esempi: avere successo negli affari, aiutare il prossimo, dimagrire... Insomma, sono scopi che un individuo si prefigge, ma che altri invece non intendono perseguire.  IMPERATIVI o Sono UNIVERSALI, uguali per tutti gli uomini Gli imperativi però sono di due tipi:  IMPERATIVI IPOTETICI o Ci dicono quali mezzi usare per raggiungere determinati fini (es., “SE voglio dimagrire, allora devo mangiare poco”) o L’indicazione di questi mezzi ha valore UNIVERSALE. Posso darmi o meno un determinato scopo (es., dimagrire) ma i mezzi necessari a raggiungerlo (mangiare poco, fare più attività fisica) valgono per tutti. 1 filosofia- Kant, Critica della ragion pratica o Tra gli imperativi ipotetici distinguiamo poi tra; 1. regole di abilità (riguardano fini che non tutti si pongono) e 2. consigli di prudenza (riguardano un fine che si suppone valido per tutti, ossia la felicità)  IMPERATIVO CATEGORICO o È fine a se stesso (non c’è riferimento a un fine particolare, come l’utilità, il piacere, la felicità: niente!) ed è un comando assoluto: si tratta di fare il dovere per il dovere o È pura forma (non ha contenuti particolari, non è un decalogo che ti dice di non uccidere, non rubare, non fare questo o quell’altro…) e proprio per questo è universale e necessario. Se scorri le tre formulazioni di questo imperativo, poco più sotto, ti rendi conto della pura formalità di esso. o Riguarda l’INTENZIONE (la volontà buona) con la quale compiamo un’azione (non si ordina COSA si deve volere, ma COME si deve volerlo); se faccio un’azione buona con un’intenzione cattiva (es., non rubo, ma solo perché ho paura di essere scoperto), la mia non è un’azione morale Le tre formulazioni dell’imperativo categorico 1. Agisci in modo che tu possa volere che la massima della tua azione divenga universale 2. Agisci in modo che la tua volontà possa istituire una legislazione universale 3. Agisci in modo da trattare l’uomo, così in te come negli altri, sempre come fine e mai solo come mezzo In pratica:  ogni azione che compiamo dovrebbe poter diventare una legge valida per tutti: se non è così, abbiamo fatto un’azione non morale;  non devo trattare né me stesso né gli altri come mezzi per raggiungere uno scopo. I postulati della ragion pratica In ambito morale abbiamo bisogno di saldi ancoraggi e quindi dobbiamo postulare alcune verità, cioè prendere per vere alcune cose anche se esse non sono dimostrate né dimostrabili. I postulati della ragion pratica sono tre: 2 filosofia- Kant, Critica della ragion pratica  La libertà. Perché? Perché se non c’è libertà di scegliere il bene o il male, allora non esiste neppure la morale.  L’immortalità dell’anima. Perché? La santità, cioè la piena adesione e conformità alla legge morale è impossibile da ottenere nel corso di un’esistenza; allora si deve postulare un’esistenza che continui all’infinito, per poter arrivare alla perfezione in un altro mondo.  L’esistenza di Dio. Perché? Perché la virtù, nel nostro mondo, non porta necessariamente al bene e alla felicità; solo Dio può fare in modo che al possesso della virtù corrisponda poi anche quella felicità (“sommo bene”, unione di virtù e felicità) che non è realizzabile in questo mondo. Alcune riflessioni… Abbiamo visto qui diversi tipi di morale: 1) una morale (e un’etica), per certi versi, eterodiretta (cioè diretta da altri): facciamo ciò che dice la legge, ciò che troviamo scritto sul libro sacro della nostra religione, ciò che comandano i nostri genitori e così via 2) l’etica kantiana: bisogna agire sempre sulla base di un dovere morale assoluto e incondizionato, indipendentemente dalle conseguenze che ne possono derivare (etica deontologica, dal greco déon, “dovere”) 3) alcuni opterebbero per un’etica diversa: bisogna scegliere il male minore e agire ogni volta sulla base di un “calcolo” dei vantaggi e degli svantaggi che possono derivare dalle nostre azioni: un’azione è morale se fa il bene (l’utile, la felicità) del maggior numero di persone possibile.. Questo modello etico viene chiamato utilitarismo. Due dilemmi morali Le questioni che riguardano l’etica non sono mai di facile risoluzione. Vi propongo due dilemmi morali, tanto per riflettere su queste questioni. Primo dilemma – Il conducente di un tram lanciato a tutta velocità, per un malore improvviso, sviene; sulle rotaie, poche diecine di metri più avanti, lavorano cinque operai che verranno sicuramente travolti e uccisi. Tuttavia, c’è un binario secondario, 3 filosofia- Kant, Critica della ragion pratica sul quale azionando una leva di scambio si potrebbe deviare il tram; ma su quel binario lavora un operaio che, se il tram venisse deviato, verrebbe sicuramente ucciso. Chi aziona la leva di scambio non ha che due scelte: lasciare che il tram prosegua sul binario principale e provocare la morte di cinque operai, deviarlo sul binario secondario e provocare la morte di un solo operaio. Che cosa è giusto fare, secondo te? Secondo dilemma – Sei su un ponte, sotto passano le rotaie del tram, che arriva a tutta velocità e privo di controllo, perché il conducente, per un malore, è privo di coscienza. Sulle rotaie lavorano cinque operai che, se nulla accade, verranno sicuramente travolti uccisi. Vicino a te, che si sporge dalla ringhiera, c’è un uomo: se gli dessi una leggera spinta cadrebbe di sotto sui binari e bloccherebbe il tram pur rimettendoci la vita; i cinque operai sarebbero salvi. Che cosa è giusto fare? 4