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L Idea Di Accostare Pirandello A Magritte è Scaturita Dalla Scoperta, Del Tutto Casuale, Di Un Opera

Titolo: La realtà dietro la maschera Introduzione L idea di accostare Pirandello a Magritte è scaturita dalla scoperta, del tutto casuale, di un opera del pittore francese, Le double secret, che ci ha

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Titolo: La realtà dietro la maschera Introduzione L idea di accostare Pirandello a Magritte è scaturita dalla scoperta, del tutto casuale, di un opera del pittore francese, Le double secret, che ci ha profondamente colpite in quanto l abbiamo immediatamente associata alle maschere pirandelliane. Da qui è cominciato lo studio e l approfondimento di questo artista nonchè della filosofia tardo ottocentesca e degli inizi del Novecento che rivelano molteplici legami con la concezione che Pirandello ha dell esistenza. E risultato quindi naturale un confronto tra Pirandello e gli artisti europei a lui contemporanei, alla ricerca di affinità e differenze tra lo scrittore e le correnti culturali della sua epoca. Capitolo 1- La maschera: contrasto tra identità e ruolo. Il Novecento è stato teatro di numerose rivoluzioni destinate a modificare profondamente la vita politica, economica e sociale del mondo intero; durante questo secolo scrittori ed intellettuali si sono interessati allo schema sociale creatosi a seguito dei molteplici cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli. Il tema della maschera, da sempre utilizzata dall uomo con diverse funzioni, è ricorrente in un periodo in cui l'identità viene spesso celata dietro ad uno status-ruolo: la distinzione tra identità e ruolo è alla base dello schema sociale contemporaneo. L'identità costituisce la vera essenza umana nei suoi caratteri fisici e psicologici, ma nella quotidianità viene oscurata per far risaltare il ruolo nato a seconda della provenienza socio-economica. In quest'ultimo ambito l'individuo si serve della maschera, oggetto fondamentale per la mediazione tra identità e ruolo e trova espressione nel rapporto con la società nella quale egli cela e rivela in modo strategico ed artefatto l'immagine che vuole presentare. Nell'affrontare più nello specifico gli aspetti che legano il fallimento dei rapporti sociali e l'inadeguatezza della vita alla necessità di indossare una maschera, è fondamentale considerare la visione dell esistenza in Pirandello. Infatti le tematiche dell'alienazione, dell'insoddisfazione della vita e della maschera sono tra le colonne portanti della sua riflessione e della sua produzione. L'individuo in Pirandello è infatti immerso in una società costruita su rapporti umani fittizi. Per stare al gioco della vita è quindi necessario recitare la propria parte, imposta dalla forma della società. A riguardo Pirandello scrive Il Fu Mattia Pascal, un romanzo innovativo che a tratti assume il carattere di saggio filosofico-esistenziale. Mattia Pascal è una persona comune, con un'esistenza dolorosa e quasi invivibile che, per una casualità degli eventi, si trova nella condizione di poter evadere dalla propria vita e dalle gabbie che lo costringono, come la famiglia ed il lavoro. È così che Mattia decide di fuggire, nei panni di una nuova persona, da lui stesso inventata. Sebbene la nuova vita sembri funzionare, il Fu Mattia Pascal, ora Adriano Meis, si trova a fare i conti con sé stesso quando comprende che la nuova maschera che si è creato, non lo può liberare dalla precedente e che, anzi, ora si ritrova in una condizione oscillante tra le due identità che lo pongono in uno stato di non essere. Il protagonista si rende allora conto che la fuga dalla propria persona è un'impresa impossibile perchè, tornando nella propria città natale, si scontra con una realtà che ormai non gli appartiene più e nella quale non può più reintegrarsi. Il fu Mattia Pascal è allora condannato al non-essere, ad una forma di alienazione che lo priva di ciò che lo identifica e di un ruolo sociale definito. Pirandello individua quindi un forte nesso tra il fallimento dei rapporti sociali e l'estraniamento che da esso deriva, soprattutto nel momento in cui l'individuo, resosi conto dei limiti che impone una maschera fittizia, non riesce più a ricostruire la propria forma originale. Capitolo 2- Il surrealismo: Pirandello e Magritte Nel secondo decennio del Novecento Pirandello sembra avvicinarsi ai temi e al linguaggio del Surrealismo. Il romanzo Uno, nessuno e centomila é attraversato da motivi irrazionalistici: motivi che avvicinano Pirandello all'atmosfera fiabesca, irreale o appunto surreale, che caratterizzava la cultura e la letteratura europea di quegli anni tendente all'unicità, alla molteplicità e alla nullità: -Uno perché il concetto di fondo, intorno al quale il narratore continuamente torna, è la frammentazionedell'io; -Nessuno, perché quello che Vitangelo dice già lo sappiamo se guardiamo a fondo dentro di noi e cioè che in definitiva non abbiamo più alcuna identità; -Centomila, come le sfumature e i percorsi che Pirandello intraprende intorno al tema principale. Il surrealismo sembra manifestarsi anche nella rottura degli schemi del vivere quotidiano e può sorprenderci con la libertà del suo flusso, rivelandoci stranieri a noi stessi e al mondo. Ciascuno si racconcia la maschera come può - la maschera esteriore. Perché dentro poi c è l altra, che spesso non s accorda con quella di fuori. E niente è vero! Vero il mare, sì, vera la montagna; vero il sasso; vero un filo d erba; ma l uomo? Sempre mascherato, senza volerlo, senza saperlo, di quella tal cosa ch egli in buona fede si figura d essere: bello, buono, grazioso, generoso, infelice, ecc. ecc. E questo fa tanto ridere, a pensarci. (L umorismo, 1908, Luigi Pirandello) In contrasto invece con i temi trattati nei romanzi ottocenteschi, Pirandello afferma il suo relativismo. Ogni immagine della realtà è una proiezione soggettiva e non esistono più verità assolute ed oggettive; ogni individuo ha le sue verità ed il suo punto di vista (il suo sistema di riferimento a cui riportare ogni esperienza). Proprio da ciò deriva l'incomunicabilità tra gli uomini. Questa concezione porta Pirandello ad utilizzare nei suoi romanzi un punto di vista soggettivo (attraverso la focalizzazione interna). Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai! (Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca d'autore ) Oggi appare chiaro che Pirandello non è mai realmente surrealista: egli resta legato a un'idea di arte razionalmente controllata e quindi estranea all' ècriture automatique, atto di fondazione dell'avanguardia surrealista europea. Il Surrealismo è quindi un processo automatico che si realizza senza il controllo della ragione ed è inoltre un movimento intellettuale, che ha coinvolto la letteratura, il cinema e le arti visive in particolare con Magritte. Il suo surrealismo è uno sguardo molto lucido e sveglio sulla realtà che lo circonda, dove non trovano spazio né il sogno né le pulsioni inconsce. L unico desiderio che la sua pittura manifesta è quello di sentire il silenzio del mondo , come egli stesso scrisse. Le double secret(1927)- René Magritte ( ) Museo Nazionale d Arte Moderna Parigi, Tela cm. 114 x 162 Il pittore si interroga su quella che noi chiamiamo realtà. Sullo sfondo di un paesaggio marino, il viso impassibile di un uomo (o di un manichino di cera) è stato tranciato e spostato lateralmente. La lacerazione mostra una spaccatura profonda, molto diversa dal volto liscio, senza espressione né sguardo, che la dissimulava. La maschera è stata come strappata, ma ciò che celava è ancora più misterioso e si rimane perplessi di fronte a questa ampia cavità dalle pareti umide e scure, avvinte da sonagli (probabilmente legati a ricordi infantili e che ritornano spesso nelle opere del pittore). Magritte svela il baratro che separa l essere dalla sua apparenza e conferma che la realtà resta enigmatica. Allo stesso modo l occhio che contiene il cielo che sta osservando (IL FALSO SPECCHIO), il vetro rotto della finestra (LA CLÉF DES CHAMPS) che continua a rimandare l immagine del paesaggio, il dipinto (LA CONDITION HUMAINE) che nasconde il paesaggio che vorrebbe mostrare, esprimono chiaramente il suo messaggio: è necessario diffidare delle apparenze, degli oggetti reali, ma anche delle immagini e dei dipinti. Egli ha rinunciato alle seduzioni evidenti del suo mestiere: i colori senza vivacità, la tecnica accademica e fredda. Il fascino di quest opera è dovuto essenzialmente a ciò che trasmette; si presenta come riflesso della vita volutamente piccolo-borghese del pittore, una vita apparentemente tranquilla, senza incidenti né drammi manifesti se non quello del suicidio della madre, quando egli era appena quattordicenne. Magritte, maestro dello straniamento della visione, costruisce un immagine tanto meticolosa e nitida quanto assurda e inquietante. Uno sdoppiamento del soggetto come spesso avviene nei suoi quadri che offrono costanti contraddizioni di senso, di forme e di situazioni. La tematica del doppio è ripresa frequentemente anche da Pirandello anche se presentata sempre con accezioni differenti. Nell'opera analizzata precedentemente Fu Mattia Pascal si esprime attraverso l interazione tra le due esistenze del protagonista. Si illude di poter costruire una nuova vita, ma egli non esiste, è Il fu Mattia Pascal. E' un fantasma senza volto costretto a vivere di quella identità che gli altri gli hanno dato. La sua vita gli è ormai stata tolta per sempre. L esperienza di Mattia Pascal mette in evidenza l incapacità umana di liberarsi dalle maschere che la società impone all uomo (l apparenza) e l immobilità della propria condizione. Mattia Pascal è un uomo del passato, e per la società la sua esistenza rimane circoscritta ad essa: continua ad esistere per se stesso, ma senza riscontro al di fuori di sè. In lui resta l attaccamento alla vita sociale, alla trappola, che lo costringe a vivere estraniato. La sua condizione è quella di un forestiero della vita, costretto ad essere consapevole di non essere più nessuno. Mattia Pascal è un uomo scisso, sdoppiato, che sente di essere solo uno spettatore estraneo della vita. Continua la sua esistenza sentendosi sperduto, solo, senza casa, senza meta. La sua esistenza alternativa gli permette però di vedere e giudicare spietatamente le assurdità del mondo, si rende conto che i meccanismi regolatori della società sono l ipocrisia e la menzogna. Il tentativo di crearsi un nuovo volto risulta fallimentare. La scelta di Mattia Pascal di diventare Adriano Meis gli impedisce di vivere non meno della sua identità precedente. La sua essenza è sospesa, come è detto da lui stesso in un passo del libro io non saprei proprio dire ch io sia. In questo romanzo, Pirandello crea attraverso il suo personaggio una contraddizione tra il ruolo fisso che la vita impone e il bisogno dell uomo di realizzare una vita autentica. Mattia Pascal si presenta quindi come il modello dell uomo che è testimone della condizione umana prigioniera delle maschere sociali (marito, moglie, padre, sorella...)contro cui lotta inutilmente e ininterrottamente. Nel romanzo I vecchi e i giovani si individua il tema del doppio analizzando il fallimento delle due generazioni di cui tratta il libro. I 'Vecchi' sono per Pirandello la generazione che ha vissuto il Risorgimento Italiano, essi non sono riusciti a realizzare le loro aspirazioni e per questo sono considerati dei falliti. In maniera analoga la generazione successiva è di tipo fallimentare: dalla precedente eredita gli ideali risorgimentali ma non è in grado di comprenderli a pieno provocandone l abbandono e la scomparsa. Il fallimento si sdoppia e si pone alla base di entrambe le generazioni. Nel suo ultimo romanzo, già analizzato precedentemente, Pirandello esaspera il tema del doppio trasformandolo nel molteplice: in Uno, Nessuno,Centomila il protagonista è convinto che il suo aspetto sia perfetto un giorno però la moglie gli fa notare che ha il naso leggermente deviato. L accaduto lo manda in crisi si rende conto che la moglie lo vede in maniera diversa da come lui vede se stesso; decide allora di andare a fondo nella questione e inizia ad informarsi su come gli altri lo vedono. Le sue scoperte sono inquietanti: non solo la gente lo vede diverso da come credeva ma addirittura la sua rappresentazione all interno delle loro menti è ogni volta diversa. In questo romanzo Pirandello teorizza che ogni individuo ha un infinito numero di identità: non esiste solo la persona in sè, ma anche quella che vive all interno di tutti quelli con cui ha interagito. Ciascuno di noi quindi è uno rispetto alle proprie convinzioni di sè, centomila per quello che lo conoscono gli altri, di conseguenza risulta non riconoscibile in nessuna precisa identità: è nessuno. Semplificando, il soggetto (essenza) cambia secondo le percezioni di esso (apparenza) che hanno le altre persone, tutte diverse ma contemporaneamente uguali. Capitolo 3-La filosofia: Pirandello e Schopenhauer Un periodo che più di altri è dominato dall interrogativo su cosa siano la realtà e l apparenza è quello che va dalla seconda metà dell 800 ad oggi e trova espressione in tutte le branche della cultura. A porre l attenzione su questo interrogativo sono stati in particolare Pirandello e Schopenhauer che della frammentazione della realtà e della personalità dell individuo hanno fatto il centro dei loro interessi. Ed è proprio in questo periodo che troviamo ancora più difficile distinguere tra realtà e apparenza, perché non si parla più soltanto di illusioni ottiche, ma di illusioni che risiedono nell anima dell individuo e delle cose che abbiamo sempre dato per scontato essere vere, ma che a volte neanche il nostro cervello ci aiuta a distinguere il vero dal falso. Un esempio di inganno ottico invece, sono le stelle; queste, infatti, a volte ci appaiono più luminose rispetto ad altre anche se in realtà sono più piccole. Pensiamo al sole che per noi è la stella più luminosa e che invece è niente al pari della stella più luminosa della nostra galassia che tuttavia ci appare più più piccola e meno brillante Schopenhauer crede che gli uomini siano ignoranti . Con ciò vuol dire che l'uomo non conosce il mondo;pensa che il mondo non sia così com'è,non è così come lo si vede. Infatti egli parla del mondo come volontà e rappresentazione . Ciò significa che l'uomo, per Schopenhauer, vede il mondo come lo desidera. Non vede il mondo come realmente è. Nella sua filosofia spiega questo concetto. Il mondo si può rappresentare sotto due forme: La prima è la forma intellettuale, scientifica. La seconda è la forma della volontà. Il mondo della forma scientifica deriva da una conoscenza sensibile. Il mondo reale della scienza si esprime con le forme di spazio, tempo e casualità. Questa conoscenza è di tipo fenomenico, quindi deriva dell'esperienza sensibile. Schopenhauer dice che questa conoscenza non è una conoscenza oggettiva. Conoscere il mondo attraverso la sensibilità non significa conoscerlo veramente. Il vero mondo si nasconde agli occhi dell'uomo. Il mondo vero si trova proprio dietro un velo. Questo velo è appunto il velo di maya . Egli afferma che la vita è un sogno. Il reale si nasconde sotto il velo di maya. Perché Schopenhauer lo chiama il velo di maya ? Il nome velo di maya deriva della cultura orientale. La religione orientale, in particolare, ne influenza il nome.. Rifacendosi al pensiero orientale, Schopenhauer utilizza l immagine del velo di Maya per spiegare come l esistenza umana consista nel vivere nell illusione, riprendendo così la differenza fra la cosa per come appare e la cosa in sé già anticipata dal criticismo kantiano. Ma dove per Kant il fenomeno era l unica realtà accessibile alla conoscenza umana, per l autore de Il mondo come volontà e rappresentazione il fenomeno si configura proprio come illusione; esso è illusione in virtù della sua natura di rappresentazione della coscienza; il mondo viene così descritto come costituito da due elementi di per sé inscindibili e indipendenti l uno dall altro, il soggetto rappresentante e l oggetto rappresentato, e la conoscenza come il processo attraverso in cui questi ultimi vengono distinti. Per Schopenhauer il velo di maya rappresenta ciò che nasconde la realtà delle cose, afferma che bisogna strappare via questo velo. Solo in questo modo l'uomo potrà conoscere il mondo. Capitolo 4-La filosofia: Pirandello e Freud Pirandello non lesse direttamente Freud, ma la sua opera è piena di richiami al mondo dell inconscio; i suoi personaggi si sdoppiano, sono dissociati, tanto da essere contemporaneamente uno, nessuno e centomila . Apparire significa mostrarsi agli altri e questo vuol dire avere o cercare spettatori: esibirsi, mostrarsi, recitare, essere individuati e percepiti e, dunque, essere accettati, ammessi, legittimati al bisogno d'amore e al suo appagamento. Così inizia quel lungo e doloroso percorso dell apparire che conduce al travestimento per la recita di un copione. Alla luce di quanto finora detto, si evince che il pensiero di Pirandello gravita sul rapporto dialettico tra «vita» e «forma». La vita, pur essendo continuamente mobile, per un destino burlone tende a calarsi in una «forma» in cui resta prigioniera e dalla quale cerca di uscire per assumere nuove forme, senza mai trovare pace. Dal rapporto tra «vita» e «forma» deriva il relativismo psicologico, che si svolge, per così dire, in due sensi: riguardo al rapporto dell individuo con gli altri e con se stesso. Sigmund Freud ci dice che un uomo (o naturalmente una donna) è completo quando riesce a far coesistere ciò che è (essere), ciò che vorrebbe essere (le sue aspirazioni), e quello che gli altri pensino che sia (apparire). Possiamo comparare la visione di essenza ed apparenza nei due autori sebbene espressa in forma diversa: Freud parla dell inconscio e di come è impossibile conoscere interamente l essenza di ogni persona, si possono conoscere solo piccole pulsazioni o espressioni di questo nella nostra vita. La concezione dell essenza dell uomo che presenta Pirandello non è così lontana da Freud. Luigi Pirandello introduce la Teoria delle maschere, che spiega attraverso la metafora della maschera come l uomo si trova nascosto dietro di una maschera imposta a noi dalla società, dai valori imposti da questa e dalla nostra famiglia. Questa maschera, così come la maschera che ricopre l inconscio, non può essere tolta dall uomo, e l uomo non potrà allora conoscere la vera e propria essenza, la propria personalità. Bibliografia: - Uno, nessuno e centomila (Giunti editore) -Alberto bertoni: introduzione a uno,nessuno e centomila (passerpartout editore) - Il fu mattia pascal (Feltrinelli editore) -http://vivalascuola.studenti.it/pirandello-e-le-maschere html#steps_2 -http://pirandelloonline.altervista.org/pirandello/index1.htm -http://www.nattabg.gov.it/wp-content/uploads/archiviodiplomati - L'umorismo saggio di Luigi Pirandello,1908 -Sei personaggi in cerca d'autore (Giunti editore) -https://www.google.it/searchq=le+double+secret -http://doc.studenti.it/tesina/italiano/binomio-essere-apparire-pirandello.html - Il velo di Maya (libro di testo: il nuovo pensiero plurale ) ANNARILLI LAURA (CLASSE 4 B LINGUISTICO) BENIGNI ALESSIA (CLASSE 4 B LINGUISTICO) PACIFICI FEDERICA (CLASSE 4 B LINGUISTICO)